Se il proprietario confinante possiede di fatto una porzione di immobile che nella planimetria catastale risulta ricompresa in altra unità di Ditta diversa è buona regola chiedere a detto proprietario confinante se possiede atti, ecc. tali da dimostrare il suo possesso legale legittimato.
Solo dopo aver accertato che detto proprietario confinante non possiede alcun titolo idoneo e solo dopo aver accertato che la sua porzione non sia già presente in Catasto, anche se priva di planimetria, oppure anche se dotata di planimetria ma la cui consistenza sia o non sia anche ricompresa nella planimetria del tuo cliente, ebbene solo dopo aver chiaramente appurato che la porzione di fatto posseduta dal proprietario confinante non sia in alcun modo censita in Catasto potrai procedere al frazionamento.
Ti dico questo perché nei casi di centri storici ne ho viste tante di situazioni ingarbugliate e che, per fortuna, ho risolto brillantemente solo dopo aver perso tanto di quel tempo a studiare la situazione, a fare delle opportune indagini, a procurarmi gli opportuni documenti, ecc.
Purtroppo diamo per scontato che il Catasto sia infallibile ma da 30 anni a questa parte non ho fatto alro che presentare una marea di istanze di rettifica e numerose variazioni catastali per riparare ad errori anche attribuibili ad errori da parte del Catasto.
Ti racconto un'esperienza recentissima.
Negli anni '90 presento una denuncia di successione e voltura riferito ad alcuni immobili appartenenti a miei clienti.
Voltura registrata (anni dopo) correttamente.
Nel 2003 i miei clienti, a mia insaputa, procedono alla stipula di atto di cessione diritti da parte di uno dei comproprietari ed a favore degli altri comproprietari.
L'atto era stato redatto in modo esatto come pure la Trascrizione e conseguente voltura.
Non si sa perché la medesia voltura automatica da trascrizione era stata registrata in modo leggermente erroneo.
In pratica con la successione il coniuge eredita 3/9 ed i rispettivi 3 figli 2/9 cadauno.
In pratica uno dei figli nel 2003 vende al genitore ed agli altri 2 fratelli, in parti uguali, i suoi 2/9 quindi cede i suoi diritti complessivi pari a 6/27 in parti uguali al genitore ed ai fratelli.
Dopo la voltura il genitore avrebbe dovuto ricevere dall'acquisto 2/27 per cui, possedendone già altri 9/27, alla fine ne avrebbe dovuto possedere 11/27.
Stessa cosa per i fratelli che da 6/27 cadauno già posseduti, acquistanto altri 2/27 dal fratello, quindi avrebbero dovuto alla fine possedere 8/27 cadauno.
In voltura però è stata registrata una quota totale pari a 407/1000 a favore del genitore, contro 407,41/1000 effettivi mentre a ciascun fratello era stata registrata una quota totale pari a 296/1000 contro una quota effettiva pari a 296,30/1000.
Nel 2014, sempre a mia insaputa, il genitore dona ai figli la sua quota ed il Notaio rogante, diverso da quello del 2003, non si accorge che la quota donata come risultante in visura (407/1000) era inferiore a quella posseduta.
11/27 realmente posseduti fanno 22000/54000 mentre 407/1000 donati fanno 21978/54000, praticamente 22/54000 non erano stati donati dal genitore ai figli.
Avendo avuto, a fine 2019, incarico di predisporre i documenti per redigere un atto di divisione ed opportune variazioni catastali mi sono accorto dell'errore ed ho proceduto a presentare la relativa istanza di rettifica (per di più la somma totale in visura delle singole quote di possesso non dava 1/1 ovvero dava 999/1000) .
Causa Coronavirus non è stato ancora possibile:
- procedere alla donazione dei restanti 22/54000 ancora posseduti dal genitore;
- procedere alla divisione di tutti i beni interessati.
Pur se