"SIMBA64" ha scritto:
non riesco ad aprire il secondo link anche copiandolo interamente nella barra di ricerca.
Il governo impugna il Piano casa
VENEZIA - Il Piano Casa finisce di fronte alla Corte Costituzionale. Il consiglio dei ministri, al termine di un durissimo scontro tra il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Ncd) ed i colleghi allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, all’Ambiente Andrea Orlando, alla Cultura Massimo Bray ed agli Affari Regionali Graziano Delrio (tutti Pd), ha deciso di impugnare davanti alla Consulta la legge approvata sul finire di novembre in consiglio regionale (a fatica: 28 voti a favore e 17 contrari su 60 a disposizione, con la Lega Nord dilaniata), che ha spinto i sindaci sulle barricate. Prima di mettere tutto nelle mani degli avvocati, però, Regione e governo si sono accordati per un’ultima, impossibile mediazione in extremis: i tecnici si incontreranno lunedì per i chiarimenti che, questa è la speranza, potrebbero scongiurare l’ennesima guerra sull’asse Roma-Venezia. Ma sul punto dirimente, ossia la restituzione del potere di veto ai Comuni, l’intesa non c’è. Cinque i punti oggetto della richiesta di impugnativa portata ieri al tavolo dell’esecutivo dal ministro Delrio.
Il primo, e più importante, è la spogliazione dei Comuni del potere prima riconosciuto loro di modulare l’applicazione dei bonus volumetrici sul territorio, arrivando a vietarli in toto in centro storico («L’intero sistema di incentivazione tracciato dalle legge si presenta tale da alterare profondamente l’ordine delle competenze tra Regione e Comuni delineato dalla legislazione statale e da svuotare i Comuni di tutte le loro prerogative decisionali, in contrasto con lo stesso principio di ragionevolezza »). Seguono i dubbi di costituzionalità sulle norme che riguardano la pericolosità «idraulica» e non quella «idrogeologica », sul mancato rispetto delle aree e degli immobili sottoposti a vincolo paesaggistico e sulle deroghe concesse quanto all’altezza degli edifici oggetto del restyling (fino al 40% in più) e la loro sagoma.
Tutte osservazioni a cui la Regione ha già replicato nei giorni scorsi, dopo che Palazzo Chigi, come sempre fa nell’ottica della leale collaborazione tra le istituzioni, aveva provveduto a comunicarle in laguna alla vigilia del consiglio dei ministri. Contatti formali a cui si sono accompagnati passo passo quelli informali tra l’autore della legge, il vice governatore Marino Zorzato, ed il ministro Lupi (entrambi di rito alfaniano), così come tra il Pd, i sindaci di Venezia, Padova e Treviso ed i ministri democrats Orlando, Delrio, Bray e Zanonato (quest’ultimo ex primo cittadino di Padova). Alle ragioni tecniche dell’impugnazione, peraltro già anticipate al Corriere del Veneto dal sottosegretario all’Ambiente Ilaria Borletti Buitoni all’indomani dell’approvazione del Piano («C’è un rischio cemento, così si compromette il paesaggio»), hanno finito così per aggiungersi motivazioni del tutto politiche con Lupi, raccontano, determinato a non veder impallinata la legge pensata dal suo luogotenente veneto e gli alfieri Pd decisi a non deludere le aspettative dei loro sindaci. Ne è nato un litigio furioso, terminato con il voto favorevole al ricorso alla Consulta (anche per una questione di tempi: mercoledì scadono i 60 giorni utili all’impugnazione), temperato però dalla concessione di un’ulteriore tavolo di mediazione, convocato per lunedì. L’impugnazione, dunque, è «parziale».
Ma come sarà possibile trovare l’intesa sul mancato potere dei sindaci, posto che per ripristinarlo si dovrebbe tornare in aula e votare una legge ad hoc? Delle due, l’una: o la Regione si rassegna ad una clamorosa marcia indietro oppure i democrats, stiano in consiglio regionale come al governo, se la mettono via. Tertium non datur. O meglio, il tertium c’è ed è lo scontro davanti alla Consulta. Proprio questo è l’orizzonte che fanno intravedere le parole dei contendenti in campo: «Rinvio ogni commento a martedì - dice Zorzato - ma resto di stucco di fronte alla sinistra che si applaude dopo aver centrato lo strabiliante risultato di creare disagi e incertezza tra i cittadini. Noi difenderemo la nostra legge in ogni sede». Replica Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd: «Questo è il risultato della testardaggine della giunta Zaia che non ha voluto arrendersi neppure di fronte all’evidenza della incostituzionalità della norma che sottrae ai Comuni le loro competenze. Una norma che la dice lunga circa l’atteggiamento centralistico e non rispettoso degli enti locali». Controreplica di Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo, consiglieri Pdl-Ncd: «Quella del governo è un’ingerenza intollerabile e strumentale. E’ arrivata l’ora di staccare la spina all’esecutivo Letta».
25 gennaio 2014
Fonte : corrieredelveneto.corriere.it/veneto/not...