Illustrissimo,
"geocinel" ha scritto:
Mi scusi dunque se non ho capito il sottinteso e implicito ragionamento che portava chiaramente alla deformazione fisica della carta.
Scuse accettate.
"geocinel" ha scritto:
Mi spiega, se può dedicarmi un po' del suo prezioso tempo ...
Glielo dedico volentieri il tempo perché, come Ella saprà, questi tempi mi appassionano molto.
"geocinel" ha scritto:
quale sarebbe la deformazione "vera", che ha subito la mappa cartacea e perché non è ricostruibile? E poi le deformazioni fisiche della carta non venivano corrette con la georeferenziazione? Cosa c'entra la deformazione fisica della carta con il modulo di deformazione? Grazie.
Le riporto a tal'uopo un brano del mio post precedente, quello per il quale Lei ha avuto quella lieve incomprensione:
"georox" ha scritto:
Per quanto si cerchi di applicare la georeferenziazione più appropriata, questa non potrà mai correggere la "vera" deformazione della mappa. Questo perché tale deformazione è avvenuta in maniera che possiamo definire "casuale", mentre invece noi, con la georeferenziazione, applichiamo una correzione "lineare".
Per spiegarle meglio, con tale passaggio ebbi a intendere che a noi, oggi, non è dato sapere quel'è stata la deformazione reale subita dal supporto cartaceo. A meno che non procedessimo ad un'approfondita analisi fisica del supporto medesimo. Se l'argomento la appassiona altrettanto, la inviterei, a tal proposito, a rileggere un dotto intervento su questo forum del Prof. Surace il quale accennava ad una possibile computazione più realistica della deformazione della carta tenendo in considerazione il verso delle fibre.
Penso che anche Lei converrà che una tale operazione sia praticamente irrealizzabile. Per compierla bisognerebbe infatti rientrare in possesso della mappa cartacea originaria e sottoporla ad un esame fisico da parte di tecnici dotati di opportuna cognizione di causa e di strumentazione adeguata. Senza contare che tale esemplare originario ha, nel frattempo, continuato a deformarsi rispetto alla data della scansione, cioè il momento in cui la deformazione è stata arrestata per quanto attiene al file raster dalla stessa ottenuto.
Posto quanto sopra, dicevo quindi che la correzione da noi applicata con la georeferenziazione, per quanto questa segua l'algoritmo più appropriato, non riporta la mappa al suo "vero" stato originario, perché tale algoritmo non riproduce fedelmente a ritroso la "vera" deformazione.
Pertanto, se noi con la georeferenziazione non abbiamo fedelmente riportato la mappa alla sua vera conformazione originaria, significa che i punti di inquadramento che andiamo a prelevare dalla stessa sono affetti da un errore di posizione residuo. E poiché il modulo di deformazione viene calcolato direttamente dalla mutua posizione tra le coordinate mappa e quelle del rilievo, è del tutto evidente che tale valore risulta determinato anche da tali errori residui.
Sono certo che ora il concetto le risulterà più chiaro, ma la prego di rispondermi ove così non fosse.
Nel mio post precedente aggiungevo inoltre che il il modulo di deformazione viene influenzato anche dalle normali ed inevitabili imprecisioni intervenute all'atto del disegno stesso della mappa. Anche queste, cioè, portano ad avere coordinate mappa alterate che, come tali, riverberano il loro errore nel modulo di deformazione.
In definitiva, quello che vorrei esprimerle è che la variazione di scala calcolata dalla rototraslazione ai minimi quadrati è un dato univoco ma che deriva in realtà da molteplici fattori. Sicuramente, in primo luogo, dalla proiezione cartografica applicata in base al sistema di riferimento adottato, ma anche dalle cause di cui sopra. E non è detto che queste ultime cause ne influenzino il valore in misura minore rispetto al modulo dato dalla proiezione cartografica.
"geocinel" ha scritto:
Una curiosità, sempre se ha voglia di dircela e se non va a rubare troppo del suo tempo prezioso.
Le ripeto, questi temi mi appassionano talmente tanto, che potrei star qui a scrivere per ore, indipendentemente da chi sia l'interlocutore.
"geocinel" ha scritto:
Come mai per ben sei anni Lei si è sorbito, da parte mia e da parte del Geometra Gualandi a quasi tutti i Convegni/Corsi/Seminari, il fatto che riportavamo come la variazione di scala andasse a correggere (almeno intenzionalmente) le deformazioni e le distorsioni della proiezione cartografica e solo adesso si è sentito in dovere di fare queste illuminanti precisazioni?
Nei Convegni/Corsi/Seminari tenuti con la S.V. e quella del Geometra Gualandi ebbi modo di constatare come fosse già ostico per i partecipanti il concetto della variazione di scala calcolata dalla rototraslazione ai minimi quadrati. Non mi è quindi mai sembrato opportuno entrare in disquisizioni così dettagliate che avrebbero verosimilmente aumentato le difficoltà di comprensione (già Lei ha fatto fatica a capire in questa occasione). Ho quindi sempre preferito che la spiegazione rimanesse quella della "boccia appiattita" che ne dava il Geometra Gualandi, anche perché è comunque una parte rilevante della motivazione complessiva.
Su questo forum, invece, potendo disquisire in dettaglio e senza limiti di tempo, mi sono sentito in dovere di approfondire la questione. Spero non le dispiaccia.
"geocinel" ha scritto:
Grazie se vorrà rispondere.
Non c'è di che; queste argomentazioni, come dicevo, sono sempre molto apprezzate dal sottoscritto.
Con doverosi ossequi.
Gianni Rossi