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Autore proviamo a fare autocritica. non protesto contro nessuno

maurizioTE

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14 Giugno 2006

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95

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puglia

 0 -  0 - Inviato: 15 Gennaio 2007 alle ore 00:31

Mi capita di ricevere richieste di aiuto da parte di qualche giovane collega e leggo qui molte richieste di aiuto sempre da parte di giovani. Non discuto su come venga concessa l'abilitazione... Sembra che il requisito non sia piu il tirocinio ma l'aver frequentato il corso che i vari collegi organizzano per gli aspiranti colleghi e non la reale conoscenza della professione. Qualcuno obietterà che in due anni non si puo imparare la professione, e non ha torto, ma in due anni possibile che non ci riesca almeno a dare un minimo di operatività??? mi spiego: mi capita di leggere di ragazzi che evidentemente non conoscono che esitono degli uffici, e quindi a che cosa servono, o mi è capitato di un giovane collega che dovendo affrontare una successione nn sapeva nemmeno che esiste l'agenzia delle entrate!

Mi chiedo se diamo un servizio ai praticanti o se li utilizziamo (spesso a gratis) solo per disegnare... se cosi è... è giusto assumerli... se invece gli insegnamo qualcosa... il gratis potrebbe ( ma non è ) essere giusto.

Rivolgo la domanda ai colleghi che hanno superato gli ANTA da tempo come me... Dipende da noi??? o dipende dal fatto che sti ragazzi di oggi con un PC in mano si sentono inbattibili???? se la risposta giusta è la prima... chi ha tirocinanti dovrebbe cambiare atteggiamento....

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Autore Risposta

Alberto

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27 Dicembre 2004

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Brescia

 0 -  0 - Inviato: 15 Gennaio 2007 alle ore 08:23

Dipende dal fatto che il praticantato da alcuni viene fatto tanto per fare qualcosa; ti descrivo il praticante medio moderno:
arriva la mattina e fa meccanicamente quello che il capo gli dice di fare.
Poi se devomno leggere una circolare lo fanno di malavoglia, ed il giorno dopo non si ricordano di averla letta, e se gli capita di dovere fare una pratica alla quale la circolare si riferisce non si ricordano cosa hanno letto, dove lo hanno letto;
come pure tra una settimana non si ricorderanno cosa hanno fatto oggi e quindi se dovranno fare un ratica simile rifaranno le stesse domanda e gli stessi errori.
Poi oggi basta pigiare quattro tasti sul PC ( rigorosamente senza leggere i manuali e le procedure operative ) , se il documento finale si stampa la pratica è pronta e finita per essere consegnata.

Ma per fortuna non tutti sono così.

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Mava70

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17 Agosto 2004

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Treviso

 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 10:37

E comunque vero che la maggior parte delle volte il professionista utilizza il praticante per i lavori di.....bassa manovalanza. Io, per arricchirmi culturalmente mi sono comprato libri e mi sono arrangiato. Il praticantato mi ha dato solamente una visione del lavoro che avrei eventualmente fatto in futuro.

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gessica

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02 Maggio 2007

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ferrara

 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 10:58

forse sarò stata una delle poche...non me ne vanto. forse è stato un errore...
ma io ho fatto due anni LAVORANDO...come chi in studio con me percepiva uno stipendio...
mi dispiace dirlo...ma a tantissima gente fa comodo avere un ragazzo a ZERO COSTO, certo...magari fa perdere un po' di tempo all'inizio, ma se è una persona minimamente in gamba poi lo studio ci guadagna!!!
dove ero io eravamo due praticanti e le facevamo le stesse cose dei nostri colleghi (progettazione, disegni, incontri in comune, consegna delle pratiche, visite in cantiere...) ma anche pianificazione delle ferie (4 settimane all'anno)...e tutto questo senza vedere un euro!!!
mi è stato utile, mi piaceva moltissimo quello che facevo...e l'ho sempre fatto con impegno e passione e come me conosco tanta gente!!!

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Maurizio76

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26 Febbraio 2007

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 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 15:30

Secondo me la "colpa" principale è di chi dovrebbe istruire i tirocinanti (quindi il geometra titolare dello studio), ma allo stesso tempo magari è sbagliato fare il tirocinio presso un geometra che, magari si occupa solo o soprattutto di un campo solo della professione (tipo periti assicurativi o topografi), sarebbe utile a tal proposito fare il tirocinio in un ufficio con lavori diversificati (facile a dirsi) ed allo stesso tempo dovrebbe essere il datore di lavoro "gratuito" a insegnare tante cose e non a limitarsi a farsi fare solo disegni e fotocopie dal tirocinante.
Da parte dei professionisti di buona volontà che si portano in studio un tirocinante a quel punto ci dovrebbe solo essere il compito di insegnare ai volenterosi e magari anche di far riflettere sul loro futuro i fannulloni...
ma poi comunque dovrebbe esserci l'esame di stato a far si che le somme vengano tirate, ma da quel che sento in giro sono molto pochi i tirocinanti che arrivano preparati e ferrati all'esame di stato...
Certo che man mano che si va avanti i giovani entrano nel mondo del lavoro a livelli sempre meno operativi, la scuol pare che di pratico insegni poco o niente, così come l'università...se poi pure durante un tirocinio ci si applica poco o niente alla realtà dei lavori si arriva quasi a 25 anni (o più)a non capire ancora cosa si deve fare...

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zapata

(GURU)

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27 Dicembre 2004

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 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 17:07

CANCELLATO DALL'AUTORE

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MarcoD

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29 Settembre 2004

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 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 17:31

STIAMO (stanno) RACCOGLIENDO QUELLO CHE ABBIAMO (hanno) SEMINATO![/quote]

Hai ragione. Risultato? Che chi ha veramente passione viene messo al pari di gente che potrebbe andare a fare un altro mestiere e lavora a perditempo. C'è una linea piatta (mi sto rendento conto) del "minimo sindacale" (se lavori per conto terzi): se sei sotto ti conviene perchè fai poco e prendi lo stipendio. Se fai tanto e sei professionale sfornando pratiche e non lavorando a perditempo prendi lo stipendio lo stesso.

Saluti

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geocort

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06 Aprile 2007

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Agropoli

 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 17:51

:oops: Scusate se mi intrometto, io come molti altri, sono stato tirocinante, solo che il mio tirocinio è durato circa 7 anni!, non perchè mi tenevano legato, o perchè avevo uno stipendio da favola, ma solo per la mia volontà, perchè sentivo che per avviarmi alla libera professione dovevo pur valere qualcosa e sentirmi di valere qualcosa!
Ora dopo circa 11 anni (a dimenticavo, l'esame di stato l'ho superato dopo i 2 anni regolari senza spintarelle, questo per far capire solo che non sono un asinello), ho uno studio tutto mio, svolgo il lavoro da topografo a tempo pieno, pur non avendolo mai fatto allo studio dove lavoravo perchè mi occupavo di progettazione e restituzione grafica, senza l'ausilio del cad, ma sul caro vecchio tavolo da disegno, è principalmente sono stimato dai miei colleghi, anche più anziani, e dai miei clienti.
Punto cruciale, il cosidetto "praticante", da premettere che non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ma io non ho praticanti o tirocinanti, per un motivo ben preciso, la prima domanda che mi hanno sempre fatto è stata: ha quanto ammonta lo stipendio, qual'è l'orario di lavoro, qual'è il periodo delle ferie e se l'orario è rigido ( visto che avevo chiesto un pò di elasticità d'estate in quanto rilevare verso mezzogiorno con 40° non è il massimo per nessuno penso).
Esposto tutto ciò voglio precisare che esistono anche i bravi ragazzi con la voglia di imparare e di lavorare, però nel mio caso non nè ho ancora trovati!

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cioppi

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23 Gennaio 2007

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 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 19:22

Scusate l'intromissione.
Ho vissuto in prima persona la fase di blocco delle iscrizioni e poi l'esame di stato, compreso l'esame fattomi prima dell'esame di stato da una "commissione di geometri" della mia provincia. Il periodo era precedente all'uscita della legge sul praticantato. Per questi geometri ogni nuova iscrizione era considerata "concorrenza" per cui bisognava iscrivere meno gente possibile.
Ora c'è , per fortuna una legge che fissa come debbono funzionare le cose. Questo fatto però non è ancora sufficiente.
Intendo questo: il praticante non dovrebbe "produrre", se produce DEVE essere remunerato. E' come se un insegnante a scuola potesse utilizzare per lavoro i disegni fatti da un suo allievo.
Vorrei chiedere quanti Docenti"professionisti" hanno mai portato ad una stipula o ad un preliminare o ad una trattativa un praticante.
Durante il mio pseudo praticantato ho rdatto moltissime schedine verdi le chiamo ancora così) ma non ho mai potuto verificare di persona una completa pratica. Il resto lo faceva il titolare.
Il praticante non è un servo di bottega da istruire su come si disegna, ma da istruire su come si progetta.
Non è uno da mettere a rispondere al telefono ma uno a cui insegnare come si risponde al telefono, come si eseguono le pratiche , eccetera.
Lo so che questo scombinerà gli equilibri a più di qualcuno.
Ma se il praticante NON deve essere pagato a maggior ragione NON deve produrre nulla di utilizzabile.
Altrimenti ci dovrà essere una diretta proporzione tra il prodotto e la retribuzione.
Ci DEVE essere la partecipazione agli utili derivanti da un progetto o un tipo approvato.
Solo in questo modo il praticante sarà stimolato a partecipare alla vita dello studio.
Scusate il disturbo.

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Silvano

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21 Giugno 2005

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Padova

 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 19:53

[quote]Ci DEVE essere la partecipazione agli utili derivanti da un progetto o un tipo approvato.
Solo in questo modo il praticante sarà stimolato a partecipare alla vita dello studio.[/quote]

Mi trovi pienamente concorde col tuo ragionamento e mi allaccio a molte altre discussioni gia trite e ritrite: non è che stiamo andando un po' per prati scambiando la nostra professione per una catena di montaggio cinesizzandoci con le nostre mani? Qui da tempo si parla così: 10 pratiche al mese x€ a pratica... 10x €/mese. Io a suo tempo ho fatto il praticante da mio zio e funzionava così: un docfa serve a questo, questa pratica va fatta così... bene, falla e poi ne parliamo. Ci mettevo un sacco di tempo e il "falla e poi ne parliamo" comprendeva anche documentarmi e fare le code dai vari tecnici del caso per capirci qualcosa. Tanto al catasto, quanto negli uffici tecnici e in un sacco di altri enti. Morale della favola è che non ho preso una lira (o giu di lì) e non sento di aver nemmeno imparato granchè: solo una grande cosa ovvero come si opera per risolvere un problema.
In tutto questo ho visto che per riuscire in quest'impresa il mio tutor (adesso si chiamano così) mi ha lasciato tutto il tempo di cui avevo bisogno per produrre qualcosa. Ora vorrei chiedere a voi più vecchi di me che avete superato gli anta: cosa vi aspettate da un praticante? che faccia una pratica fatta bene, o che faccia presto a fare la pratica? Ho passato qualche studio e devo dire che il concetto del praticante è quello del dipendente irregolare (quelli per capirci che si pagano come collaboratori...) pagato meno per fare le file o giu di lì...
Ci lamentiamo dei giovani? Sono diversi da noi (noi eravamo diversi a nostra volta) ma hanno bisogno delle stesse cose e dello stesso trattamento. Se diciamo che non ci sopportano: beh, i soldi non sono tutto e se mancano o sono pochi, bisogna compensare con qualcos'altro.
Scusatemi per il solito discorso lunghissimo...

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Silvano

Iscritto il:
21 Giugno 2005

Messaggi:
822

Località
Padova

 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 20:10

Ah, dimenticavo: il computer.
Purtroppo troppo spesso si nota una linea di demarcazione netta pro e contro il computer. Il non plus ultra era il vecchio presidente del collegio di Padova che lapidario sosteneva che il vero geometra non sa usare il computer, lo fa usare agli altri!
Io, trentenne, cresciuto col computer, da quando serviva su e giu per fungere da calcolatrice ad ora che fa qualunque cosa, non riesco a pensare nessuna professione e nessun professionista disgiunto più di tanto da un calcolatore. Bisogna conoscere la base della professione (che ovviamente non è l'uso del computer) ed essere capaci di amplificare le proprie capacità con i sistemi informatici: demandare le conoscenze informatiche ci limita perchè non riusciamo a comprendere lo sviluppo geniale che la nostra mente non può raggiungere.

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rani

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17 Marzo 2006

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 0 -  0 - Inviato: 22 Maggio 2007 alle ore 20:52

Io il praticantato l'ho iniziato esattamente con l'inizio del quinto superiore e l'esame di abiltazione l'ho dato dopo tre anni di praticantato.
naturalmente durante il praticantato non ho ricevuto uno stipendio, ma solo alcuni regali nelle ricorrenze di Natale e Pasqua.
Questo però l'ho voluto io , infatti, la prima cosa che mi disse l'ingegnere è stata che nopn avrei avuto nessun stipendio, ma avrei potuto usare lo stuydio anche per poter fare i mie lavori che sarei riuscito ad accaparrarmi.
Dopo un po di tempo ci fu la svolta perchè decisi di dedicarmi principalmente al catasto, cosa che l'ingegnera affidava ad altri tecnici.
Poi ho comprato tutta la strumentazione ed ho iniziato a fare i primi rilievi.
Ora lavoro e non mi posso lamentare ,anzi.... si mi devo lamentare perchè non trovo nessuno che voglia fare il gemetra e sono da solo nello studio, non posso, molte volte. andare a fare i rilievi perchè non ci sono ragazzi volenterosi di imparare e fare il praticantato, qualcuno mi ha chiesto se gli firmavo il praticantato sol perchè gi serviva per altri motivi...
naturalmente gli ho firmato un biglietto di buona uscita... veloce dallo studio.
ora ho un figlio che fraquenta il terzo anno di geometra seriamo.
Pare che oggi sia molto difficile trovare un ragazzo/a, almeno dalle mie parti volenterosi.
saluti 8)

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cioppi

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 0 -  0 - Inviato: 23 Maggio 2007 alle ore 00:03

Vorrei aggiungere:
per quanto riguada l'esame:
dopo 2 anni di praticantato davanti al PC con buona esperienza di risoluzione di problemi topografici con programmi che a volte richiedono molta preparazione, almeno per capire come funzionano, dopo aver imparato ad utilizzare il cad come strumento di progetazione, dopo aver frequentato uffici catastali, comunali, ipoteche, a altre varie conoscenze, l'esame:
il disegno, progetto, si fa con le squadrette, i calcoli con la calcolatrice non programmabile, le domande all'orale su casi concreti successi a quello o a quell'altro esaminatore. Proposti con un linguaggio non tecnico ma di uso in quella zona, e qui mi fermo.
Io penso che la prova di progettazione si DEBBA fare a mano libera, indicando a fil di ferro i vani o le sistemazoni richieste eventualmente integrando con una relazione la conoscenza delle normative e quant'altro: la perizia nel disegno a mano non può fare la differenza, oggi che tutti disegnano attraverso il plotter;
La seconda prova DEVE dare la possibilità al candidato di evidenziare la sua preparazione pratica, non la preparazione scolastica: che senso ha dare un calcolo di compensazione di una poligonale: si dia piuttosto la descrizione di come si opera per approntare un rilievo topografico in un determinato caso: i calcoli a mano nella realtà , a meno che non ci siano da calcolare 2 punti, ma neanche quelli, si fanno con il computer, lo insegnano anche a scuola;
Per quanto riguarda l'orale: dovrebbe essere una chiacchierata fatta "alla pari" tra l'esaminatore e l'esaminando.
ALLA PARI, non in un ambiente di inquisizione:
A me , circa 30 anni fa hanno chiesto che cosa era l'errore d'indice, e l'esaminatore non sapeva la risposta ma, visto che era lui a fare le domande, la mia risposta giusta è risultata comunque sbagliata.
Per chiudere: abbiamo un ben di Dio di informatica ma l'esame è a livello del medio evo.
Grazie per l'attenzione

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geoalfa

(GURU)

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02 Dicembre 2005

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 0 -  0 - Inviato: 23 Maggio 2007 alle ore 08:07

condivido in pieno il pensiero espresso da cioppi, anche perchè personalmente ho avuto modo di metterlo in pratica.
ma debbo dirvi che, per riuscirci, ho dovuto fare una mia guerra personale con il presidente di commissione che, guarda caso, era un preside di istituto per ragionieri, professore classico, che pretendeva chiedessimo agli esaminandi............... la tabellina pitagorica.
bèh, l'ho spuntata io e, come dice cioppi, abbiamo fatto progettare a mano libera, abbiamo valutato le relazioni tecniche ecc ecc. ed alla prova orale abbiamo preteso la esposizione personale su argomenti a tema libero, a cominciare dalla auto presentazione ed esposizione del curriculum professionale opportunamente poi integrato con domande di chiarimento e specificazione.
fu un successo.............. ma visto il successo...........da allora in poi non sono più stato proposto come esaminatore......
chi vuole intendere.... intenda.
cordialità

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Maurizio76

Iscritto il:
26 Febbraio 2007

Messaggi:
254

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 0 -  0 - Inviato: 23 Maggio 2007 alle ore 08:24

"cioppi" ha scritto:
Scusate l'intromissione.
Ho vissuto in prima persona la fase di blocco delle iscrizioni e poi l'esame di stato, compreso l'esame fattomi prima dell'esame di stato da una "commissione di geometri" della mia provincia. Il periodo era precedente all'uscita della legge sul praticantato. Per questi geometri ogni nuova iscrizione era considerata "concorrenza" per cui bisognava iscrivere meno gente possibile.



Io ho addirittura sentito voci secondo le quali, mentre un tempo i "vecchi" geometri che governano in qualche modo l'ordine facevano in modo che gli esami di stato fossero molto selettivi al fine di limitare la concorrenza ora fanno in modo che molti nuovi giovani geometri possano prendere l'abilitazione e di conseguenza timbro ed iscrizione all'albo con relativa oblazione che serve a rimpinguare la cassa e assicurare allo stesso tempo la pensione ai suddetti "vecchi" geometri ormai ad un passo dal fine carriera lavorativa...potrebbe essere realtà?

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