Ed io insisto sulla scarsa, quanto poco chiara, informazione.
Dalle mie parti, una consistente fetta di fabbricati non dichiarati riguarda piccoli fabbricati rurali tra i 25 e 50 mq., depositi, piccole stalle. etc. per uso familiare o, meglio, per la piccola proprietà contadina.
Una fetta di questi sono stati dichiarati con mod. 26, per cui risultano censiti come fabbricati rurali, ma solo in atti e non in mappa.
E questo è il primo dato!
Per gli altri, la P.A. ha sempre asserito che, ove questi fossero stati strumentali al fondo rustico (e questi fabbricatini effettivamente lo sono, dato che vengono utilizzati come depositi di reti per le olive, piccoli attrezzi, sementi, concimi, etc.) la rendita veniva assimilita a quella proprio del fondo (vedi, in tal senso, istruzioni per il mod. Unico fino ad un anno fa e, prima ancora, per il mod. 740).
Ergo, non essendo suscettibili di propria autonomia reddituale non vi era l'obbligo di denunciarli in Catasto.
Di recente si è deciso di cambiare rotta, o, meglio, di mettere ordine, cancellando - sic et simpliciter - tutto quanto era stato scritto al riguardo dalle varie amministrazioni competenti.
Il Governo, proprio perchè consapevole della confusione ingenerata da tutte le interpretazioni dell'ultimo mezzo secolo , ha così deciso di assegnare dei termini per regolarizzare senza sanzioni.
Non si spiega altrimenti!
E fin qui si tratta di informazione poco chiara!
Dal momento che si è deciso di riferire il tutto alla normativa catastale d'origine (...con qualche strascico di confusione fino all'ultima finanziaria, in specie per i fabbricati rurali), ritengo che lo Stato abbia il dovere di darne notizia ai cittadini con adeguato anticipo, consentendo loro di mettersi utilmente in regola.
Non ho la pretesa di dire a chi fa burocrazia come deve organizzarsi, pur dovendo ammettere che una vera azione logica non c'è stata.
Innanzitutto:
- va bene la fotoidentificazione ma come la mettiamo con tutti i fabbricati ex mod. 26? Perchè non sono stati riportati in mappa contestualmente alla loro iscrizione in atti? Il contribuente (o meglio, il tecnico incaricato) deve reperire il mod. 26 e produrre istanza, con attese che, talvolta, superano i tre mesi (non per colpa delle A.d.T. che, per ogni giorno che passa, si trovano sempre più sommerse dalle richieste);
- perchè la campagna pubblicitaria è stata avviata solo ora? Per gli elenchi di agosto e ottobre i termini sono già scaduti!
Infine, un'ammissione di colpa implicita è insita nella decisione di avviare la campagna pubblicitaria stessa!
L'azione intrapresa dallo Stato, seppur tardiva, è assolutamente condivisibile in quanto, una volta conclusa, ci adegua allo status informativo-patrimoniale oramai consolidato negli altri Stati membri dell'U.E., ponendo tutti i cittadini in una verosimile condizione di trattamento paritetico, almeno sul piano fiscale.
La questione é: perché non garantire a tutti l'opportunità di cogliere l'occasione?