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macius
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Umh.. secondo me va fatta una successione di rettifica (o modificativa o sostitutiva?!) con i due figli di A che possono anch'essi rinunciare. Andrebbe, spero, in questo modo tutto allo zio B. Per quanto riguarda il figlio di D non dovrebbero esserci problemi in quanto non concepito al momento dell'apertura della successione.
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dado48
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Terzo pianeta del Sistema Solare
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Caso assai delicato che potrebbe essere risolto applicando l'ultimo paragrafo in calce al Post ... ma prima, si devono chiarire i due aspetti normativi che, al tempo della Successione, erano (o non erano) stati presi in considerazione: "Art. 467 Nozione (Rappresentazione) La rappresentazione fa subentrare i discendenti legittimi o naturali nel luogo e nel grado del loro ascendente, in tutti i casi in cui questi non può o non vuole accettare l`eredità o il legato." Da questo si ricava che nella Successione dovevano essere compresi i figli di "A" oppure che avrebbero dovuto, a loro volta, rinunciare al pari del padre. "Art. 519 Dichiarazione di rinunzia La rinunzia all`eredità deve farsi con dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione, e inserita nel registro delle successioni (att. 52, 53, 133)." La rinuncia all'eredità può essere sempre revocata fino a quando il diritto all'accettazione non è prescritto (dieci anni), se l'eredità non è stata acquisita da altri. Altri commenti o altre soluzioni ??? Ciao, buon lavoro.
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Juri-
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Daccordo Dado48 Accettazione all'eredità: Dopo l’apertura della successione, i chiamati all’eredità devono valutare se accettare o rinunciare all’eredità stessa. Il chiamato ha 10 anni di tempo per accettare. Se non accettano trascorsi i termini di cui sopra, non manifestando la volontà di farlo (con riferimento al quesito posto - soggetti "C" e "D"), perdono l'eventuale possibilità di impugnare la successione?
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SERGIO_1971
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LE LANGHE
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Saluti. Premesso che sto dando per scontato che era una successione per legge e non per testamento. Secondo me ad oggi gli eredi del decuius sono moglie, figlio B, nipoti C e D (rappresentanti del loro padre A). Anche se C e D non compaiono nella denuncia di successione ciò non toglie che sono stati chiamati all'eredità nel 2004 in rappresentanza del loro padre rinunciatario e non sono ancora passati i 10 anni (tempo che la legge consente per accettare o rinunciare all'eredità). Il nipote senza prole può tuttora rinunciare; ma quello con il pargoletto nuovo di zecca se rinuncia la sua quota, per rappresentanza, spetta al pargoletto; e per far rinunciare il pargoletto ci vuole l'autorizzazione del Tribunale dei Minori (al quale però non puoi raccontare che rinuncia perchè il suo nonno aveva rinunciato perchè si erano messi d'accordo etc. etc. etc. (i patti successori sono illegali)). Ipotesi di soluzione: - il nipote C presenta verbale di rinuncia all'eredità; essendo passati oltre tre mesi dalla data dell'apertura della successione per fare tale dichiarazione deve essere sicuro di non aver mai posseduto i beni; - il nipote D (non potendo rinunciare a causa del figlio minorenne) presenta verbale di accettazione dell'eredità; - con tali verbali si presenta successione modificativa che rettifica l'elenco degli eredi e successiva voltura catastale; - il nipote D titolare dell'intera quota spettante al padre "figlio A" cede la suo quota con atto pubblico a coloro a cui spetta sulla base degli accordi che erano intercorsi tra i "vecchi"; se la moglie del decuius è ancora viva e non è molto anziana ricordati di menzionare nella voltura della successione modificativa il diritto di abitazione a favore del coniuge sulla casa coniugale che ti andrà ad abbattere il valore di tale cespite. Se invece pensi di poter ottenere una autorizzazione a rinuciare da parte del Tribunale dei minori, fai rinunciare anche il pronipote figlio del nipote D e tutto sui risolve senza vendite. Comunque un gran bel casino. Saluti
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Juri-
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Sergio_1971 - sono pienamente daccordo con quello che tu dici. L'unico dubbio é: la successione si è aperta nel 2004 (pronipote non ancora concepito), quindi se fosse stata effettuata all'epoca rinuncia all'eredità da parte di "D" non sarebbe subentrato in rappresentanza il pargoletto (figlio di "D"). Facendo oggi la rinuncia all'eredità di una successione aperta nel 2004 subentra in rappresentanza di "D" anche il pargoletto?
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SERGIO_1971
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LE LANGHE
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L'istituzione della rappresentanza "scatta" al momento della rinuncia e non al momento della apertura della successione. Facciamo un'esempio macabro: il nipote D è morto ieri senza rinunciare ne accettare l'eredità; il pargoletto acquisisce il diritto alla chiamata all'eredità del nonno (e cioè il diritto di accettare o rinunciare) in rappresentanza del padre senza pensare minimamente al fatto se era concepito o meno al momento dell'apertura della succesione del nonno. Almeno io la penso così. Aspettiamo qualche altra conferma e/o smentita. Saluti.
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Juri-
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Riporto in appresso quanto trovato su internet: La capacità di succedere spetta, in primo luogo, alle persone fisiche nate o concepite al tempo dell'apertura della successione: in particolare, l'acquisto dell'eredità del concepito è subordinato alla condizione sospensiva che nasca vivo (art. 1, comma 2 c.c.): si configura pertanto nei confronti di costoro un'aspettativa, l'attitudine ad essere soggetti di diritti. Posto che detta norma ha una portata generale, per le successioni legittime, anche nel caso di successione per rappresentazione, possono ritenersi capaci di succedere solo coloro che sono nati o almeno concepiti al tempo dell'apertura della successione (Trib. Bari, 21/10/1980).
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Juri-
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Credo, che quindi, una volta trascorsi 10 anni i nipoti "C" e "D" non possono più impugnare la successione (il pronipote è escluso dalla rappresentanza in quanto non concepito alla data di apertura della successione). Altre opinioni
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einste
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Andria
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Scusate se mi intrometto ma leggendo ho trovato rinuncia e mi pare consono al quesito postomi questi giorni. Marito A e moglie B vivono in appartamento in regime di separazione di beni. Purtroppo il marito A si trova in cattive acque con il fisco.Per evitare che alla morte della moglie il fisco possa ipotecare l'appartamento cosa si dovra' fare??? 1) alla morte della moglie il marito rinuncia alla sua quota 2) donazione in vita della moglie ai figli 3)altro grazie a chi sapra' illuminarmi distinti saluti
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einste
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Andria
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possibile che nessuno sappia rispondermi??? Distinti saluti
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geoalfa
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"einste" ha scritto: Scusate se mi intrometto ma leggendo ho trovato rinuncia e mi pare consono al quesito postomi questi giorni. Marito A e moglie B vivono in appartamento in regime di separazione di beni. Purtroppo il marito A si trova in cattive acque con il fisco. Per evitare che alla morte della moglie il fisco possa ipotecare l'appartamento cosa si dovra' fare??? 1) alla morte della moglie il marito rinuncia alla sua quota 2) donazione in vita della moglie ai figli 3)altro grazie a chi sapra' illuminarmi distinti saluti così ci estirpi un consiglio che, si dà malvolentieri, perchè bisogna conoscere a fondo tutto, sennò si rischia di dare indicazioni non corrette! comunque se la moglie che è proprietaria 1/1 in regime di separazione dei beni e questi le sono pervenuti al di fuori del rapporto di coniugio, può venderlo ai figli in parti uguali riservandosi l'usufrutto, vita natural durante con diritto di accrescimento, in caso di sua premorte, a favore del coniuge superstite. ritengo questa, la forma di tutela della sua proprietà più consona al caso. cordialità
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einste
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Andria
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grazie geoalfa per essere intervenuto, si appartamento bene personale della moglie 1/1, sono daccordo sulla vendita ai figli ma non capisco il diritto di accrescimento a favore del marito. Cosi il marito moroso inadempiente avra' l'usufrutto che potra' in casi peggiori (azione del fisco)divenire legale e durare 30 anni. Io sarei piu' propenso ad un comodato d'uso a favore del marito e della moglie. Distinti saluti.
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geoalfa
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"einste" ha scritto: grazie geoalfa per essere intervenuto, si appartamento bene personale della moglie 1/1, sono d'accordo sulla vendita ai figli ma non capisco il diritto di accrescimento a favore del marito. Cosi il marito moroso inadempiente avra' l'usufrutto che potra' in casi peggiori (azione del fisco)divenire legale e durare 30 anni. Io sarei piu' propenso ad un comodato d'uso a favore del marito e della moglie. Distinti saluti. salve! personalmente ritengo che in caso di crak sia un pò difficile che il fisco possa intervenire su un usufrutto! ma non si sa mai! allora in sua sostituzione si potrà sottoscrivere una cessione d'uso a scopo abitativo irrevocabile! il contratto di comodato non garantirebbe appieno i genitori. comunque in questo caso è meglio sentire un avvocato! cordialità
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dado48
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Terzo pianeta del Sistema Solare
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Appendo a questo Post i seguenti link (segnalati dalla Geo Network) che riportano a due Risoluzioni dell'Agenzia delle Entrate, in relazione a quesiti inerenti la Successione: www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connec... http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/d1ee5b00426e249abf31bfc065cef0e8/ris+n+52E+del+25+febbraio+2009.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=d1ee5b00426e249abf31bfc065cef0e8 Spero siano d'interesse comune. Ciao, buon lavoro a tutti. ***** ***** ***** ***** Oggi, 9/11/2011, ho aggiornato i Linq alle Risoluzioni sopra citate, poichè i precedenti non erano più raggiungibili.
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