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Declassamento locale C1 a causa incendio |

motty
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16 Maggio 2017 alle ore 23:17
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Buonasera a tutti, oggi ho svolto un sopralluogo presso un locale accatastato c1 che ha subito un uncendio e ha subito gravi danni (fondellamento del solaio...). Il cliente mi chiedo se è possibile cambiare categoria catastale in quanto non si trova in condizioni di poterlo ripristinare. Qualora sia possibile questo cambiamento, in quale categoria è più corretto inserirlo? Grazie a tutti per l'aiuto.
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lzzlcn
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22 Luglio 2008
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Penso che potresti chiedere tranquillamente un cambio di destinazione d'uso al Comune e poi fare la variazione catastale. Per la categoria bisogna capire cosa nel vuol fare il proprietario. Se sarà un magazzino uso deposito può andare bene il C/2. Se ha l'accesso carrabile anche C/6. Alcuni Comuni accettano anche la relazione per il declassamento quindi lo lasci così com'è ma non ci paghi le tasse
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bioffa69
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23 Settembre 2009
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BRESCIA
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L'Agenzia sono anni che se a un negozio viene cambiata categoria mettendolo in c/2, anche con regolare cambio destinazione in comune, entro l'anno ripristina sempre la categoria c/1, l'Agenzia valuta la potenzialità. Per cui sconsiglierei un cambio destinazione, catastalmente non cambierà niente, a meno che siano fatti i dovuti lavori edilizi per trasformarlo, per cui togliendo la vetrina, o aprendo un passo carraio, se la destinazione sarà autorimessa, ma visto che sembra che il proprietario non abbia nulla da investire, suppongo non si facciano detti lavori. A mio avviso l'unica possibilità è procedere con istanza in autotutela, un tentativo, ma penso non otterrà il risultato auspicato. Saluti
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Latemar
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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29 Agosto 2022 alle ore 22:25
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Ha ragione Bioffa69 sul cambio di destinazione per declassare l'immobile, il catasto non lo consente, perchè fa affidamento alla potenziale produttività reddituale dell'immobile nello stato in cui è stato denunciato all'origine. Considera quindi lo stato attuale di degrado solo uno stato temporaneo seppur provocato da un fatto involontario, dovuto a causa imprevedibile. Io perciò farei fare una perizia da un tecnico proifessionista incaricato in cui viene accertata l'inagibilità del bene immobile(se non è già evidenziata dal verbale dei vigili del fuoco) e l'impossibilità di utilizzarlo e produrre reddito, e la depositerei al Comune con la richiesta di esenzione da tutte le imposte comunali attuando le procedure sicuramente previste in questi casi e disposte nel regolamento locale vigente.
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rubino
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(GURU)
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Potenza
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"Latemar" ha scritto: Ha ragione Bioffa69 sul cambio di destinazione per declassare l'immobile, il catasto non lo consente, perchè fa affidamento alla potenziale produttività reddituale dell'immobile nello stato in cui è stato denunciato all'origine. Considera quindi lo stato attuale di degrado solo uno stato temporaneo seppur provocato da un fatto involontario, dovuto a causa imprevedibile. Io perciò farei fare una perizia da un tecnico proifessionista incaricato in cui viene accertata l'inagibilità del bene immobile(se non è già evidenziata dal verbale dei vigili del fuoco) e l'impossibilità di utilizzarlo e produrre reddito, e la depositerei al Comune con la richiesta di esenzione da tutte le imposte comunali attuando le procedure sicuramente previste in questi casi e disposte nel regolamento locale vigente. Concordo. Il Comune ha emesso l'ordinanza di sgombero?
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EFFEGI
f.g.
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Irpinia
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Io ho presentato in data 09/04/2019 una variazione docfa per dividere un'unità inizialmente censita come C/1 in due unità C1 di mq 34 (C/1 di classe 3) e in C/6 di classe 2 di mq 28. Arrivata entro l'anno avviso (classica raccomandata ar verde) dell'AE con la quale mi hanno rettificato solo il calcolo della consistenza del C/1 da 32 mq (da me dichiarati) in 34 mq, e confermato tutto il resto quindi anche il C/6. Purtroppo esiste ancora troppo arbitrio tra i vari uffici e forse anche tra i vari dipendenti nell'ambito dello stesso ufficio. Saluti.
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bioffa69
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23 Settembre 2009
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BRESCIA
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"EFFEGI" ha scritto: Io ho presentato in data 09/04/2019 una variazione docfa per dividere un'unità inizialmente censita come C/1 in due unità C1 di mq 34 (C/1 di classe 3) e in C/6 di classe 2 di mq 28. Arrivata entro l'anno avviso (classica raccomandata ar verde) dell'AE con la quale mi hanno rettificato solo il calcolo della consistenza del C/1 da 32 mq (da me dichiarati) in 34 mq, e confermato tutto il resto quindi anche il C/6. Purtroppo esiste ancora troppo arbitrio tra i vari uffici e forse anche tra i vari dipendenti nell'ambito dello stesso ufficio. Saluti. Una cosa del genere penso sia accettata da qualsiasi Ufficio, se una parte è diventata autorimessa, significa che esiste l'accesso carraio e che non esiste più la vetrina, che sono stati fatti dei lavori insomma. Se i lavori di trasformazione del c/1, sono reali, il cambio è consentito, non lo è se il c/1, mantiene le stesse caratteristiche, principalmente la vetrina, che lo classifica come negozio. Saluti
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rubino
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(GURU)
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Motty ha scritto che l'u.i. ha subito danni da incendio, quindi è inagibile secondo la definizione. L'articolo che segue (da studiosigaudo.com/) anche se del 2021 è adatto all'argomento. Chiarisce quanto già scritto nelle risposte precedenti sulla necessità di distinguere il classamento e l'attribuzione della rendita dalla possibilità di accedere all'esenzione di imposte per la sopraggiunta inagibilità, fornendo indicazioni corrette sulla procedura da seguire a livello municipale per il riconoscimento del requisito: studiosigaudo.com/fabbricato-inagibile-r... Aggiungo: in occasione di calamità naturali, l'esenzione dalle imposte locali la concedono i Comuni con appositi provvedimenti mentre per i terremoti ecc. lo fa lo Stato. Il Catasto non c'entra nulla, la possibilità di non pagare per l'inagibilità non si ottiene mediante variazioni del classamento.
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