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Confine certo non corrispondente alla mappa |

mike69
GeoGRANATO
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06 Febbraio 2006
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LETINO (CE)
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Salve colleghi, ho effettuato un rilievo per verifica di un confine e ho constatato che una parte del confine perfettamente individuata, esistente fin dall'impianto non corrisponde alla mappa. Il confine in questione divide due terreni posti a quote diverse, in effetti il confine reale è alla base della scarpata, mentre effettuando il riconfinamento utilizzando la mappa, il confine ricade a circa un metro, verso la quota superiore, oltre la scarpata. Come mi devo comportare ???? Grazie, saluti e buon lavoro a tutti.
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
Iscritto il:
07 Novembre 2006
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Salve mike Prima considerazione: Chi ti dice che il ciglio non sia sceso dall'epoca dell'impianto ad oggi? Sono passate svariate decine di anni dall'epoca della Formazione della mappa e quindi non è da escludere questo evento. A me è capitato molto spesso di verificarlo. Solo le materializzazioni stabili come i muri possono essere considerate attendibili e "abbastanza" immutabili. Seconda considerazione: Ammesso e concesso che tu abbia fatto una verifica della linea cartografica impeccabile devi pensare anche alla tolleranza della linea stessa. La cartografia catastale non è la rappresentazione fedele del territorio. A che distanza pensi possa essere ritenuto valido trovare una materializzazione? Terza considerazione: Tecnico giuridica. Da quanti anni il ciglio è in quella posizione? Cordialmente Carlo Cinelli
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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30 Agosto 2003
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Castel del Rio
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Ciao MIke69, leggendo Carlo mi verrebbe spontanea una "quarta considerazione": e le parti cosa ne pensano? Che sembra una banalità, ma non credo che lo sia poi tanto; infatti il confine può essere messo in dubbio se c'è il presupposto dell'incertezza. Se non ho capito male ritieni che il confine sia il piede della scarpata e non il ciglio. Suppongo che pensi questo perché la scarpata è manutenuta dal confinante a monte; altrimenti non ci sarebbe l'incertezza, condividendo entrambi l'idea sulla posizione del confine. In questi casi di solito la verifica è richiesta da quello a valle, che confida di poter "salire" un poco, ma tecnicamente non cambia nulla anche se l'incarico arriva dall'altro, che vuole verificare di non lavorare per nulla. In caso di effettiva incertezza, diventa importante capire da cosa questa deriva: quindi le condizioni poste da Carlo prendono corpo molto concreto, in particolare prima e terza. Perché un dubbio potrebbe venire proprio da movimenti di terra (frane o arature che siano). Infine sulla seconda considerazione ha un peso anche l'origine della linea: se all'impianto fosse stata dividente di coltura, la tolleranza di rilevamento sarebbe più ampia; e non escludo che nel trasferimento di diritti che ha poi generato il confine si trovi qualche cenno alla sua posizione. Cenno che prevarrebbe giuridicamente sulla mappa. In definitiva, alla domanda " come mi devo comportare" credo di poter rispondere: cerca più prove possibile della posizione del confine, verifica le eventuali "controprove" o comunque elementi che possano ridurre la significatività degli elementi considerati di prova, e confronta lo stato di fatto con quelle prove e con la mappa, considerando quest'ultima soprattutto un elemento per rafforzarne altri, se incerti. Leonardo
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geoalfa
(GURU)
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02 Dicembre 2005
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Dal momento che sono intento a raccontare esperienze, vi dico questa, che esperienza non è, ma è un Modus Operandi derivato dalle usanze e consuetitudini nella mia zona di lavoro: Nelle campagne dette, c'è la consuetitudine di apporre i confini nel modo seguente: a due terzi della scarpata verso il podere inferiore ed il restante terzo verso il podere dominante! Però nella verifica c'è sempre da tenere conto di quello che il buon Carlo paventa: - Nei terreni inclinati, c'è sempre la possibilità che movimenti franosi ecc. possano far scivolare il podere a monte verso quello a valle! Lì ci cimenteremo volentieri! In particolar modo quando lungo le scarpate ci sono gli spini! Buona riconfinazione!!!
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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07 Novembre 2006
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it
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Leo e Gianni Le vostre considerazioni sui cigli dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, di come questo sia un paese lungo e stretto. In questi giorni stavo riordinando e rileggendo il materiale in mio possesso relativo alle testimonianze di chi la mappa l'ha fatta e a riguardo dei cigli a dislivello riportava che il confine veniva sempre considerato al piede. La testimonianza di Gianni è fantastica. 1/3 e 2/3. Chissa se a Colfiorito condividono? Ciao Carlo
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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Castel del Rio
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Mutatis mutandis, Carlo (e non dubito che ciò avvenga regolarmente  ), la questione della posizione del confine rispetto a una scarpata è simile a quella della proprietà del sottotetto: se non risultano accordi diversi, allora è così. Anche perciò raccomandavo di valutare il punto di vista dei confinanti! E comunque in senso generale, chi pulisce la scarpata la fa sua, ma in caso di recinzione mi è capitato di osservare la scelta di lasciarla al fondo inferiore, per facilitare la pulizia. Non credo che queste siano particolarità locali, ma principalmente necessità o preferenze. Certo che 1/3 a 2/3 mi pare un po' buffo. Magari il vecchio lupo ha voluto celiare! Gianni, ragguagliaci anche sull'origine di tale usanza! Leonardo
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