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27 Luglio 2005 - Audizione del Direttore dell'Agenzia del Territorio alla Camera dei Deputati
Decentramento funzioni catastaliAudizione alla Camera dei DeputatiLo scorso 14 luglio si è svolta, presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Depuati l'audizione del Direttore dell'Agenzia Mario Picardi in merito allo stato di attuazione del processo di decentramento delle funzioni catastali ai Comuni. Ecco il testo dell'intervento.
Camera dei Deputati VI Commissione Finanze Processo di decentramento delle funzioni catastali (ex D. Lgs. 112/1998) Roma, 14 luglio 20051. PREMESSA Come è noto, il processo di decentramento delle funzioni catastali non è riuscito a “decollare” per le difficoltà emerse nella fase di attuazione, sviluppatasi dal 2001, che hanno finito per impedire l’emissione dell’ atteso provvedimento che, ripartendo le risorse finanziarie, umane e strumentali tra tutti i comuni o loro aggregazioni, lo avrebbe reso operativo. Pertanto, il D.P.C.M. del 22 luglio 2004 ha spostato di due anni il termine fissato al 26 ebbraio 2004 da precedente disposizione ai fini della suddetta ripartizione delle risorse. Nonostante l’impegno profuso dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze, dall’Agenzia del Territorio e dalle Associazioni rappresentative delle realtà locali, si sono riscontrate significative criticità, attribuibili ad una certa astrattezza del dettato normativo ed alle conseguenti incertezze e complessità dei percorsi attuativi che, allorché si è pervenuti alla fase operativa, hanno fatto emergere serie difficoltà, in presenza peraltro di forti opposizioni delle componenti sociali ed economiche coinvolte. Alle resistenze sindacali, riconducibili soprattutto ai disagi ed alle insicurezze della mobilità territoriale del personale e alla paventata utilizzazione non professionalmente adeguata dello stesso nell’impiego diretto presso i Comuni, hanno fatto riscontro le forti preoccupazioni manifestate dalle associazioni dei proprietari di immobili, con particolare riferimento alla problematica della determinazione degli estimi catastali, e dalle categorie tecnico – professionali, per il timore di una gestione dei processi di aggiornamento frammentata e non univoca tra i diversi Comuni. Inoltre, l’atteggiamento delle Amministrazioni comunali non è stato univoco ed è stato caratterizzato da persistenti incertezze circa le modalità di esercizio delle funzioni catastali alle stesse assegnate. In tale contesto l’Agenzia del Territorio ha operato, in piena sintonia con ANCI ed UNCEM, svolgendo intense azioni finalizzate ad acquisire tempestive indicazioni sull’intendimento dei Comuni circa l’esercizio diretto delle funzioni catastali (in forma individuale o aggregata), ovvero mediante affidamento in convenzione alla stessa Agenzia: oltre il 50% dei comuni non ha fornito alcun riscontro e, comunque, soltanto una quota ridotta ha assunto un atteggiamento definito anche attraverso adozione di delibera. L’impegno dedicato in questi anni ad un obiettivo costantemente considerato strategico, le molteplici azioni sviluppate attraverso le concrete sperimentazioni, nonché l’estensione di sportelli catastali decentrati, attualmente governati dall’Agenzia insieme ai Comuni, che a tendere potranno essere gestiti dai soli Comuni, ed infine le analisi relative alle potenziali aggregazioni, condotte con ANCI e UNCEM, ed una serie di indagini svolte a vario titolo, hanno fatto acquisire una maggiore e più completa consapevolezza sui problemi tecnico-organizzativi del decentramento che, messa a disposizione del Parlamento e dell’Autorità Politica, consentirà l’individuazione di orientamenti e decisioni appropriate per l’attuazione del processo. Il quadro di riferimento delineato si è, peraltro, sostanzialmente trasformato a causa della crescente pervasività dei processi di informatizzazione. Per esemplificare, l’accesso al catasto è già oggi di fatto più semplice e a diretta portata degli enti locali e dei professionisti che desiderino utilizzarlo in via telematica. Inoltre gli sportelli catastali decentrati rappresentano sostanziali e positivi traguardi di gestione delocalizzata di attività meno complesse, ancorché sotto la responsabilità dell’Agenzia del Territorio, a vantaggio di operatori e cittadini attraverso un più facile accesso alle informazioni ed ai servizi. 2. IL PROCESSO DI INFORMATIZZAZIONE ED ADEGUAMENTO BANCHE DATI Il tempo fin qui trascorso non va considerato in termini negativi, in quanto ha, anzitutto, fatto emergere le numerose criticità che è stato possibile gestire, prevenendo concreti rischi di collasso e malfunzionamento. L’estensione dei processi di informatizzazione, come già precedentemente evidenziato, ha profondamente e positivamente modificato il contesto di riferimento. Il servizio SISTER –Sistema Interscambio Territorio- permette di visualizzare on-line e di stampare visure catastali di fabbricati e terreni esattamente uguali a quelle ottenibili in forma cartacea negli uffici territoriali, rendendo come già affermato, l’accesso al catasto già oggi di fatto più semplice e a maggiore diffusione; peraltro, utilizzato anche negli sportelli catastali decentrati, consente di estenderne la fruibilità ai cittadini. Nel frattempo, l’esigenza di adeguare le infrastrutture operative agli stessi presupposti del decentramento ha reso inderogabile la rivisitazione dell’intera architettura del sistema informativo. In particolare la trasformazione della piattaforma informatica (da “client-server” a “web-based”) consente, attraverso l’utilizzo di reti telematiche sicure, un più ampio spettro di potenziali utilizzatori , sia in qualità di utenti (cittadini, professionisti e imprese) che di gestori ( Agenzia e Comuni). Negli ultimi anni, nell’ambito del piano di sviluppo per l’e-governement, promosso dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica, si è operato, d’intesa con gli Enti territoriali, per definire gli standard informativi da adottare per gli sviluppi delle nuove architetture di interscambio e di cooperazione nell’utilizzo delle banche dati delle diverse Istituzioni. I progetti di e- gov, quale quello di SIGMATER a cui l’Agenzia partecipa, tendono a rendere i servizi e le informazioni catastali più fruibili dai cittadini e a definire servizi innovativi, attraverso l’integrazione delle informazioni gestite dalle varie Istituzioni. Per chiarire le potenzialità, si pensi alla possibilità di ottenere un certificato di destinazione urbanistica che integra e sovrappone la carta tecnica regionale o comunale, la cartografia catastale, le ortofoto prodotte dall’AGEA ed il piano regolatore comunale ovvero alla semplificazione dei procedimenti che riguardano gli immobili, attraverso la presentazione di una richiesta di concessione edilizia che produca i documenti per il successivo accatastamento. L’Agenzia ha, quindi, iniziato lo sviluppo di un nuovo Sistema Interscambio aperto allo sviluppo di specifiche funzionalità tali da consentire: • un efficiente scambio di dati bidirezionale, in grado di assicurare l’aggiornamento dei dati presso i sistemi informativi degli Enti territoriali (in particolare dei Comuni) per le funzioni di governo del territorio e di gestione e controllo della fiscalità immobiliare locale; • la correlazione tra dati catastali e comunali (per esempio la toponomastica) che, a parità di contenuto informativo, presentino una diversa codifica; • la potenziale messa a disposizione di informazioni catastali selezionate dai Comuni ed utilizzate nei processi e nei sistemi informativi delle amministrazioni locali. Nel più generale scenario delle trasformazioni suddette, assume rilevanza l’imponente opera di recupero dell’enorme arretrato documentale, accumulatosi a vario titolo negli uffici periferici e che costituiva, tra l’altro, grave ostacolo ad ogni obiettivo di trasferibilità del sistema e, comunque, di interscambiabilità dei dati. In tale disegno s’inquadra il completamento delle altre attività di sistematizzazione delle banche dati e gli interventi volti ad assicurare la “qualità del dato”, per ridurre in limiti fisiologici, e quindi accettabili, le casistiche di incoerenza tra le informazioni contenute nelle banche dati e le reali situazioni immobiliari cui esse si riferiscono. Inoltre, è da rilevare come, in coerenza con le previsioni del D.Lgs. n.300/1999, sia entrato nella fase operativa il progetto “Banca Dati Integrata”, un intervento strutturale che si pone l’ obiettivo di assicurare risposte più efficaci a missioni strategiche dell’Agenzia: migliorare la certezza del diritto in tema di proprietà immobiliare, di fornire nuovi servizi alla collettività e di migliorare il supporto alla fiscalità, mediante l’integrazione del sistema di pubblicità immobiliare con quello amministrativo-censuario e cartografico del catasto. 3. SPORTELLI DECENTRATI In questo contesto un significativo rilievo assume l’attivazione degli “sportelli decentrati” presso le Amministrazioni comunali, che al 31 dicembre 2004, assommavano a n. 457 ( vedi tabella allegata) ed interessavano, attraverso opportune agglomerazioni, circa 2000 Comuni - per una popolazione di circa 20 milioni di abitanti- distribuiti in tutte le Regioni. Come è noto, gli stessi assicurano prevalentemente servizi di visura e rilascio di certificazioni. Solo in alcuni casi, in particolare in presenza di bacini di utenza di un certo rilievo, è svolto, in via sperimentale, anche il servizio di accettazione dei flussi di aggiornamento della banca dati catastale. L’iniziativa tende a soddisfare le esigenze manifestate dalle singole municipalità, contribuendo, altresì, ad assolvere funzioni di diffusione di cultura catastale a livello comunale. Sulla base dell’esperienza e dei risultati conseguiti in termini di costi/benefici, stante la necessità di conciliare l’estensione del fenomeno con l’assolvimento – negli uffici provinciali – degli altri compiti istituzionali, l’Agenzia ha sviluppato un modello che permette di selezionare gli ambiti territoriali, ai fini del mantenimento o dell’attivazione degli sportelli decentrati. Nel contempo si è ipotizzato un modello di sportello “autogestito” dal Comune. Nel 2005, perciò, come previsto dalla Convenzione Ministero/Agenzia, si apriranno 100 nuovi sportelli “ autogestiti” localizzati solo negli ambiti territoriali giudicati idonei dal modello soprarichiamato e si avvierà un processo di riconversione in modalità autogestita degli attuali sportelli catastali decentrati (nella stessa Convenzione è prevista la riconversione di 130 sportelli). L’ attivazione, a fine 2005, di oltre 550 sportelli comunali, da una parte consolida la collaborazione tra Comuni e Agenzia, dall’altra, risponde a concrete esigenze degli enti locali, dei cittadini e dei professionisti. L’evoluzione degli sportelli catastali decentrati verso attività più complesse merita qualche spunto di riflessione alla luce delle iniziative da intraprendere per rispondere ai Comuni che hanno richiesto da tempo il passaggio su piattaforma informatica web e l’attivazione di nuovi servizi. L’Agenzia, proprio per venire incontro a tali esigenze, intende attivare gradualmente - su alcuni sportelli già operativi presso Comuni con significativo bacino d’utenza e che hanno sempre mostrato una particolare attenzione alle problematiche catastali – ulteriori servizi quali l’accettazione e la trattazione degli atti di aggiornamento e delle istanze di correzione, tramite l’utilizzo della piattaforma informatica web già realizzata. In tali sportelli si potrà prevedere di sperimentare nuove modalità di cooperazione nelle attività di controllo e di verifica delle informazioni dichiarate negli atti di aggiornamento del catasto edilizio urbano, attraverso l’utilizzo delle banche dati di edilizia comunale. 4. L’IMPATTO DELLA FINANZIARIA 2005 La legge finanziaria 2005 ha introdotto, tra l’altro, significative novità che, finalizzando obiettivi di perequazione e di recupero di “sacche” di evasione ed elusione nell’area dell’imposizione immobiliare, vedranno fortemente impegnati i Comuni e l’Agenzia. Si fa riferimento, in particolare, alle norme (art. 1, commi 335, 336 e 340 della L. 311/2004), che prevedono: • l’attivazione, da parte dei comuni, di procedure dirette alla revisione, a cura dell’Agenzia, dei classamenti delle unità immobiliari ubicate in microzone caratterizzate da “significativi” scostamenti tra valori di mercato e valori catastali, rispetto alle altre microzone comunali; • l’avvio di procedure, sempre da parte dei comuni, per fare emergere le unità immobiliari non dichiarate in catasto ovvero gli interventi edilizi che ne abbiano reso incoerente il classamento, con conseguente obbligo per i titolari di diritti immobiliari di provvedere alle prescritte denunce di regolarizzazione all’Agenzia che dovrà provvedere d’ufficio, in caso di inadempienza dello stesso titolare; • la modifica d’ufficio da parte dei comuni della superficie di riferimento ai fini TARSU, qualora risulti inferiore all’80% della superficie catastale (fornita dall’Agenzia attraverso modalità d’interscambio con i Comuni), con previsione della acquisizione della planimetria dell’unità immobiliare, se non esistente nel catasto. Si tratta di rilevanti attività che, come più sopra rilevato, costituiscono preziose occasioni di collaborazione ed interscambio fra Agenzia ed enti locali, negli articolati rapporti operativi che si estenderanno progressivamente ad un ampio numero di Comuni, in situazioni anche molto diversificate. 5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L’esigenza del diretto coinvolgimento e della partecipazione degli enti locali nella gestione del catasto è, come si desume anche dalle considerazioni fin qui svolte, sempre più avvertita, e le stesse norme della “Finanziaria 2005”, cui si è fatto cenno, lo dimostrano, attribuendo un ruolo decisivo ai comuni che, per le funzioni svolte soprattutto in materia urbanistica, ma anche in altri settori, hanno conoscenza diretta ed immediata di una serie di elementi che rappresentano i presupposti essenziali di un efficace mantenimento e aggiornamento della banca dati catastale. Pertanto, la scelta di fondo del D. Lgs. N. 112/98 non può che restare ferma e valida, ma deve tener conto delle sostanziali modificazioni del quadro di riferimento. Le positive evoluzioni registratesi in questi anni nei processi tecnologici, con un ricorso sempre più spinto al mezzo telematico, nel recupero degli arretrati documentali, negli altri progetti strategici realizzati o in fase esecutiva, cui si è fatto più sopra cenno, soprattutto con riferimento alla “qualità del dato” ed all’integrazione delle banche dati catastale ed ipotecaria, costituiscono tasselli di un più ampio e progredito scenario nel quale collocare un effettivo processo di decentramento, forse diverso da quello originariamente immaginato. Appare, inoltre, necessario assumere espressa consapevolezza circa l’obsolescenza del vigente sistema estimativo-catastale di determinazione della base imponibile immobiliare, a fronte della quale sussiste una significativa progettualità sviluppata dall’Agenzia, sulla base degli Atti di indirizzo ministeriali, per una profonda riforma della struttura degli estimi catastali, ispirata a principi di semplicità, trasparenza, equità e dinamicità e finalizzata alla creazione di una base di riferimento per l’imposizione immobiliare perequata, aggiornata con continuità ed omogenea sul territorio nazionale. Il processo di decentramento non potrà, quindi, non tener conto delle possibili evoluzioni della suddetta riforma il cui successo, come le ampie analisi dimostrano, resta subordinato alla cooperazione Enti locali/Agenzia, fondata su momenti di forte sintesi nelle dinamiche dei processi riguardanti l’aggiornamento dei dati sulla “vita” e l’intestazione dell’unità immobiliare: ciò anche per evitare duplicazioni di adempimenti ed attività, con vantaggi in termini di benefici per il cittadino e di costi per il sistema. Il nuovo scenario, nel quale s’inquadrano le concrete sperimentazioni succedutesi, gli elementi acquisiti con le indagini e simulazioni compiute con ANCI e UNCEM, le evoluzioni tecnologiche, la diffusione degli sportelli decentrati con la tendenziale migrazione degli stessi verso l’ambiente “web”, la flessibilità suggerita ed accolta nello schema di provvedimento attuativo elaborato tra la fine del 2003 e gli inizi del 2004, sono tutti fattori positivi che dovrebbero agevolare un’ utile e più generale riflessione sulle modalità ottimali di perseguimento di un concreto e positivo processo di decentramento. Si è, infatti, convinti che un aggiornamento ed adeguamento del disegno iniziale, oltre a recepire elementi d’ integrazione in grado di porre concreto rimedio alle criticità emerse, potrebbe accogliere, in una propizia ed imminente occasione normativa, concreti principi ispiratori di una effettiva riforma della struttura degli estimi: il che consentirebbe di conseguire quei fondamentali obiettivi e principi di equità, semplificazione e trasparenza, sopra ricordati, rivedendo, peraltro, il tradizionale e limitato concetto di “revisione degli estimi”, riferito ad un sistema, si ripete, assolutamente farraginoso ed obsoleto, e consentendo di conseguire, nella cooperazione Agenzia/Comuni, i presupposti di un nuovo rapporto che, dando maggiore certezza alla fase di determinazione della base imponibile immobiliare, mantenuta dallo Stato, elimini quei motivi di sostanziale opposizione delle componenti sociali ed economiche, che il processo di decentramento ha incontrato nel suo percorso attuativo. • • • In conclusione, sulla base di quanto fin qui esposto ed argomentato e delle esperienze concretamente maturate, si possono ipotizzare le seguenti linee di riferimento: intensificare l’apertura di nuovi sportelli decentrati, privilegiando le soluzioni che incrementino la fruizione dei servizi da parte dei cittadini e degli operatori; incrementare e “normalizzare” la collaborazione, a vari livelli, fra Comuni e Agenzia, con particolare riferimento alle disposizioni della Finanziaria 2005; adeguare l’architettura delle disposizioni contenute nel D.Lgs. n. 112/98 per portare a compimento il “decentramento possibile” contribuendo, in particolare, all’individuazione delle modalità ottimali di cooperazione per ciò che attiene le movimentazioni/integrazioni della Banca Dati Catastale e l’attribuzione dell’estimo ai fini dell’imposizione fiscale. Quest’ultimo rappresenta l’aspetto più delicato e complesso di una impostazione del catasto radicalmente innovativa, da affrontare senza preconcetti e preclusioni, dovendosi conseguire una sintesi ottimale fra la conoscenza diretta e “naturale” del territorio da parte dei Comuni e l’esigenza di assicurare la necessaria omogeneità e perequazione fiscale, anche territoriale, che deve continuare ad essere concretamente garantita dallo Stato.
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