Grazie, provo a chiedere in Conservatoria se per procedere alla voltura basta il certificato di residenza, vi aggiornero'.

Secondo me il problema e' che il diritto di abitazione non andrebbe volturato, come ho letto giustamente in altri post (il fatto il la Sogei lo preveda non significa nulla...)

Ecco, sei stato messo fuori strada.

Devi cederlo il diritto di abitazione alla figlia per quanto riguarda la porzione "abbandonata", con un atto di trasferimento notarile.

Saluti

Ma come faccio a cedere un diritto che non ho piu'??

Se mi spetta su un'unica u.i. abitativa (e c'e' ancora.....) non ne ho un altro diritto di abitazione

Prima era una unica unità immobiliare, le due porzioni derivate non cedono il diritto, difatti in catasto è rimasto la stessa ditta con il diritto di abitazione per entrambi. Non si cede un diritto stralciando una porzione di una unità immobiliare al catasto e nè al comune. I diritti si trasferiscono, si cedono o si acquistano con atto pubblico o privato registrato e trascritto.



Saluti

Non sempre.... esistono diritti che si costituiscono per legge (per esempio questo) senza alcun atto pubblico, è questo il punto. E si dovrebbero allo stesso modo estinguere. Come l usufrutto alla morte, semplicemente il diritto di abitazione cessa quando si sposta la residenza.

Se non fosse stato volturato, il diritto esisterebbe ugualmente o no? Certo che si perché spetta al coniuge superstite, senza che sia registrato, trascritto e volturato.

Questo secondo me ma andrò a fondo

Le "cose fatte alla Carlona" non hanno alcun senso.....

se l'unità immobiliare esistente è gravata dal diritto di abitazione e successivamente (per esigenze personali) è stata frazionata sia urbanisticamente che catastalmente in due, tre, quattro unità immobiliari, etc etc.....automaticamente tale dirittto di abitazione si estende alle restanti unità immobiliari!

quindi tale diritto o viene estinto con atto notarile (opportunamente registrato e trascritto)

e/o si estingue a seguito del decesso del titolare del diritto di abitazione.

Tutto il resto (esempio portare il certificato di residenza in conservatoria) non è solo che pura fantasia di come poter raggirare il problema.

cortesemente cerchiamo di non prendere "fischi per fiaschi".


Saluti

Per la precisione al diritto di abitazione è possibile rinunciarvi per espressa rinuncia, ossia un documento da redarre con atto pubblico o scrittura privata autenticata, come stabilito nell’articolo 1350 e nell’articolo 2643 del c.c.



Saluti

Salve



https://www.idealista.it/news/immobili...

è interessante anche questo sopra.



cordiali saluti

Allora finalmente ho risolto!

Premesso che secondo il Conservatore non sarebbe corretta l'indicazione in voltura del diritto di abitazione (tanto che hanno provveduto a chiedere chiarimenti in merito ai responsabili dell'Ag. Entrate).

E che tuttavia l'indicazione suddetta e' invece ritenuta obbligatoria dall'Ag. Entate (risposta in merito ai richiesti chiarimenti della Conservatoria di Ivrea, per cui corretto volturarlo).

Sentito anche il resposabile della Sez. Catasto Fabb., tutti concordano che (almeno nel caso che ho esposto) non si debba ricorrere al notaio.

Quindi ho risolto con istanza in bollo, allegando copia del P.d.C., vecchio accatastamento e certificato di residenza del coniuge superstite.

Diritto di abitazione eliminato dalla u.i. formatasi a seguito dei lavori e non adibita alla residenza del coniuge superstite.

Un saluto.

hai chiesto anche all'ufficio tributi del comune?