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Argomento: ipotesi DOCFA da A/4 ad F/4 - criticità nel rogito notarile
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robertopi
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AMOSTORTO
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@ robertopi Purtroppo ci sono passato anch'io. Il problema è il Vademecum Nazionale che ha sostituito gli altri regionali ed ogni uso , costume e consuetudine, uniformando in tutta la Nazione gli atti catastali urbani. Detto questo, il problema rimane, in questo caso ad esempio non é tollerabile che un contribuente, un tecnico siano obbligati a dichiarare il falso. Queste uiu non sono censibili con rendita catastale, é vero che la norma lo permette in caso di ristrutturazione profonda "dell'intero organismo edilizio" ma non è tollerabile fare asseverare al tecnico ed alla Parte che sussistono ancora i requisiti per il mantenimento della rendita catastale. Un saluto cordiale a tutti.
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samsung
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Per amor di discussione: 1) non credo che nel 1939 con la parola manutenzione si si riferisse agli interventi profondi oggetto della presente unità, visto anche la sua posizione seconda rispetto al termine riparazione. 2) volendo comunque procedere con variazione mantenendo la categoria A/4 con esposizione degli ambienti come si trovano mi viene la curiosità di sapere che numero di vani è stato dichiarato. Preciso il perchè della domanda, a mio avviso seguendo questa scelta accondiscendente si dovrebbero calcolare i vani tenendo conto dell'eccedenza che dovrebbe essere calcolata con buona precisione. Il punto 1 mi sembra meritevole di aprofondimento. Quanto sopra solo come spunto di riflessione. Cordialità
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Manero
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"AMOSTORTO" ha scritto: @ robertopi Purtroppo ci sono passato anch'io. Il problema è il Vademecum Nazionale che ha sostituito gli altri regionali ed ogni uso , costume e consuetudine, uniformando in tutta la Nazione gli atti catastali urbani. Detto questo, il problema rimane, in questo caso ad esempio non é tollerabile che un contribuente, un tecnico siano obbligati a dichiarare il falso. Queste uiu non sono censibili con rendita catastale, é vero che la norma lo permette in caso di ristrutturazione profonda "dell'intero organismo edilizio" ma non è tollerabile fare asseverare al tecnico ed alla Parte che sussistono ancora i requisiti per il mantenimento della rendita catastale. Un saluto cordiale a tutti. Non ci sarebbe stato alcun falso nel caso in questione. Per un immobile in corso di lavori edili di manutenzione straordinaria la conformità catastale è data dallo stato dei luoghi prima dell'inizio dei lavori medesimi, che poi sarebbe lo stato di rilievo della pratica edilizia presentata. Altrimenti tutti le abitazioni dove ci sono in corso lavori di manutenzione straordinaria al momento della demolizione di pareti divisorie, o dello smontaggio dei sanitari del bagno, si metterebbero a fare dichiarazioni di variazione con riduzione della consistenza e rendita improbabili. Neanche con la motivazione che non ne può usufruire in quel momento non è possibile. Il proponente, è con il docfa che invece fa dichiarazioni false, perchè diminuisce la consistenza dell'abitazione in un momento della storia dell'edificio nel quale non è possibile dichiarare una cosa del genere, oltretutto presenta dichiarazione come abitazione FINITA con la mancanza della cucina e del bagno. La variazione catastale si fa a lavori finiti, e quando l'unità diventa usufruibile. Ora non lo è. Il tecnico, presentando la variazione la dichiara finita dandogli un classamento nuovo ed una rendita, come se la abitazione fosse pronta ad essere utilizzata, con i lavori a mezzo, contravvenendo a tutte le regole catastali. Più falso di così si muore.
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robertopi
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@ manero, dimentichi che nel frattempo l'abitazione deve essere venduta. È un caso paradossale e non previsto. Non diciamo cose che non sono coerenti con il.problema.
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Manero
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"robertopi" ha scritto: @ manero, dimentichi che nel frattempo l'abitazione deve essere venduta. È un caso paradossale e non previsto. Non diciamo cose che non sono coerenti con il.problema. Si, non ho dimenticato. Si sta parlando di dichiarare il falso nell'atto di compravendita se no dove?.
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robertopi
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Io una soluzione definitiva, certa è che tuteli tutti al 100%, non la vedo ad un caso del genere. Piuttosto vedo un indirizzo dettato dall'ufficio che non ha senso, solo perché la burocrazia presume elusione fiscale.
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geoalfa
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Forse ho seguito la discussione un pò troppo superficialmente, ma vedo che i miei richiami ai Vademecum dove va trattata la categoria F4 non hanno avuto seguito . Perchè e quando non si possono più trattare ? Anche per il superbonus prevedeva il finanziamento di queste opere: www.mybonusnow.it/Home/Blog/53?seoBlog=i... Chiedo venia e risposte concrete! Cotrdialità
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geoalfa
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Non mi piace riportare continuamente i post che sono stati già inseriti, ma in questo caso, penso sia utile e riporto l'essenziale: "sydbarrett" ha scritto: .....La questione verte sulla necessità (ineludibili motivi giuridici) dell'attuale proprietario a dover dichiarare nell'atto di vendita la conformità dei dati catastali allo stato odierno. ..... circa due anni fa lì furono iniziati lavori di manutenzione e, subito dopo le demolizioni, sono stati interrotti per non essere più ripresi. Dal punto di vista urbanistico si provvederà alla fine lavori parziale, ma non sembra trovarsi facile soluzione per l'aggiornamento dei dati catastali. Nellì'uiu mancano le tramezzature, gli impianti e persino il pavimento col sottopavimento: l'ex appartamento è al piano terra ed il suo attuale piano di calpestio (-30cm. dalla quota originaria) è su terra smossa, su cui è iniziata a spuntare persino un po' d'erba... Poiché il proprietario ha necessità di dichiarare la conformità dello stato di fatto ai dati catastali in sede di imminente rogito notarile, con ben note conseguenze economiche e penali in caso di falsa attestazione, è diventato imprescindibile trovare una soluzione adeguata per un aggiornamento in catasto. Avevo pensato, quindi, di convertire l'A/4 in F/4 con pratica DOCFA, prevedendo soppressione e costituzione, ricorrendo alla causale "variazione della destinazione", allegando quindi solo l'elaborato planimetrico. L'operatore DOCFA presso lo sportello catastale ha gentilmente motivato verbalmente il rifiuto dell'ufficio all'accettazione della pratica, adducendo che in passato furbescamente sono state presentate soluzioni di questo tipo al fine di eludere le tassazioni. Ovviamente non è questo il caso, ma l'operatore si è detto comunque impossibilitato all'eventuale accettazione, salvo diversa valutazione e specifiche indicazioni del suo dirigente. Voi che fareste? ..... Ecco gradirei che si risponda solo a questo, mentre per altri casi simili ma con diverse pssibili soluzione sarebbe il caso di aprire apposita discussione ! Cordialità
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robertopi
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Gianni, la risposta e la soluzione è stata data. In seguito si discuteva sulla "bontà" delle soluzioni prospettate e adottate, a mio avviso tutte non coerenti per una reale conformità. Saluti
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AMOSTORTO
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"robertopi" ha scritto: Io una soluzione definitiva, certa è che tuteli tutti al 100%, non la vedo ad un caso del genere. Piuttosto vedo un indirizzo dettato dall'ufficio che non ha senso, solo perché la burocrazia presume elusione fiscale. Quoto. Centro perfetto. Saluti
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geoalfa
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"sydbarrett" ha scritto:
Avendo comunque necessità di far dichiarare lo stato di fatto così com’è (di fatto è in uno stato di cantiere edile post demolizioni, con opere che non verranno completate), per le predette necessità giuridiche connesse al prossimo rogito, è stato invece possibile variare la planimetria catastale con l’ambiente svanato, ossia così com’è, senza cucina, bagni e destinazioni di sorta, accludendo una relazione tecnica illustrativa correlata da ampia documentazione fotografica. Le causali indicate sono stata “diversa distribuzione interna” e “ristrutturazione”, che hanno previsto la soppressione e la costituzione del nuovo subalterno, permettendo l’utile creazione dell’elaborato planimetrico..
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