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"rubino" ha scritto: Hai ragione e grazie, non ricordavo il titolo (aggiunge gravità alla vicenda) e arrivava un'altra Anna: manco male, ma è un'altra. Grazie.
Bhe, con pinuccio non si sbaglia mai,..tranne forse qualche caduta di tono negl'ultimissimi tempi, con una certa "ripetività di stile musicale"....
"rubino" ha scritto: Hai ragione e grazie, non ricordavo il titolo (aggiunge gravità alla vicenda) e arrivava un'altra Anna: manco male, ma è un'altra. Grazie.
Bhe, con pinuccio non si sbaglia mai,..tranne forse qualche caduta di tono negl'ultimissimi tempi, con una certa "ripetività di stile musicale"....
Il 6 ottobre esce questa rivisitazione o anche chiamata ufficialmente redux di Dark Side of The Moon,..che compie 50 anni, da parte di quel strano genio un po folle dal nome Roger Waters - Ne sono uscite già 3 anticipazioni, che dire, o le si ama o le se manda a gagare.... Se s'ascoltano con calma e senza altri pensieri, ma soprattutto senza pregiudizi, direi che ha creato un ulteriore capolavoro... Che ne pensi rubino ?
Altro che nonnetti da Rsa, questi sembrano essere tornati ai primi anni 70, credo proprio che il diavolo ne sa qualche cosa.. Omaggio al compianto Watts, suppongo.
Hai ragione, mi sbagliavo: purtroppo, nella stessa misura in cui siamo quello che mangiamo, lo siamo anche per quello che ascoltiamo, quindi inevitabilmente attingiamo alla musica che abbiamo sentito in passato. Però ho due attenuanti: non ne ho trovate altre da usare come pretesto per il 29 settembre e non conosco il catalogo dei trapper, anche perché sapevo che fossero gli amici di Tex nelle storie ambientate nel Grande Nord.
"rubino" ha scritto: Però ho due attenuanti: non ne ho trovate altre da usare come pretesto per il 29 settembre e non conosco il catalogo dei trapper, anche perché sapevo che fossero gli amici di Tex nelle storie ambientate nel Grande Nord.
Io non sapevo nemmeno che si chiamassero "Trapper", ero fermo ai "Rapper" e tuttora ignoro la differenza. Ma sono orgoglioso di questa mia ignoranza.
"rubino" ha scritto: nella stessa misura in cui siamo quello che mangiamo, lo siamo anche per quello che ascoltiamo ...
Hai ragione, noi siamo ciò che mangiamo (lo diceva il grande Gianni Brera) e anche ciò che ascoltiamo. In più siamo fragili anche se ci crediamo forti. Tornare ad ascoltare la musica dei bei tempi andati (quelli della gioventù) è un tentativo inconscio (velleitario e fallimentare) di esorcizzare la paura della morte. Io però, dopo aver visto andarsene due carissimi amici d'infanzia (coetanei), ho elaborato una mia "filosofia" che sembra funzionare a questo scopo. La musica della gioventù è uno degli ingredienti, ma non basta (almeno a me), per cui ne ho individuati altri (non religiosi ovviamente). La sto scrivendo in un lunghissimo testo questa mia nuova idea della morte senza paura. Ma lo faccio più per me nel focalizzare i concetti, non credo che lo renderò pubblico, se non agli amici più stretti (quelli d'infanzia rimasti).
Ma vale esattamente anche al contrario .... noi ascoltiamo in base a ciò che siamo, a parte la globalizzazione, se nascevo in Giamaica ascoltavo per lo più musica reagge, in Texas il country... etc.. quindi forse è più vero il contrario, noi qui tutti abbiamo uno straccio di diploma, per cui un background che ci fa apprezzare maggiormente Mozart o Coltrane, ma per chi sfortunatamente si ferma all''elementari, per dire, oltre i Ricchi & Poveri o Pupo non va... credo. È anche l'ambiente che influenza i gusti in genere.
Hai ragione, credo che l'affinità verso certa musica c'è l'abbiamo nel DNA, altrimenti non si spiegherebbe perché l'ascolto di quella più antica (come il canto a tenores sardo o il pianto rituale delle mie parti) non riesce ad essere superficiale e non certo solo per il rispetto alla più antica forma di espressione dell'animo umano. Se non avessi ascoltato, dalla più tenera età gli artigiani (mio padre) cantare, mentre lavoravano, le canzoni della tradizione musicale napoletana, oggi non le apprezzerei e quando ho capito quale è il loro effettivo valore, non avrei trovato parole e melodie pronte perché toccasse a me, oggi, usarle per segnare i momenti della vita.
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