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Argomento: Azione di regolamento di confini o riconfinazione e ricostruzione di linee catastali
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ike
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04 Agosto 2003
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Per Totonno per la sovrapposizione con la mappa di impianto vedi la risposta precedente di Leo io essendo un topografo tutti i rilievi vengono sovrapposti sia alla mappa di impianto che a quella WEGIS sia a quella in visura per la progettazione hai qui un caso il cliente voleva essere certo che la strada sterrata di recente acquisizione fosse completamente nel lotto di cui non conosceva i confini in prima battuta la sovrapposizone con il wegis/impianto/foto ci ha fatto conoscere la situazione catastale (successivamente ho rilevato l'intero mappale per la definizione certa della proprietà)
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ike
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04 Agosto 2003
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Ciao Leo ogni tua richiesta viene esaudita (la strada certamente di impianto è traslata al centro) la sovrapposizione che vedi è con il Wegis ma l'impianto è identico se qualcuno va a riconfinare cosa fa mette un picchetto in strada ? Ciao e vediamo se riusciamo a rimanere sul tecnico.................
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Bitonte
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07 Agosto 2015 alle ore 15:52
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ike Quelle strade li non le sposta più nessuno, sono errori grafici che si possono accettare e purtroppo ingoiare. Buona giornata
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samsung
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29 Ottobre 2005
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Le strade così come i corsi d'acqua più o meno esigui, sono tra gli elementi topocartografici più infidi. Due sono gli aspetti che li rendono meno attendibili rispetto altri elementi: Le diverse sensibilità delle squadre nella scelta dei punti, nel rettificare l'andamento sinuoso, nell'applicare e scegliere frecce più o meno ampie, nel considerarne l'importanza e la sua "eternità", nell'accusare una certa pesantezza fisica a fine giornata; e l'azione dei frontisti sempre pronti a "migliorare" la strada. Talvolta testimonianze hanno parlato di più o meno piccole traslazioni del tracciato che avevano il pregio di migliorare la curva e dare un po' più di corte al fabbricato. Le insidie sono queste. Quindi se vogliamo riconfinare di questi aspetti bisogna tener conto, se vogliamo ricostruire la linea catastale, questo è certamente un caso in cui si palesano i limiti e l'arbitrarietà di questa pratica che in altri casi invece risolve situazioni altrimenti insolubili.
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totonno
(GURU)
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totonno
(GURU)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Hai ragione Samsung. Le strade e i corsi d'acqua spesso sono limiti di fogli di mappa. I corsi d'acqua sono stati poi intubati nelle zone con ampia densità edificatoria oppure le strade sono state asfaltate modificando il ciglio o l'asse rilevato di impianto. Le linee di confine costruite post impianto con riferimento a distanze dal ciglio strada o centro fosso di impianto modificati come sopra e poi successivi aggiornamenti georeferenziati a elementi significativi con poca attendibilità tollerati dal catasto ha creato criticità difficilmente ricostruibili. Logico che i tecnici che intervengono poi tirino la coperta troppo corta nella posizione più vantaggiosa a scapito della terra del vicino rimasta scoperta. Per me è la dura realtà difficilmente da far digerire al committente il quale a Ike, ad esempio chiede se la strada è sul suo oppure no. Dal grafico proposto e dal punto di vista strettamente topografico ma anche giuridico io costruendo la sovrapposizione come ha fatto egregiamente ike sarei un pochino in difficoltà. Possiamo solo fare delle considerazioni e non sentenze. Questo è un grosso limite. Saluti.
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samsung
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29 Ottobre 2005
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Una considerazione sulla sovrapposizione della Wegis su foto postata da Ike qua sopra. Osservando l'andamento delle dividenti su carta e di quelle sul terreno mi verrebbe da dire che la Wegis dovrebbe essere traslata a ovest di circa 3 ml, e che quindi il nuovo fabbricato con le dividenti a lui prossime non sono accuratamente inserite in mappa. Quanto detto, con i limiti di una semplice osservazione della sovrapposizione, di cui non conosciamo nè la natura nè la tecnica di esecuzione.
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ike
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04 Agosto 2003
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Aspetto vostri commenti la foto dovrebbe chiarire la situazione
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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30 Agosto 2003
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Castel del Rio
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Commenti da geometra non me ne vengono. Piuttosto il fondo abbastanza buono e l'ampiezza del raggio mi suggerirebbero, come motociclista: piega insidiosa, perché "invita", è veloce e mancano vie di fuga  Se vai allegro salendo hai la zucca rasente al muro (visibilità ai minimi) e le ruote praticamente nell'altra corsia. Condizione sempre sgradevole. Comunque siamo OT. Però anche se non ho commenti avrei una domanda, visto che si parlava di confini: dalle tue parti chiedono di verificare i confini di una strada in quelle condizioni di materializzazione? Io, piuttosto, la adopererei come manufatto di riferimento. È vero, come dice Samsung, che le incertezze di rilevamento su una linea sono maggiori che su uno spigolo, ma quel che si vede nella foto dà garanzie alquanto solide, tenendo sempre presente che i centimetri si ricostruiscono con certezza solo molto raramente... Leonardo
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ike
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04 Agosto 2003
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Qualche volta anche i fabbricati (spigoli) hanno qualche problema e non sono completamente attendibili Clicca sull'immagine per vederla intera
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Amilcare_S
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25 Settembre 2013 alle ore 16:10
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Gentili tutti , Vorrei introdurre un aspetto teorico/ pratico nella discussione in essere. La valutazione e implicazione dei pesi nella rototraslazione e in particolare di quella ai minimi quadrati. Data la deformazione anisotropa delle mappe e delicata valutazione della documentazione probante non chè delle caratteristiche dei punti di appoggio . Si è costretti a dovere applicare dei pesi ai vari punti al fine di operare in modo equilibrato ovvero restituire al Giudice ( Perito peritorum ) quelle necessarie informazioni perchè possa stabilire il confine "giudiziario". Ciò reso difficile dato che la codifica di detti pesi non è standardizzata provincia per provincia ( date le diverse pecugliarità dei luoghi). Auspicando un attività delle varie commissioni all' interno dei singoli collegi ; quantomeno come linee guida . Ritengo che quando si è costretti a differenziare i punti attribuendo loro pesi utilizzando la rototraslazione ai minimi quadrati , la stessa debba essere accompagnata a quella rigida. Questo per evidenziare al giudice non solo la situazione attraverso la minimizzazione degli scarti ( secondo il condiviso pricipio che la mappa deve adattarsi alla realtà ). quanto sopra lo penso tanto più necessario nelle zone in cui le mappe d'impianto sono prive di parametrature ( generate con il metodo della tavoletta pretoriana ) o dove mancano del tutto ( perchè andate perse). La doppia esposizione ha la caratteristica di : evidenziare le diffocoltà operative permettere al giudice di cogliere appieno le risultanze e operare Lui una ponderata scelta alla lunga produrre l'effetto per il futuro di procedere nei trasferimenti attraverso i tipi particellari tralasciando sempre più l'acquisto a corpo che è un aspetto rilevante ab origine dell'attività riconfinatoria. In attesa di sviluppare con voi questo embrionale pensiero. Stefano
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geocinel
Carlo Cinelli
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07 Novembre 2006
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Stefano Pur condividendo alcuni tuoi passaggi descrittivi e alcuni tuoi dubbi non riesco a condividere questo tuo desiderio di normare e ingabbiare. Partiamo da un presupposto credo oggettivo. Ogni caso di ricostruzione delle linee di mappa è diverso dagli altri. Come puoi pensare di standardizzare una procedura o addirittura l'attribuzione dei pesi? Ti porto un esempio pratico. Dobbiamo ricostruire una linea d'Impianto posta mediamente a 50 metri da un fabbricato e a 250 metri da altri spigoli di fabbricato. L'insieme degli spigoli contorna la linea da ricostruire in modo omogeneo. Dalle informazioni di confinazione, che abbiamo verificato anche sulla mappa stessa, sappiamo che molto probabilmente quella linea è stata rilevata dalla stessa stazione che ha rilevato il fabbricato a 50 metri di distanza. Qual'è lo schema di rilievo e di calcolo che restituisce la più probabile linea di confinazione? La Rototraslazione? E se si, quale? Quella rigida o quella con variazione di scala? O è meglio qualcos'altro? Ognuno dovrebbe riflettere su queste mie domande e rispondere prima di leggere quello che penso io. PENSIERO DEL TUTTO PERSONALE SOGGETTO A ERRORI COME TUTTI QUELLI CHE VI VERRANNO IN TESTA. Io penso che la miglior cosa da fare sia verificare con una rototraslazione rigida gli scarti sui punti per capire l'attendibilità di ognuno. Dopo, se il punto vicino risulta attendibile (scarti inferiori ai 50 cm.) e io presumo fortemente che esso sia stato battuto dalla stessa stazione, eseguo una apertura a terra singola o una rototraslazione rigida vincolata a quel punto. Se quel punto non è attendibile e gli scarti sono accettabili ma sempre importanti allora eseguo una rototraslazione con variazione di scala e magari dipendentmente da quello che verifico attribuisco anche dei pesi ai punti. Occhio a non far confusione tra la variazione di scala e la mappa che ha deformazioni anisotrope. Io la mappa l'ho già corretta a monte con la georeferenziazione che tiene conto di queste. La variazione di scala conforme va a correggere le distorsioni e le variazioni provenienti dalla quota sul livello del mare e dell'est media nel sistema di Cassini-Soldner. Questo è il mio pensiero attuale frutto di tutte le analisi che ho fatto fino ad oggi. Cordialmente Carlo Cinelli
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Amilcare_S
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25 Settembre 2013 alle ore 16:10
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Carlo , anch'io non voglio ingabbiare la procedura . E' per questo che ho inteso avere pareri / stimoli sulla coerenza di prospettare i risultati tra la rototraslazione ai minimi quadrati con la baricentrica. Proprio per evidenziare in una CTU , attraveso gli apparenti contrastanti risultati , il procedimento seguito che poggia su una attribuzione di pesi non uniformrmente condivisa e codificata. Tanto che mi spingo a pensare di concordare preventivamte con i CTP l'assegnazione dei Pesi ; come auspicabile è la raccolta condivisa del prelievo delle coordinate. con gratitudine sulla tua disponibilità Stefano Amicarelli
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georox
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Stefano, riprendo questi punti di geocinel: "geocinel" ha scritto: Occhio a non far confusione tra la variazione di scala e la mappa che ha deformazioni anisotrope. Io la mappa l'ho già corretta a monte con la georeferenziazione che tiene conto di queste. La variazione di scala conforme va a correggere le distorsioni e le variazioni provenienti dalla quota sul livello del mare e dell'est media nel sistema di Cassini-Soldner. per dirti che la variazione di scala non corregge soltanto le distorsioni dovute alla quota e all'Est media. La cosa è un po' più complicata, ti spiego perché. Per quanto si cerchi di applicare la georeferenziazione più appropriata, questa non potrà mai correggere la "vera" deformazione della mappa. Questo perché tale deformazione è avvenuta in maniera che possiamo definire "casuale", mentre invece noi, con la georeferenziazione, applichiamo una correzione "lineare". Questa discrasia tra la deformazione effettiva e la sua correzione, lascia la mappa comunque non fedele alla realtà. Per questo motivo, potrebbe quindi essere che l'area di mappa interessata sia un po' più piccola o un po' più grande rispetto alla realtà. Quindi la variazione di scala attenua anche questa difformità. Poi vale sempre il concetto che, se anche la georeferenziazione avesse corretto fedelmente la mappa, quest'ultima è pur sempre un "disegno" affetto da imprecisioni che possono anch'esse portare ad una diversa scala rispetto alla realtà. In definitiva, la variazione di scala attenua la difformità mappa-realtà per tutte le cause che possono aver prodotto la difformità stessa. Ciao, Gianni Rossi
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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30 Agosto 2003
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Castel del Rio
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Non ho capito bene "Georox" ha scritto: ... la variazione di scala non corregge soltanto le distorsioni dovute alla quota e all'Est media. La cosa è un po' più complicata, ti spiego perché. Per quanto si cerchi di applicare la georeferenziazione più appropriata, questa non potrà mai correggere la "vera" deformazione della mappa. Questo perché tale deformazione è avvenuta in maniera che possiamo definire "casuale", mentre invece noi, con la georeferenziazione, applichiamo una correzione "lineare". Questa discrasia tra la deformazione effettiva e la sua correzione, lascia la mappa comunque non fedele alla realtà. Per questo motivo, potrebbe quindi essere che l'area di mappa interessata sia un po' più piccola o un po' più grande rispetto alla realtà. Quindi la variazione di scala attenua anche questa difformità. Poi vale sempre il concetto che, se anche la georeferenziazione avesse corretto fedelmente la mappa, quest'ultima è pur sempre un "disegno" affetto da imprecisioni che possono anch'esse portare ad una diversa scala rispetto alla realtà. In definitiva, la variazione di scala attenua la difformità mappa-realtà per tutte le cause che possono aver prodotto la difformità stessa. Ciao, Gianni Rossi questo significherebbe che la variazione di scala, oltre a riportare la geometria rappresentata in mappa dalla proiezione cartografica alla realtà, avrebbe anche effetti migliorativi correggendo alcuni errori non precisamente individuati? Leonardo
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