Riporto alcune delle considerazioni fatte al convegno di Padova e ringrazio tutti per i complimenti:
Con l’uscita del DPCM 14.06.2007 si realizza il passaggio delle funzioni catastali ai Comuni che possono scegliere se gestirlo autonomamente oppure convenzionarsi con l’Agenzia del Territorio per 10 anni gratuitamente.
In considerazione del fatto che
i Comuni hanno appaltato tutte le funzioni comunali, dalla gestione dei rifiuti, all’acqua, l’energia ed addirittura la riscossione dell’ICI e in considerazione degli enormi passi in avanti effettuati negli ultimi anni dal Catasto che è arrivato a livelli qualitativi superiori a quelli minimi stabiliti per legge, sembrerebbe ovvio che un Comune scelga di continuare su questa strada tra l’altro non onerosa.
Invece l’ANCI sta realizzando, a livello nazionale,
una campagna diffamatoria in cui con la tecnica degli imbonitori che sulle televisioni private vendono pentole e materassi, nascondono ai Comuni tutte le difficoltà e i trabocchetti inseriti nel Decreto appena pubblicato. Primo tra tutti i costi dell’operazione.
Per un Comune o polo catastale di 100.000 abitanti gestire il catasto utilizzando i contributi previsti dal DPCM
avrà un costo di attivazione minimo pari a 243.000 euro
ed uno gestionale annuo pari ad almeno 70.000 euro mentre rimanere convenzionati con l’Agenzia del Territorio non comporta alcuna spesa.
Si racconta che nella gestione diretta i Comuni potranno compiere un’efficace lotta all’evasione fiscale,
ma è solo una favola da raccontare all’opinione pubblica, infatti è da due anni che è possibile per i Comuni collaborare con l’Agenzia del Territorio in diversi campi per far emergere quanto c’è di sommerso e questa opportunità è stata sfruttata soltanto dal 10% dei Comuni italiani e per di più con ottimi risultati.
Si dice allora che con il Catasto i Comuni potranno conoscere meglio il proprio territorio. Questo è vero! I Comuni hanno bisogno della mappe catastali e della banca dati catastale, così come hanno bisogno dell’aerofotogrammetria, ma ha nessun comune verrebbe in mente di comprarsi aerei e macchinari per farsi le mappe senza avere a disposizione neanche un pilota d’aerei e allora perché prendersi tutto il Catasto invece di aumentare la collaborazione con l’Agenzia del Territorio nella lotta all’evasione e nell’aggiornamento e miglioramento della qualità del dato catastale?
Non vogliamo affrontare il discorso dell’illegittimità del Decreto che alcune associazioni stanno affrontando ma vorremmo riflettere su cosa accadrebbe se il Decreto fosse dichiarato illegittimo o anticostituzionale dopo che un Comune avesse investito migliaia di euro in questa operazione.
Le sperimentazioni in atto da 4 anni in vari comuni d’Italia hanno dimostrato che i ricavi sono di ben lunga inferiori ai costi di gestione ma si continuano a “tenere in vita” perché
devono essere lo “specchietto per le allodole” per gli altri Comuni che stanno effettuare le loro scelte senza alcuna analisi dei costi e previsioni di bilancio.
Un’altra cosa che nei convegni dimenticano di dire è che
i Comuni che intraprendono la strada del decentramento NON possono più tornare indietro infatti l’articolo 10 del DPCM permette nei prossimi due anni di prendersi soltanto ulteriori funzioni, ma se l’esperienza maturata farà scaturire buchi di bilancio o incapacità organizzativa non sarà possibile restituire il Catasto all’Agenzia del Territorio se non riducendolo una “schifezza” e costringendo lo Stato (in base all’articolo 7) a riassegnarlo all’Agenzia del Territorio.
Lavorare con l’Agenzia del Territorio non costa nulla e se le cose non vanno come si vorrebbe si può sempre decidere, entro il 15 luglio del 2009, di provare la gestione diretta di una parte o tutto il Catasto.
Perché se è possibile utilizzare gratuitamente un’automobile funzionante senza dover pagare ne bollo, ne assicurazione, ne benzina si sceglie di prenderne un'altra che costa uno sproposito consuma come una macchina da formula 1 e si faticherà a farla andare veloce come l’altra?