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Autore apetrura a terra eseguita con GPS

balda

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 0 -  0 - Inviato: 27 Febbraio 2009 alle ore 12:28

mi appresto ad eseguire una riconfinazione di una linea derivante da mappa d'impianto in zona montuosa, con soli due o tre edifici presenti già dall'impianto nell'intera mappa, e pergiunta disposti in maniera disomogenea (essendo la linea da riconfinare sul bordo del foglio).
Pensavo di eseguire tale riconfinazione con l'apertura a terra multipla interamente con gps, rilevando sia gli spigoli degli edifici interessati, che un trigonometrico (altrimenti non visibile con stazione totale), per poi mediante artificio del software topografico su pc, simulare di aver eseguito il rilievo da unica stazione con lettura angolare del trigonometrico ed effettuare la riconfinazione confrontando le coordinate desunte dalla mappa d'impianto.
Cosa ne pensate della bontà di tale procedura? gradirei sapere l'opinione anche di Geocinel, poichè nella seconda edizione del suo libro esegue con gps soltanto casi di rototraslazione.
grazie e buon lavoro

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Autore Risposta

geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 01 Marzo 2009 alle ore 08:52

"balda" ha scritto:
mi appresto ad eseguire una riconfinazione di una linea derivante da mappa d'impianto in zona montuosa, con soli due o tre edifici presenti già dall'impianto nell'intera mappa, e pergiunta disposti in maniera disomogenea (essendo la linea da riconfinare sul bordo del foglio).
Pensavo di eseguire tale riconfinazione con l'apertura a terra multipla interamente con gps, rilevando sia gli spigoli degli edifici interessati, che un trigonometrico (altrimenti non visibile con stazione totale), per poi mediante artificio del software topografico su pc, simulare di aver eseguito il rilievo da unica stazione con lettura angolare del trigonometrico ed effettuare la riconfinazione confrontando le coordinate desunte dalla mappa d'impianto.
Cosa ne pensate della bontà di tale procedura? gradirei sapere l'opinione anche di Geocinel, poichè nella seconda edizione del suo libro esegue con gps soltanto casi di rototraslazione.
grazie e buon lavoro




Ne penso tutto il bene possibile.
Mi sembra una procedura corretta.

Mi viene in mente una diavoleria.
Il GPS è uno strumento intrinsecamente orientato.
Il suon Nord è il Nord WGS 84.
Il Nord cartografico catastale è, a seconda della proiezione usata, diverso da regione a regione, da località a località, addirittura da foglio a foglio.
Sarebbe bello che qualcuno pensasse ad un software che calcolasse, a seconda del foglio dove ci troviamo, la declinazione tra il Nord WGS 84 ed il Nord Cartografico così che quelle operazioni che deve fare Balda sarebbero automatiche, senza letture sul Trigonometrico.

Cordialmente
Carlo Cinelli

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geobetto
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 0 -  0 - Inviato: 01 Marzo 2009 alle ore 14:03

"balda" ha scritto:
mi appresto ad eseguire una riconfinazione di una linea derivante da mappa d'impianto in zona montuosa, con soli due o tre edifici presenti già dall'impianto nell'intera mappa, e pergiunta disposti in maniera disomogenea (essendo la linea da riconfinare sul bordo del foglio).
Pensavo di eseguire tale riconfinazione con l'apertura a terra multipla interamente con gps, rilevando sia gli spigoli degli edifici interessati, che un trigonometrico (altrimenti non visibile con stazione totale), per poi mediante artificio del software topografico su pc, simulare di aver eseguito il rilievo da unica stazione con lettura angolare del trigonometrico ed effettuare la riconfinazione confrontando le coordinate desunte dalla mappa d'impianto.
Cosa ne pensate della bontà di tale procedura? gradirei sapere l'opinione anche di Geocinel, poichè nella seconda edizione del suo libro esegue con gps soltanto casi di rototraslazione.
grazie e buon lavoro




Chiedo scusa, ma non sarebbe meglio (non che la procedura di Balda sia sbagliata) sfruttare il rilievo diretto del trigonometrico e considerare ogni appoggio come stazione rilevata in centro, per poi mediarne i risultati?
Oppure, più semplicemente, considerare il baricentro nei due sistemi dei punti di appoggio, farli coincidere (traslazione) e orientare il rilievo al trigonometrico (rotazione).
Per quanto piccolo, ogni apertura a terra porta in sè un errore dovuto al fatto che nel calcolo si usa la distanza appoggio-trigonometrico ottenute dalla coordinate di mappa. Errore poi variabile a seconda della posizione della stazione rispetto all'appoggio.
Come sempre se gli errori sono piccoli i due metodi coincidono, ma se gli errori sono grandi ci potrebbero essere differenze notevoli.

Scusate se la domanda contiene qualche sciocchezza, ma in attesa dei corsi GPS promessi dal mio collegio cerco di studiare la materia un pò da autodidatta (e sono agli inizi). La possibilità di risolvere il problema posto da Balda senza ricorrere alla distanza cartografica mi sembrava un ottima cosa. C'è qualche considerazione che mi sfugge?

Saluti.

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 02 Marzo 2009 alle ore 09:15

Geobetto
Più volte ci siamo dilungati sull'uso dei trigonometrici nel campo delle riconfinazioni.
Anche e soprattutto riguardo al metodo di Pothenot.
Io ho sempre pensato la stessa cosa riguardo ad essi e finché qualcuno, dati alla mano, non mi farà cambiare idea continuerò a pensarla nello stesso modo.
Quando furono fatte le mappe di Impianto i rilievi furono poligonometrici appoggiati ai Trigonometrici.
I calcoli evidenziarono scarti metrici di chiusura di queste poligonali.
Se in tolleranza queste poligonali furono compensate.
Il risultato di queste compensazioni ha portato intere zone ad essere traslate.
Non è pensabile infatti che la poligonale possa aver subito un errore con distribuzione uniforme e se lo fosse sarebbe più un caso che altro.
Quindi per posizionare bene un confine è meglio riferirsi a punti ad esso vicini perché sicuramente affetti dallo stesso errore.
Il calcolo di Pothenot ed a maggior ragione, oggi con il GPS, un calcolo riferito ai soli Trigonometrici sarebbe in contrasto con il contesto di mappa.
Proprio perché la mappa non è, su larga scala, la riproduzione fedele del Territorio.

Ammetto di non aver capito chiaramente ciò che hai riportato ma la cosa più corretta da fare è continuare ad utilizzare i Trigonometrici, quando non possibile fare il calcolo della Rototraslazione, a solo scopo di Orientamento e quindi l'idea di Balda è corretta.
Cordialmente
Carlo Cinelli

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geobetto
geometra

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Forlì-Cesena

 0 -  0 - Inviato: 02 Marzo 2009 alle ore 21:30

"geocinel" ha scritto:
Geobetto
Più volte ci siamo dilungati sull'uso dei trigonometrici nel campo delle riconfinazioni.
Anche e soprattutto riguardo al metodo di Pothenot.
Io ho sempre pensato la stessa cosa riguardo ad essi e finché qualcuno, dati alla mano, non mi farà cambiare idea continuerò a pensarla nello stesso modo.
Quando furono fatte le mappe di Impianto i rilievi furono poligonometrici appoggiati ai Trigonometrici.
I calcoli evidenziarono scarti metrici di chiusura di queste poligonali.
Se in tolleranza queste poligonali furono compensate.
Il risultato di queste compensazioni ha portato intere zone ad essere traslate.
Non è pensabile infatti che la poligonale possa aver subito un errore con distribuzione uniforme e se lo fosse sarebbe più un caso che altro.
Quindi per posizionare bene un confine è meglio riferirsi a punti ad esso vicini perché sicuramente affetti dallo stesso errore.
Il calcolo di Pothenot ed a maggior ragione, oggi con il GPS, un calcolo riferito ai soli Trigonometrici sarebbe in contrasto con il contesto di mappa.
Proprio perché la mappa non è, su larga scala, la riproduzione fedele del Territorio.

Ammetto di non aver capito chiaramente ciò che hai riportato ma la cosa più corretta da fare è continuare ad utilizzare i Trigonometrici, quando non possibile fare il calcolo della Rototraslazione, a solo scopo di Orientamento e quindi l'idea di Balda è corretta.
Cordialmente
Carlo Cinelli



Ti ringrazio per la risposta, e chiedo scusa se sono stato poco chiaro.

Siamo certamente d'accordo sull'uso dei trigonometrici per l'orientamento di un rilievo nel caso di estrapolazione dei punti rispetto agli appoggi.
Non è poi a Pothenot che mi riferivo, ne alla possibilità di utilizzare il trigonometrico come punto di appoggio senza considerare la notevole distanza dalla zona del nostro rilievo. Siamo daccordo sui limiti di queste procedure.

La domanda era principalmente sulla simulazione della stazione per fare rientrare il caso in uno schema classico e conosciuto.
A meno di implicazioni dovute al GPS (che non vedo) mi chiedo se, devendo simulare una stazione, perchè non simularla direttamente in centro sui punti di appoggio, come se vi avessi fatto stazione e letto l'angolo al trigonometrico direttamente da lì? Eviterei l'apertura a terra e l'errore che essa potrebbe comportare.
Stabilito il principio poi i calcoli ognuno li affronta come meglio può.

Grazie mille.
Saluti.

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 03 Marzo 2009 alle ore 07:12

"geobetto" ha scritto:

La domanda era principalmente sulla simulazione della stazione per fare rientrare il caso in uno schema classico e conosciuto.
A meno di implicazioni dovute al GPS (che non vedo) mi chiedo se, devendo simulare una stazione, perchè non simularla direttamente in centro sui punti di appoggio, come se vi avessi fatto stazione e letto l'angolo al trigonometrico direttamente da lì? Eviterei l'apertura a terra e l'errore che essa potrebbe comportare.
Stabilito il principio poi i calcoli ognuno li affronta come meglio può.

Grazie mille.
Saluti.



Sì, sono daccordo.
Penso che sia fattibile con qualche artificio.
Per esempio considerando tutte aperture singole e facendo poi la media aritmetica o ponderata in caso di pesi diversi ai punti di appoggio.
Il GPS non ha la possibilità di accettare più di una stazione.
Però anche nell'altro caso l'errore è talmente minimo e insignificante ai nostri fini che soprattutto se i punti di appoggio sono vicini........
Cordialmente
Carlo Cinelli

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Leo
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 0 -  0 - Inviato: 27 Marzo 2009 alle ore 07:33

Caro Geocinel,
mi sfugge il significato dell'affermazione:
Il GPS non ha la possibilità di accettare più di una stazione.

E poi il sistema proposto da Balda è piuttosto valido, ma non vedo la necessità di "buttar via" delle misure eseguite: nell'apertura a terra dispongo soltanto della lettura angolare al trigonometrico, mentre col il rilievo GPS ne conosco la posizione.

Perché non tentare la rototraslazione, attribuendo "sapientemente" dei pesi e verificando l'effetto della loro modifica?

Magari ci si accorge che i famigerati pesi "non mordono"!
:wink:

Leonardo

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 27 Marzo 2009 alle ore 08:31

"Leo" ha scritto:
Caro Geocinel,
mi sfugge il significato dell'affermazione:
Il GPS non ha la possibilità di accettare più di una stazione.





Perché è possibile prevedere più di una master per ogni singolo rilievo?
Cordialmente

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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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Castel del Rio

 0 -  0 - Inviato: 27 Marzo 2009 alle ore 11:08

Ciao.
"è possibile prevedere più di una master per ogni singolo rilievo?"

Non vedo proprio problemi!
Per una riconfinazione, probabilmente non è necessario per via delle modeste distanze in gioco; ma non c'è alcuna preclusione a spostare la master su un punto battuto e proseguire con una poligonale GPS.

Comunque sarà sempre meno utile, usando le Reti.

Leonardo

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path

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29 Marzo 2005

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Montevarchi

 0 -  0 - Inviato: 27 Marzo 2009 alle ore 12:35

"Leo" ha scritto:
Ciao.
"è possibile prevedere più di una master per ogni singolo rilievo?"

Non vedo proprio problemi!
Per una riconfinazione, probabilmente non è necessario per via delle modeste distanze in gioco; ma non c'è alcuna preclusione a spostare la master su un punto battuto e proseguire con una poligonale GPS.

Comunque sarà sempre meno utile, usando le Reti.

Leonardo



Specialmente nei casi in cui non è possibile mettere la base ad una quota più alta dell'area da rilevare e dove vi è anche la morfologia accidentata.
Quando è così di solito io lavoro in questo modo:
Faccio partire la base in RTK e data logging;
se ad un certo punto non c'è piu copertura radio e tornare indietro a riprendere il segnale vuol dire perdita di tempo misuri un punto in faststatic e dopo riparti da li.
Poi processi il tutto in ufficio.
Saluti

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balda

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Firenze

 0 -  0 - Inviato: 27 Marzo 2009 alle ore 15:32

grazie a tutti per le risposte...ma credo che si sia un pò perso il senso di ciò che volevo esporre. E' chiaro che se io dalla ziona di rilievo vedo un punto trigonometrico, lo rilevo con stazione totale senza complicarmi la vita. Ma se (come nel mio caso) non ho trigonometrici direttamente visibili dal versante in cui riconfino, ed essendo la linea d'impianto catastale da riconfinare, posta sul bordo del foglio non ho i punti caratteristici (SF) posti in maniera uniforme, opterei per effettuare non una semplice rototraslazione baricentrica, ma rileverei direttamente il trigonometrico con 3-4 letture da stazione totale attorno al fabbricato dove insiste lo stesso, e con artifici del software (nel mio caso Geocat) simulerò il rilievo come eseguito da unica stazione con trumento tradizionale.
saluti

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