Sono geometra da 38 anni e non ho mai visto di buon occhio tutte le battaglie sulle competenze professionali.
Premetto di aver letto "tutta" la sentenza della Corte Costituzionale n. 154/2015.
Abbiamo perso sempre tempo e bene avremmo fatto, in tutti questi anni, a chiedere alla classe politica di stabilire, con più puntualità ed una volta per tutte, i limiti di ciascuna categoria professionale, giusto per garantirci la spazialità in un ambito definito ed in tempi più o meno lunghi.
Prima della circolare 2/88 e comunque fino a qualche anno fa, prima della crisi, alla maggioranza dei geometri poco interessava del Catasto dal momento che si era intenti a disquisire, a suon di carte bollate, intorno alla maledetta definizione di "modesta costruzione civile", con l'obiettivo, mai concretamente agguantato, di "erodere" qualcosa ai laureati. Non abbiamo mai voluto accettare il fatto che il solo "pezzo di carta" abilitasse alla progettazione di opere ben oltre la modesta entità ... e, quindi, giù a parlare di esperienza ... "i geometri hanno costruito l'Italia" ... e via dicendo.
A guardare il nostro programma di studi si capisce chiaramente dove si collochino concretamente i nostri limiti professionali, rispetto a quelli dei laureati in edilizia, ma mai nessuno disposto ad accettare la nuda e cruda realtà ... al massimo si sentiva un ... "...vabbeh ... ma lo facciamo da tanto tempo ... dobbiamo pur portare il pane a casa!"
Poi ... la crisi ha spazzato via l'edilizia mentre il Catasto - spinto da esigenze di cassa dello Stato - diventava l'unica opportunità concreta di lavoro nel settore.
Ed eccoci in prima linea a difendere l'osso ... a sventolare il nostro pezzo di carta, secondo noi pregno di preparazione scolastica e di competenze per legge: noi siamo gli abilitati ... gli agrotecnici no! ... se una cosa non si è studiata a scuola si finisce per fare danni!
Qui qualcosa non quadra: quando ci accusavano di poter far danni non avendo approfonditamente studiato scienza e tecnica delle costruzioni, tecnologia dei materiali e via dicendo ... in una parola, che non siamo analiticamente consci - per non averlo, ribadisco, debitamente studiato - di come fa a reggersi in piedi un fabbricato per abitazioni civili sotto l'azione sismica ... per noi si trattava di trascurabili questioni di lana caprina ... e ora,vuoi vedere che con un frazionamento/un tipo mappale in mano ad un agrotecnico va a finire che ... ci scappa il morto?
Non mi va di entrare nel merito ma, occupandomi prevalentemente di topografia e catasto, mi vengono in mente tutti quei colleghi (e sono tristemente tanti, oltre ogni ragionevole immaginazione) che mi dicono ... "ho posizionato in mappa la linea di frazionamento/il fabbricato utilizzando le coordinale aggiornate dei punti fiduciali" ... "la mappa d'impianto? si, ho capito, dici quella della visura ... ma oggi c'è il wegis che è pure aggiornato".
Ora mi aspetto solo che gli agrotecnici, assetati di vendetta e semmai supportati dagli agronomi, passino al contrattacco per difendere legittimamente il loro "orticello", denunciando i nostri limiti circa le competenze in agraria alla luce delle recenti norme comunitarie.
Ci siamo mangiati anche la frutta ... che viene dopo?
Pace e saluti.