Fermo restando che ai fini catastali ogni unità che abbia una propria autonomia e sia capace, nelle condizioni in cui si trova, di produrre reddito proprio va accatastata separatamente, non credo che si possa eseguire la fusione.
L'unica possibilità, non sempre condivisa dai tecnici catastali, è quando (specie nelle vecchie case di una volta) per accedere alla zona notte, dalla zona giorno, si deve uscire fuori e attraversare il cortile, utilizzare scale esterne, esclusive e/o comuni, ecc.
Nel tuo caso credo che le due abitazioni, fino alla morte dei genitori del tuo cliente, erano indipendenti. Ovvero doppie cucine, doppi soggiorni, minimo doppi letti, minimo doppi bagni, ecc. per ogni rispettiva unità.
Per unire le due unità quanto meno devi sopprimere una cucina, quanto meno devi dire nella relazione che la porzione dove c'è la cucina è destinata a sola zona giorno, quell'altra a sola zona notte. Il Catasto potrebbe obiettare o quanto meno approvare il Docfa ma decidere di fare un sopralluogo per verificare quanto dichiarato.
Insomma io ci andrei cauto.
Perchè se il cliente ti chiede (non so se è il tuo caso ma sai quanto me ne capitano!) di unire i due appartamenti per non pagare le tasse seconda casa o per pagare meno tasse, quanto meno anche la realtà deve essere uniformata alla situazione catastale.
Per farlo almeno una pratica edilizia al Comune, sia se serve e sia se non serve in base alla legge, io la presenterei, quanto meno per fare in modo di convincere i tecnici catastali che non si sta barando. E comunque non si deve barare solo per far contento il cliente.