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Cambio destinazione uso, dopo quanto il ripristino? |

danielle
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Buongiorno, esiste un tempo minimo che deve trascorrere tra un cambio di destinazione d'uso ed il ripristino della vecchia destinazione d'uso? Il cambio è stato effetuato solo al catasto. Grazie
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totonno
(GURU)
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"danielle" ha scritto: Buongiorno, esiste un tempo minimo che deve trascorrere tra un cambio di destinazione d'uso ed il ripristino della vecchia destinazione d'uso? Il cambio è stato effetuato solo al catasto. Grazie Con opere? Senza opere? Da abitazione a capannone industriale? Da scuola a ricovero animali? Da abitazione a ufficio? Da box pertinenziale commerciale a box pertinenziale residenziale? Qual'e la causa del cambio di destinazione d'uso? Dal punto di vista urbanistico che destinazione ha il bene?
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danielle
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"totonno" ha scritto: "danielle" ha scritto: Buongiorno, esiste un tempo minimo che deve trascorrere tra un cambio di destinazione d'uso ed il ripristino della vecchia destinazione d'uso? Il cambio è stato effetuato solo al catasto. Grazie Con opere? Senza opere? Da abitazione a capannone industriale? Da scuola a ricovero animali? Da abitazione a ufficio? Da box pertinenziale commerciale a box pertinenziale residenziale? Qual'e la causa del cambio di destinazione d'uso? Dal punto di vista urbanistico che destinazione ha il bene? Grazie per la risposta. Era abitazione A/4, poi nel 2011 è passata a C/1 (bar) ed ora dovrebbe tornare ad essere A/4 in quanto non si è concretizzato l'affitto del locale come bar. Non sono state eseguite opere. Grazie
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gaetano59
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"danielle" ha scritto:
.............. Grazie per la risposta. Era abitazione A/4, poi nel 2011 è passata a C/1 (bar) ed ora dovrebbe tornare ad essere A/4 in quanto non si è concretizzato l'affitto del locale come bar. Non sono state eseguite opere. Grazie Ritornare in A/4 ? ..... la vedo dura. a meno che la tua u.i.u. non sia inserita in un "contesto" a prevalenza di A/4. Saluti
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danielle
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"gaetano59" ha scritto: "danielle" ha scritto:
.............. Grazie per la risposta. Era abitazione A/4, poi nel 2011 è passata a C/1 (bar) ed ora dovrebbe tornare ad essere A/4 in quanto non si è concretizzato l'affitto del locale come bar. Non sono state eseguite opere. Grazie Ritornare in A/4 ? ..... la vedo dura. a meno che la tua u.i.u. non sia inserita in un "contesto" a prevalenza di A/4. Saluti Il locale è ubicato in un paesino ove la totalità degli immobili sono ad uso abitativo A4. In ogni caso a me importa che torni ad uso abitativo, anche di categoria superiore. A scanso di equivoci farò un salto in catasto! Vi farò sapere... Intanto grazie
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gaetano59
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"danielle" ha scritto:
Il locale è ubicato in un paesino ove la totalità degli immobili sono ad uso abitativo A4. E allora ....... vai tranquilla. saluti
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anonimo_leccese
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"danielle" ha scritto: "totonno" ha scritto: "danielle" ha scritto: Buongiorno, esiste un tempo minimo che deve trascorrere tra un cambio di destinazione d'uso ed il ripristino della vecchia destinazione d'uso? Il cambio è stato effetuato solo al catasto. Grazie Con opere? Senza opere? Da abitazione a capannone industriale? Da scuola a ricovero animali? Da abitazione a ufficio? Da box pertinenziale commerciale a box pertinenziale residenziale? Qual'e la causa del cambio di destinazione d'uso? Dal punto di vista urbanistico che destinazione ha il bene? Grazie per la risposta. Era abitazione A/4, poi nel 2011 è passata a C/1 (bar) ed ora dovrebbe tornare ad essere A/4 in quanto non si è concretizzato l'affitto del locale come bar. Non sono state eseguite opere. Grazie Possibile senza opere !!?,..ed i bagni per il personale ? Il bagno per i disabili ? I nuovi impianti idrici ed elettrici ? Mha la cosa mi sfugge, inoltre peccato che, anche se non utilizzato, dovrà o ha dovuto pagare l'I.M.U. per bar ... P.S.: mai vendere la pelle dell'orso senza prima averlo catturato !!!!
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danielle
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Sono stata incaricata di redigere il docfa dal tecnico a cui hanno affidato il lavoro, per cui non mi trovavo nella condizione di chiedere spiegazioni! In ogni caso il cambio è avvenuto solo al catasto ed al catasto effettueremo l'ennesima variazione :(
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anonimo_leccese
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"danielle" ha scritto: Sono stata incaricata di redigere il docfa dal tecnico a cui hanno affidato il lavoro, per cui non mi trovavo nella condizione di chiedere spiegazioni! In ogni caso il cambio è avvenuto solo al catasto ed al catasto effettueremo l'ennesima variazione :( Prendo la palla al balzo per porre un quesito che mi è sempre frullato per la testa. sappiamo che sin dalla ideazione del progetto alla sua conclusione, c'è di solito lo stesso tecnico che segue anche la DD.LL. etc... però a volte capita che l'accatastamento finale lo svolga su incarico del D.L. medesimo in prima persona da un geometra, tanto il "grosso" della remunerazione economica se l'è già beccata e lascia a noi il contentino dell'accatastamento, tanto in genere non se ne occupano personalmente (meglio di niente) . In caso il tecnico curatore dell'accatastamento si rende conto magari di opere eseguite in leggera difformità al progetto o che vi sono problemi burocratici come quello esposto sopra, come ci si deve comportare ? La buona creanza vorrebbe che il tecnico lo faccia presente alla DL e provvedesse di conseguenza, e se non vuol sentire ragione rifiutare l'incarico eventualmente. Ma dato che i firmatari del progetto e dell'accatastamento sono persone/tecnici diversi, che rischi corre e responsabilità ha colui che effettua l'accatastamento subentrando alla fine quando magari una bella frittata è già fatta ? Non succede nel 100 % dei casi, ma qualora accadesse, "l'accatastatore" può dormire sonni tranquilli, tanto ha solo messo in atti la reale situazione di fatto, o deve preoccuparsi un pò ? Ciao
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SIMBA64
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"anonimo_leccese" ha scritto: "danielle" ha scritto: Sono stata incaricata di redigere il docfa dal tecnico a cui hanno affidato il lavoro, per cui non mi trovavo nella condizione di chiedere spiegazioni! In ogni caso il cambio è avvenuto solo al catasto ed al catasto effettueremo l'ennesima variazione :( Prendo la palla al balzo per porre un quesito che mi è sempre frullato per la testa. sappiamo che sin dalla ideazione del progetto alla sua conclusione, c'è di solito lo stesso tecnico che segue anche la DD.LL. etc... però a volte capita che l'accatastamento finale lo svolga su incarico del D.L. medesimo in prima persona da un geometra, tanto il "grosso" della remunerazione economica se l'è già beccata e lascia a noi il contentino dell'accatastamento, tanto in genere non se ne occupano personalmente (meglio di niente) . In caso il tecnico curatore dell'accatastamento si rende conto magari di opere eseguite in leggera difformità al progetto o che vi sono problemi burocratici come quello esposto sopra, come ci si deve comportare ? La buona creanza vorrebbe che il tecnico lo faccia presente alla DL e provvedesse di conseguenza, e se non vuol sentire ragione rifiutare l'incarico eventualmente. Ma dato che i firmatari del progetto e dell'accatastamento sono persone/tecnici diversi, che rischi corre e responsabilità ha colui che effettua l'accatastamento subentrando alla fine quando magari una bella frittata è già fatta ? Non succede nel 100 % dei casi, ma qualora accadesse, "l'accatastatore" può dormire sonni tranquilli, tanto ha solo messo in atti la reale situazione di fatto, o deve preoccuparsi un pò ? Ciao Ciao anonimo In casi del genere è meglio farsi firmare, dal committente, una dichiarazione liberatoria nella quale il tecnico sottoscrittore della pratica catastale viene sollevato da ogni responsabilità al riguardo. Io varie volte ho agito in questo senso. Saluti
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totonno
(GURU)
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"anonimo_leccese" ha scritto: Prendo la palla al balzo per porre un quesito che mi è sempre frullato per la testa. sappiamo che sin dalla ideazione del progetto alla sua conclusione, c'è di solito lo stesso tecnico che segue anche la DD.LL. etc... però a volte capita che l'accatastamento finale lo svolga su incarico del D.L. medesimo in prima persona da un geometra, tanto il "grosso" della remunerazione economica se l'è già beccata e lascia a noi il contentino dell'accatastamento, tanto in genere non se ne occupano personalmente (meglio di niente) . In caso il tecnico curatore dell'accatastamento si rende conto magari di opere eseguite in leggera difformità al progetto o che vi sono problemi burocratici come quello esposto sopra, come ci si deve comportare ? La buona creanza vorrebbe che il tecnico lo faccia presente alla DL e provvedesse di conseguenza, e se non vuol sentire ragione rifiutare l'incarico eventualmente. Ma dato che i firmatari del progetto e dell'accatastamento sono persone/tecnici diversi, che rischi corre e responsabilità ha colui che effettua l'accatastamento subentrando alla fine quando magari una bella frittata è già fatta ? Non succede nel 100 % dei casi, ma qualora accadesse, "l'accatastatore" può dormire sonni tranquilli, tanto ha solo messo in atti la reale situazione di fatto, o deve preoccuparsi un pò ? Ciao Io non mi pongo mai il problema. Eseguo l'incarico, faccio il rilievo e accatasto quello che vedo. Preventivamente alla presentazione fornisco la planimetria al DL per le sue verifiche, affinchè abbia modo di controllare che la situazione di fatto che ho riportato sia uguale al progetto o alla variante di fine lavori, poichè egli collauda in Comune la conformità dei lavori. Può succedere che il DL abbia difficoltà a collaudare delle difformità avvenute in corso d'opera che siano in contrasto con i permessi rilasciati. In questo caso la scelta del DL per quantio di mia competenza si limita a darmi il via per la presentazione oppure no, mi ferma, ma non può stabilire come io debba presentare la planimetria e il docfa, proponendomi di modificare l'elaborato grafico o quant'altro neanche se il catasto fosse l'unico inconveniente per il buon esito della pratica intera. La nostra scelta deve essere adoperata nell'interesse del proprietario, non del DL per salvare la propria pelle. Il DL deve, nel corso dei lavori, e nell'interessem di chi lo paga, impedire alla committenza di eseguire lavori che sono in difformità alle opere previste e che sono in contrasto con la normativa urbanistica edilizia e igienico sanitaria. Il catasto non può sanare certe attività e di questo il DL ne deve essere consapevole. Saluti.
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SIMBA64
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Antonio Le tue considerazioni sono tutte condivisibili. Ma forse anonimo vuole far sottolineare un'altra cosa, lui dice sono io anonimo che sottoscrivo la pratica catastale per cui una certa responsabilità in caso di verifica mi si ripercuote adosso, nel caso le planimetrie catastali non rispecchino lo stato di fatto. Ecco perchè io suggerivo quanto ho detto prima. Saluti
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anonimo_leccese
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"SIMBA64" ha scritto: Antonio Le tue considerazioni sono tutte condivisibili. Ma forse anonimo vuole far sottolineare un'altra cosa, lui dice sono io anonimo che sottoscrivo la pratica catastale per cui una certa responsabilità in caso di verifica mi si ripercuote adosso, nel caso le planimetrie catastali non rispecchino lo stato di fatto. Ecco perchè io suggerivo quanto ho detto prima. Saluti Esatto,...hai centrato in pieno il discorso,...io tecnico accatastatore subentrante firmo !!!! P.S.: vi piace il neologismo "accatastatore" ? !
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totonno
(GURU)
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"SIMBA64" ha scritto: Antonio Le tue considerazioni sono tutte condivisibili. Ma forse anonimo vuole far sottolineare un'altra cosa, lui dice sono io anonimo che sottoscrivo la pratica catastale per cui una certa responsabilità in caso di verifica mi si ripercuote adosso, nel caso le planimetrie catastali non rispecchino lo stato di fatto. Ecco perchè io suggerivo quanto ho detto prima. Saluti Ho capito. E qui voglio fare una precisazione molto importante sulle incaute liberatorie di responsabilità professionale. Assolutamente non considero ciò che non si deve mai fare: cioè presentare in catasto una cosa difforme dallo stato di fatto. Anche il farsi firmare la liberatoria è di una scorrettezza inaudita perchè il professionista deve sempre agire nell'interesse del committente assumendosene tutte le responsabilità. Ne ho viste di liberatorie di responsabilità richieste e firmate. Sono cose vergognose che smentiscono invece quel professionista serio che tutela il cliente informandolo su cosa egli può fare e su cosa non può fare. Il professionista non può rendersi complice di una attività contraria alla legge, togliendosi la responsabilità delle dichiarazioni penali che gli appartengono e responsabilità sui risvolti che possono presentarsi in capo al committente anche per colpa di questo modo di fare del tecnico del quale si possiede, comunque, la più completa fiducia. Ancora più grave, quando a richiedere la firma per una liberatoria è un Pubblico Ufficiale, ad esempio un Notaio. Se il tecnico incaricato non firma il catasto, dice al cliente che esistono problemi nella presentazione del Docfa, egli ha modo di capire cosa ha fatto di sbagliato e dargli modo di poter tornare indietro e rimediare. Al contrario, si permette di completare una pratica urbanistica falsa alla quale il committente potrebbe non essere neanche al corrente. Saluti.
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samsung
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Se chi presenta la planimetria descrive fedelmente lo stato dei luoghi non ha nulla da temere. Al contrario si può incorrere a spiacevoli inconvenienti nel caso di una rappresentazione fedele al progetto approvato, ma non alla realtà. Rigidamente il redattore di una planimetria catastale non è tenuto a fare nessuna verifica di conformità urbanistica. Poi, nella realtà dei fatti, si agisce come indica giustamente Totonno, senza creare guai al committente, informandolo delle diifformità riscontrate, ma declinando l'incarico nel caso ci venga richiesto di sottoscrivere un falso.
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