"totonno" ha scritto:
Carlo, ti invidio perchè come un vero topografo ami alla follia la precisione e lo zero assoluto è la tua aspirazione, una cosa reale. Per me non esiste, come non esiste la misura assoluta. Io aspiro ad arrivare più vicino possibile alla verità assoluta. Ovviamente non riesco mai. Questa è filosofia e può sembrare una baggianata, ma se stiamo qui a discutere di 8 cm., allora possiamo anche discutere di filosofia. Nel caso specifico ci sono due soggetti, (posso dire imbecilli??) che vanno davanti al giudice perchè evidentemente qualche tecnico misuratore ligio al dovere gli avrà consigliato che con un buon avvocato riuscirà ad avere qualche soddisfazione. Il giudice nomina un CTU, probabilmente anche incalzato dagli avvocati delle parti, per rilevare la vera posizione del rilievo già esistente sul posto. Mi sembra di vederlo questo confine, una linea perfetta, senza curve, praticamente la lama di un rasoio, e che dire degli spigoli dei fabbricati? Degli specchi che bisogna stare attenti che sugli spigoli ci si può tagliare. E' ovvio che il CTU DEVE DIRE LA VERITA', ma la sua verità che non è quella assoluta ma quella che egli ricava dal suo metodo di misurazione adottato che dovrà esporre nella sua relazione. Il risultato raggiunto sarà quello per lui più vicino a quello reale assoluto ma lo deve a mio parere mediare per forza con la prima misurazione di rilievo utilizzata per il posizionamento del confine, non può certamente sostenere che il primo rilievo sia sbagliato con questa esigua differenza. E secondo me questa responsabilità il CTU se la deve prendere. Non è che deve nascondere la verità, tutt'altro, ma deve anche cercare di spiegare al meglio al giudice, che non è un tecnico, quello che anche te vai credo esponendo da sempre, sulla possibilità di errore inevitabile, le condizioni di rilievo trovate nel momento, le caratteristiche del posto che con il tempo si modificano e tante altre cavolate, magari dette in maniera semplice, che però sono necessarie per permettere al giudice di esprimere un giudizio votato, specie in questo caso, al buon senso, cioè ad un nulla di fatto, andate a casa voi irascibili vicini di casa, piegate un pò la rete otto cm. (anzi quattro per mediare) più in là e fatela finita! Da questo punto di vista dò pienamente ragione a Salviotto che fa presente che ci possa essere qualche piccolo scarto in sede di materializzazione dei punti significativi di confine.
Quando facevo i rilievi con la rotella metrica all'interno degli appartamenti, le differenze sui cinque cm., non c'è versi , me li portavo sempre dietro, vuoi per il pollice gonfio, da una martellata, che mi rubava due cm, vuoi per scarsa visibiità, poichè sempre senza luce e polverosi sono quei diavolo di appartamenti. Stesso discorso per le distanze tra punti fiduciali, mai che mi tornino alla terza cifra decimale di un solo tipo antecedente. Se non si potresse accettare la tolleranza, allora starei a fare un altro mestiere. Chissà per che cavolo l'hanno ammessa la tolleranza.
Del resto con le misure assolute, il topografo non avrebbe ragione di esistere !!
Non credere poi, Carlo, che io faccia occhi (non orecchi) da mercante, perchè per me sei un cardine, un esempio in materia, da cercare di emulare al meglio possibile e quindi peso e valuto ogni tua parola che scrivi. (Non è una minaccia...).
Scusate la lungaggine.
Saluti assoluti, questi sì senza errore. :wink:
Concordo con te e con Simba64 sulla tolleranza, sulle misure e su tutta l'altra filosofia topografica che avete elucubrato.
Chi ha mai detto il contrario d'altronde?
E se vi rileggete il mio primo post ho detto a Luisa:
"Immagino, ma immaginare è diventata una gran fatica perché basterebbe che chi propone i quesiti li ampliasse a dovere, che in centro urbano la linea di confine sia generata da un atto di aggiornamento che tu hai ricostruito in maniera rigorosa, chiara, inequivocabile e senza scarti sui punti di appoggio, perché se tu avessi avuto degli scarti importanti verrebbe da chiedersi come è possibile dare delle risultanze del genere."
Quindi siamo d'accordo su tutto.
O meglio su quasi tutto.
Perché ho portato un esempio molto chiaro (non è detto che sia il caso di Luisa) dove chi giura di "adempiere fedelmente al proprio mandato in modo di far conoscere al Giudice la verità" non si può sottrarre al dovere di dirla quella verità.
Uscendo dal caso specifico mi sento di dire due parole sulle tolleranze e sulle ultime esperienze legate anche al Pregeo.
A volte nei monitoraggi di opere pubbliche o di installazione di macchinari mi è stata richiesta tolleranza 0.
Io molto educatamente ho risposto che non esiste la tolleranza 0 perché gli strumenti di misura non sono "esatti".
Di contro dico che le tolleranze dei rilievi post circolare 2/88, oggi, sono ridicole.
Esse furono pensate nel 1988 quando erano diffusi ancora teodoliti e stadie.
Oggi una tolleranza dai 5 ai 10 cm sui 300 metri sarebbero più che sufficienti.
Tutte le risulatanze diverse, DICIAMOCELO CHIARAMENTE, sono figlie di rilievi eseguiti con scarsa tecnica topografica: mancanza del centramento forzato, nessun controllo sullle misure attraverso punti ribattuti, approssimazione nel posizionare il prisma sulle materializzazioni ecc. ecc.
Dico solo che se avessero lavorato così i "meravigliosi" e "valorosi" tecnici che hanno fatto il catasto oggi le mappe di Impianto avrebbero una imprecisione "locale" di 3 metri invece di 50 cm.
Cordilamente
Carlo Cinelli