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Argomento: Riconfinazione da far girare la testa
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totonno
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"robertopi" ha scritto: "totonno" ha scritto:
P.S. Se non mi fate giocare, mi metterò a ricostruire le linee che delimitano le zone del campo di giuoco, chiederò aiuto a Castello che mi procuri una idonea planimetria, eseguirò una apertura a terra da far impallidire pure Maradona. Tutto....ma non mi toccate Maradona... c'è un problema..georox vuole per forza il nome e cognome sulla maglietta. Sai non c'è versi. Non capisce che il nick è meglio perchè più corto e perchè sembra di essere il brasile con tutti i soprannomi: pelè, didì, vavà...kakà, falcao, zico...
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geocinel
Carlo Cinelli
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"totonno" ha scritto: "geocinel" ha scritto: P.S. Noto qualche defezione nella squadra avversaria, non sono compattati proprio bene. Sono in maggior numero ma manifestano incertezza. Se il riferimento è a me, sono stato messo nella squadra fuori casa da Malteser, forse mi considera un punto di forza, e lo ringrazio. Ma nella squadra non c'è coesione: Jema e Svsk8 non mi passano la palla. Vorrei essere in realtà protagonista di una squadra che miri a riportare la discussione nei canoni puramente tecnici. Negli ultimi interventi sembrava che Einste ed anche Jema fornissero assist a tutti i giocatori, pure avversari, per riprendere il dialogo puramente tecnico, ma non capisco se fanno sul serio oppure gli manca il fiato. Einste addirittura gli è stato cancellato un suo intervento in cui passava la palla rasoterra a Geocinel che non ha fatto in tempo a chiudere il triangolo per un intervento a gamba tesa sullo stesso Einste (che gli ci voleva a mettere una "in" finale?). Posso riproporre la moviola in campo per dimostrare che sul fallo ci voleva l'ammonizione...aspetto il consenso dell'interessato. Comunque ho visto molte buone giocate da Geocinel, è uno di quegli avversari che non vorresti mai avere contro, come del resto anche Jema, Leo, Gaetano, il duo GianniAlfaRox (gemelli del gol), Malteser, EFFEGI, Simba64 etc.... etc... ma piuttosto sarebbe aspirazione di ogni atleta tecnico professionista, giocarci assieme. Sai che squadrone da Champions. Speriamo che Castello fornisca delle mappe significative su cui reimpostare una seria e corretta discussione sulla ricostruzione di un confine non materializzato e mai spostato, spero, neanche a pensarlo. Su questo ha ragione Leo, si era partiti con dei buoni e interessantissimi spunti su un argomento ancor più interessante, scomparsi però, durante il primo tempo, nelle nuvole di polvere del campo di giuoco sollevata da un atteggiamento degli atleti troppo spigoloso e falloso, teso a mettere la gara sul piano esclusivo della rissa. Saluti. P.S. Se non mi fate giocare, mi metterò a ricostruire le linee che delimitano le zone del campo di giuoco, chiederò aiuto a Castello che mi procuri una idonea planimetria, eseguirò una apertura a terra da far impallidire pure Maradona. Ottimo intervento Antonio. Davvero divertente. Questa è l'ironia come piace a me. Io sono disponibile a rientrare nel tema, non ci sono problemi. Penso anche che siamo andati oltre, e per chi ci legge non va bene. Il problema è la fuga di Castello e forse ne aveva anche ragione. Quindi, ammesso che sia importante, cercare di capire quale porzione di mappa è quella ............tra le centinaia di migliaia di mappe che ci sono in Italia, la ricerca non è così semplice. Cordialmente Carlo Cinelli
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einste
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Andria
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"geocinel" ha scritto: "totonno" ha scritto: "geocinel" ha scritto: P.S. Noto qualche defezione nella squadra avversaria, non sono compattati proprio bene. Sono in maggior numero ma manifestano incertezza. Se il riferimento è a me, sono stato messo nella squadra fuori casa da Malteser, forse mi considera un punto di forza, e lo ringrazio. Ma nella squadra non c'è coesione: Jema e Svsk8 non mi passano la palla. Vorrei essere in realtà protagonista di una squadra che miri a riportare la discussione nei canoni puramente tecnici. Negli ultimi interventi sembrava che Einste ed anche Jema fornissero assist a tutti i giocatori, pure avversari, per riprendere il dialogo puramente tecnico, ma non capisco se fanno sul serio oppure gli manca il fiato. Einste addirittura gli è stato cancellato un suo intervento in cui passava la palla rasoterra a Geocinel che non ha fatto in tempo a chiudere il triangolo per un intervento a gamba tesa sullo stesso Einste (che gli ci voleva a mettere una "in" finale?). Posso riproporre la moviola in campo per dimostrare che sul fallo ci voleva l'ammonizione...aspetto il consenso dell'interessato. Comunque ho visto molte buone giocate da Geocinel, è uno di quegli avversari che non vorresti mai avere contro, come del resto anche Jema, Leo, Gaetano, il duo GianniAlfaRox (gemelli del gol), Malteser, EFFEGI, Simba64 etc.... etc... ma piuttosto sarebbe aspirazione di ogni atleta tecnico professionista, giocarci assieme. Sai che squadrone da Champions. Speriamo che Castello fornisca delle mappe significative su cui reimpostare una seria e corretta discussione sulla ricostruzione di un confine non materializzato e mai spostato, spero, neanche a pensarlo. Su questo ha ragione Leo, si era partiti con dei buoni e interessantissimi spunti su un argomento ancor più interessante, scomparsi però, durante il primo tempo, nelle nuvole di polvere del campo di giuoco sollevata da un atteggiamento degli atleti troppo spigoloso e falloso, teso a mettere la gara sul piano esclusivo della rissa. Saluti. P.S. Se non mi fate giocare, mi metterò a ricostruire le linee che delimitano le zone del campo di giuoco, chiederò aiuto a Castello che mi procuri una idonea planimetria, eseguirò una apertura a terra da far impallidire pure Maradona. Ottimo intervento Antonio. Davvero divertente. Questa è l'ironia come piace a me. Io sono disponibile a rientrare nel tema, non ci sono problemi. Penso anche che siamo andati oltre, e per chi ci legge non va bene. Il problema è la fuga di Castello e forse ne aveva anche ragione. Quindi, ammesso che sia importante, cercare di capire quale porzione di mappa è quella ............tra le centinaia di migliaia di mappe che ci sono in Italia, la ricerca non è così semplice. Cordialmente Carlo Cinelli Giusto Totonno mi hanno fatto cadere a gamba tesa in altro post (attenersi strettamente a una domanda) cancellando il mio messaggio che ripropongo spero e credo non per i contenuti ma perchè preceduto da messaggio di chiusura post da parte dello staff. Palla al centro, Caro Carlo Cinelli vogliamo riprendere la discussione rototraslazione vs apertura a terra? Per far questo ripasso i punti in questione Ho eseguito le mie operazioni in campagna ed ho rilevato con il GPS i pochi punti certi rappresentati sul foglio di mappa sin dall'impianto, (vecchi fabbricati rurali) di cui uno a circa 300 mt uno a 500 mt ed altri a 900 mt metri dal confine in oggetto dopo un po viene fuori che loro hanno eseguito un'apertura a terra con il punto più vicino al confine (circa 300 mt) senza verificare se questo è bene inserito in mappa ed inoltre per verifica hanno preso un'altro punto su un altro foglio di mappa. Secondo loro la riconfinazione va eseguita sempre con il punto più vicino Tralasciamo le modalità di prelievo delle coordinate dalla mappa o il supporto se comune o meno, d'impianto ecc. ecc. andiamo oltre visto che non ne veniamo a capo. Allora io mi chiedo e chiedo a tutti voi per prelevare punti dalla mappa cosi sparsi dovrei georefenziare ad andar bene almeno tutto il foglio di mappa se i punti si trovassero nello stesso foglio. Georefenziare punti così distanti indipendentemente dagli altri forse potrebbe essere un alternativa credo meno legata al contesto. Tale procedura non mi convince. Essendo così sparsi i punti di appoggio e disomogenei proporrei un alternativa l'apertura a terra ma multipla. E qui veniamo ai tecnici della controparte infatti anche se non sappiamo quale apertura a terra abbiano fatto hanno seguito tale traiettoria ehm .... scusate tale alternativa. Vi passo la palla. Distinti saluti
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geocinel
Carlo Cinelli
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Caro Einste Così mi piace discutere: concrettezza e chiarezza senza tanti giri di parole. E premesso, per i puristi, che stiamo parlando di ricostruzione delle linee di mappa e non di riconfinazione. Quest'ultima infatti abbisogna oltre alla fase della ricostruzione anche di altre indagini, valutazioni, verifiche e ricognizioni (vedasi processo all'interno degli standards di qualità scaricabili dal sito del CNG). Veniamo alla questione rototraslazione vs. apertura a terra. Parliamo prima dei vantaggi e degli svantaggi di ognuna delle due. Vantaggi della rototraslazione: verifica della bontà della mappa come la chiamava Aurelio Costa (calcolo del coefficiente di deformazione), risoluzione locale della problematica, calcolo rigoroso ai minimi quadrati simile al calcolo delle reti topografiche. Svantaggi della rototraslazione: Necessità di un elevato numero di punti di appoggio (è anche un pregio/vantaggio) utili per il calcolo e per limitare gli svantaggi della rotazione (tallone di Achille della roto-traslazione), omogeneità di posizione rispetto alla linea da riconfinare (disposizione circolare). Vantaggi dell'apertura a Terra multipla; facilità di calcolo, versatilità riguardo alla disposizione e al numero dei punti di inquadramento, blocco delle rotazioni attraverso l'osservazione dei Punti di Orientamento. Svantaggi dell'aperturaa Terra multipla: Eventuali disturbi innescati dagli orientamenti stessi, non possibile il controllo sulla qualità della mappa, calcolo della posizione della stazione da mediare per ogni punto di appoggio battuto. Veniamo al caso di fattispecie, attraverso le descrizioni di Castello. Dipendentemente dalla bontà dei punti fare una Apertura a Terra Multipla con due soli punti di cui uno fuori foglio può dare risultanze molto disastrose. Perché il calcolo dell'Apertura a Terra Multipla, come anche il Calcolo della Rototraslazione diventa autocontrollato quando ci sono minimo 3 punti di appoggio. Con solo due punti di cui uno fuori foglio si potrebbero innescare delle dinamiche molto pericolose. Perchè con due punti si capisce se c'e' un errore ma non si può valutare su quale dei due. Con uno dei due fuori foglio potrebbe, per assurdo, annullarsi e o ridursi l'eventuale errore di quello all'interno. Con risultanze disastrose. La rototraslazione, in dipendenza del numero di punti elevato, da più garanzie anche se alcuni sono lontani. D'altronde quando non ne abbiamo vicini ci dobbiamo comportare così. L'importante è che non si presentino scarti importanti. E' vero che in questi casi bisogna fare delle valutazioni e attribuire peso diverso ai punti in dipendenza della loro distanza dalla linea da riconfinare. Quindi, secondo me, la scelta di Catsello è meno rischiosa di quella degli altri due tecnici. Tu, caro Einste, però non ti sei limitato a parlare del calcolo ma anche della georeferenziazione della mappa. La mappa va georeferenziata non tutta ma solo quei parametri dove si trovano la linea da riconfinare e i punti di appoggio. Poi sull'aver georeferenziato quella di visura mi sono già espresso, ma mi posso anche ripetere. E' una operazione altamente rischiosa per come disegnarono speditivamente i parametri (soprattutto) e anche le linee della stessa. Ritengo comunque che le differenze riscontrate da Castelllo non siano imputabili né alla georeferenziazione, né al calcolo effettuato (anche perché Castello ha usato il punto degli Ingegneri), ma ad un errore grossolano ed alla speditività con cui è stato eseguito il prelievo delle coordinate. (Quì ho acceso un pò di palla di vetro). Potrebbe essere anche che visti gli errori innescatisi nella recente vettorizzazione dei fogli di mappa (sono stati stimati dalla Sogei in media circa 50 errori per foglio riguardo alle sole linee) qualcuno abbia lavorato su quei supporti. (Palla sempre accesa). Ma non è dato di sapere chi visto che i signori opposti a Castello si sono limitati a giudicare il suo lavoro senza parlare del proprio e Castello è fuggito. Cordialmente Carlo Cinelli
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geoalfa
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così mi piace e... appena avrò qualche pausa da sfruttare dividerò questo sofferto tread e ne farò delle FAQ: una per ogni argomento..... ma abbiate fede....! Gianni detto geoalfa
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SIMBA64
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"totonno" ha scritto: "geocinel" ha scritto: P.S. Noto qualche defezione nella squadra avversaria, non sono compattati proprio bene. Sono in maggior numero ma manifestano incertezza. Se il riferimento è a me, sono stato messo nella squadra fuori casa da Malteser, forse mi considera un punto di forza, e lo ringrazio. Ma nella squadra non c'è coesione: Jema e Svsk8 non mi passano la palla. Vorrei essere in realtà protagonista di una squadra che miri a riportare la discussione nei canoni puramente tecnici. Negli ultimi interventi sembrava che Einste ed anche Jema fornissero assist a tutti i giocatori, pure avversari, per riprendere il dialogo puramente tecnico, ma non capisco se fanno sul serio oppure gli manca il fiato. Einste addirittura gli è stato cancellato un suo intervento in cui passava la palla rasoterra a Geocinel che non ha fatto in tempo a chiudere il triangolo per un intervento a gamba tesa sullo stesso Einste (che gli ci voleva a mettere una "in" finale?). Posso riproporre la moviola in campo per dimostrare che sul fallo ci voleva l'ammonizione...aspetto il consenso dell'interessato. Comunque ho visto molte buone giocate da Geocinel, è uno di quegli avversari che non vorresti mai avere contro, come del resto anche Jema, Leo, Gaetano, il duo GianniAlfaRox (gemelli del gol), Malteser, EFFEGI, Simba64 etc.... etc... ma piuttosto sarebbe aspirazione di ogni atleta tecnico professionista, giocarci assieme. Sai che squadrone da Champions. Antonio, Io farei una squadra di soli praticanti, topografi, ecc, da giocarcela contro i GURU, altrimenti che gusto c'è. Speriamo che Castello fornisca delle mappe significative su cui reimpostare una seria e corretta discussione sulla ricostruzione di un confine non materializzato e mai spostato, spero, neanche a pensarlo. Su questo ha ragione Leo, si era partiti con dei buoni e interessantissimi spunti su un argomento ancor più interessante, scomparsi però, durante il primo tempo, nelle nuvole di polvere del campo di giuoco sollevata da un atteggiamento degli atleti troppo spigoloso e falloso, teso a mettere la gara sul piano esclusivo della rissa. Saluti. P.S. Se non mi fate giocare, mi metterò a ricostruire le linee che delimitano le zone del campo di giuoco, chiederò aiuto a Castello che mi procuri una idonea planimetria, eseguirò una apertura a terra da far impallidire pure Maradona.
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einste
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Andria
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"geocinel" ha scritto: Caro Einste Così mi piace discutere: concrettezza e chiarezza senza tanti giri di parole. E premesso, per i puristi, che stiamo parlando di ricostruzione delle linee di mappa e non di riconfinazione. Quest'ultima infatti abbisogna oltre alla fase della ricostruzione anche di altre indagini, valutazioni, verifiche e ricognizioni (vedasi processo all'interno degli standards di qualità scaricabili dal sito del CNG). Veniamo alla questione rototraslazione vs. apertura a terra. Parliamo prima dei vantaggi e degli svantaggi di ognuna delle due. Vantaggi della rototraslazione: verifica della bontà della mappa come la chiamava Aurelio Costa (calcolo del coefficiente di deformazione), risoluzione locale della problematica, calcolo rigoroso ai minimi quadrati simile al calcolo delle reti topografiche. Svantaggi della rototraslazione: Necessità di un elevato numero di punti di appoggio (è anche un pregio/vantaggio) utili per il calcolo e per limitare gli svantaggi della rotazione (tallone di Achille della roto-traslazione), omogeneità di posizione rispetto alla linea da riconfinare (disposizione circolare). Vantaggi dell'apertura a Terra multipla; facilità di calcolo, versatilità riguardo alla disposizione e al numero dei punti di inquadramento, blocco delle rotazioni attraverso l'osservazione dei Punti di Orientamento. Svantaggi dell'aperturaa Terra multipla: Eventuali disturbi innescati dagli orientamenti stessi, non possibile il controllo sulla qualità della mappa, calcolo della posizione della stazione da mediare per ogni punto di appoggio battuto. Veniamo al caso di fattispecie, attraverso le descrizioni di Castello. Dipendentemente dalla bontà dei punti fare una Apertura a Terra Multipla con due soli punti di cui uno fuori foglio può dare risultanze molto disastrose. Perché il calcolo dell'Apertura a Terra Multipla, come anche il Calcolo della Rototraslazione diventa autocontrollato quando ci sono minimo 3 punti di appoggio. Con solo due punti di cui uno fuori foglio si potrebbero innescare delle dinamiche molto pericolose. Perchè con due punti si capisce se c'e' un errore ma non si può valutare su quale dei due. Con uno dei due fuori foglio potrebbe, per assurdo, annullarsi e o ridursi l'eventuale errore di quello all'interno. Con risultanze disastrose. La rototraslazione, in dipendenza del numero di punti elevato, da più garanzie anche se alcuni sono lontani. D'altronde quando non ne abbiamo vicini ci dobbiamo comportare così. L'importante è che non si presentino scarti importanti. E' vero che in questi casi bisogna fare delle valutazioni e attribuire peso diverso ai punti in dipendenza della loro distanza dalla linea da riconfinare. Quindi, secondo me, la scelta di Catsello è meno rischiosa di quella degli altri due tecnici. Tu, caro Einste, però non ti sei limitato a parlare del calcolo ma anche della georeferenziazione della mappa. La mappa va georeferenziata non tutta ma solo quei parametri dove si trovano la linea da riconfinare e i punti di appoggio. Poi sull'aver georeferenziato quella di visura mi sono già espresso, ma mi posso anche ripetere. E' una operazione altamente rischiosa per come disegnarono speditivamente i parametri (soprattutto) e anche le linee della stessa. Ritengo comunque che le differenze riscontrate da Castelllo non siano imputabili né alla georeferenziazione, né al calcolo effettuato (anche perché Castello ha usato il punto degli Ingegneri), ma ad un errore grossolano ed alla speditività con cui è stato eseguito il prelievo delle coordinate. (Quì ho acceso un pò di palla di vetro). Potrebbe essere anche che visti gli errori innescatisi nella recente vettorizzazione dei fogli di mappa (sono stati stimati dalla Sogei in media circa 50 errori per foglio riguardo alle sole linee) qualcuno abbia lavorato su quei supporti. (Palla sempre accesa). Ma non è dato di sapere chi visto che i signori opposti a Castello si sono limitati a giudicare il suo lavoro senza parlare del proprio e Castello è fuggito. Cordialmente Carlo Cinelli Ciao Carlo sappiamo che per sopperire alla disomogeneità di deformazione della mappa si introduce la georeferenzazione parametrica a differenza dell AGT che suppone una deformazione omogenea e procede a georefenziare con una rototraslazione a 4 parametri. Sono d'accordo sul fatto che per ricostruire le linee di mappa di una zona limitata andrebbe eseguita la georeferenzazione parametrica limitatamente a tale zona ma è anche vero che sono stati presi punti da fabbricati distanti tra loro e parametrarli individualmente mi sembrerebbe una forzatura. Non metto in dubbio le tue analisi ma qualche perplessità mi rimane, ti ribatto allora se avessi un confine distante altrettanti 900 mt che faresti parametreresti ogni 200 mt ? o parametreresti l'intero foglio ? Per quanto riguarda l'apertura a terra sempre facendo congetture se anzichè due punti in totale c'è ne fossero tre, due nello stesso foglio e quello più distante fosse stato utilizzato per orientamento? Sarebbe comunque buona la rototraslazione baricentrica con quei punti cosi messi? Scusami stiamo solo usando come dici tu la palla di vetro!!!! Cordiali saluti. Pasquale P.
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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Buongiorno Pasquale, il prelievo delle coordinate di un singolo punto trae vantaggio dalla correzione della deformazione del riquadro parametrico in cui il punto cade, indipendentemente da quanto e come si siano deformate le zone di mappa che lo separano da altri punti. Quindi non ha alcun effetto l'analisi delle zone prive di punti. L'ipotesi che regge questa procedura è che il rilevamento fosse omogeneamente attendibile, e perciò ricostruire la posizione dei diversi punti scevra dalle deformazioni di rappresentazione e supporto ne fornisca il miglior risultato rispetto al terreno originariamente rilevato. In caso di rappresentazione non omogeneamente attendibile, l'ipotesi perde valore; e per questo motivo normalmente punti su fogli differenti non danno buone garanzie. Ma anche in caso di rilevamento non omogeneamente attendibile la perdita di valore può essere sensibile; e ciò si verifica per punti battuti da poligonali diverse e poco collegate, anche se i punti si trovano nello stesso foglio. Per questi motivi leggere coordinate di punti distanti, correggendo singolarmente le rispettive posizioni non è una forzatura: si cerca di ottenere la miglior rispondenza all'oggetto originariamente rilevato. Trascurare la località delle deformazioni, significherebbe considerarle omogenee sull'intero supporto; cosa che si dimostra falsa semplicemente riscontrando le differenti distanze fra singole coppie di parametri. Agendo in tal modo si accetterebbero errori maggiori che nel primo modo. Questo naturalmente in chiave statistica, perché la palla di vetro non la può avere nessuno. E a proposito di palla di vetro, fare ipotesi sulla possibile esistenza di documenti, pur essendo azione teorica, è volta a indicare le strade da seguire nello specifico caso per cercare quelli mancanti; mentre fare ipotesi sulla disposizione dei punti mi pare molto più esercizio teorico più adatto a un libro di scuola che all'analisi pratica: "se anzichè due punti in totale c'è ne fossero tre, due nello stesso foglio e quello più distante fosse stato utilizzato per orientamento? Sarebbe comunque buona la rototraslazione baricentrica con quei punti cosi messi?" Bisognerebbe vedere se il punto più lontano è quello sull'altro foglio, come sembra che ipotizzi, oppure uno di quelli nel foglio: mica è detto che sia sempre il contrario! Sarà quindi lo specifico schema a suggerire il procedimento più adatto. Comunque in generale usare un punto lontano per l'orientamento è norma ragionevole perché la distanza mitiga l'errore angolare. Si noti che disponendo di così pochi punti (due "vicini" e uno lontano) rende molto simili la rototraslazione orientata e l'apertura a terra multipla. Non parlerei di rototraslazione baricentrica, con due punti "attendibili" e uno no; piuttosto rototraslazione rigorosa; e comunque si avrebbe la necessità di assegnare dei pesi ai punti così diversamente significativi, dando sempre maggior "forza" all'apertura a terra che rimane schema adatto a queste condizioni sbilanciate. Ma non mi voglio allontanare troppo dal "nocciolo", altrimenti scriviamo un libro di scuola... pratica. Leonardo
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geocinel
Carlo Cinelli
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"einste" ha scritto: Ciao Carlo sappiamo che per sopperire alla disomogeneità di deformazione della mappa si introduce la georeferenzazione parametrica a differenza dell AGT che suppone una deformazione omogenea e procede a georefenziare con una rototraslazione a 4 parametri. Sono d'accordo sul fatto che per ricostruire le linee di mappa di una zona limitata andrebbe eseguita la georeferenzazione parametrica limitatamente a tale zona ma è anche vero che sono stati presi punti da fabbricati distanti tra loro e parametrarli individualmente mi sembrerebbe una forzatura. Non metto in dubbio le tue analisi ma qualche perplessità mi rimane, ti ribatto allora se avessi un confine distante altrettanti 900 mt che faresti parametreresti ogni 200 mt ? o parametreresti l'intero foglio ? Per quanto riguarda l'apertura a terra sempre facendo congetture se anzichè due punti in totale c'è ne fossero tre, due nello stesso foglio e quello più distante fosse stato utilizzato per orientamento? Sarebbe comunque buona la rototraslazione baricentrica con quei punti cosi messi? Scusami stiamo solo usando come dici tu la palla di vetro!!!! Cordiali saluti. Pasquale P. Per parafrasare Bersani dico: Pasquale, son mica d'accordo con le tue deduzioni. Siam mica qui a potare l'arbre magique. A parte le battute, Pasquale, da dove deduci che l'AGT suppone una deformazione omogenea? Non mi rispondere, lo so già. Purtroppo quella benedetta direttiva ha fatto più danni che utili. Perché non è stata capita e perché probabilmente Cannafoglia fece la sua parte per non farla capire. Loro non hanno mai detto che ritengono o suppongono che la deformazione sia stata omogenea su tutto il foglio. Anche perché sennò direbbero una palese inesattezza. Loro hanno fatto una direttiva per georeferenziare le mappe al solo scopo di collaudare le scansioni. E se ci pensi bene, non poteva essere che così. Quella è l'unica georeferenziazione, o meglio la più speditiva, che ti permette di verificare gli scarti sui parametri indicati e vedere se superano la tolleranza imposta. Da lì si capisce se la scansione è buona o non è buona, in relazione anche alla bontà del foglio. Quel tipo di georeferenziazione non rettifica la mappa e quindi non azzera gli scarti sui parametri. E perciò non può essere usata nelle operazioni di riconfinazione perchè lascia deformata la mappa. Veniamo al tuo dubbio atavico sul perché non georeferenziare l'intero foglio. Perché non cambierebbe niente. La georeferenziazione parametrica tratta ogni quadrato come un tassello di un mosaico e poi li mette uno accanto all'altro. Quindi, che tu parametri o no anche quelli dove non ricadono punti di inquadramento o punti da riconfinare, non cambia assolutamente niente. Ed è giusto che sia così perché, ricordiamocelo bene, il disegno della mappa tenne conto di ogni singolo parametro e fu ragguagliato anche sulle sue eventuali deformazioni già presenti. Sull'apertura a terra multipla ha risposto Leo compiutamete. E comunque lì davvero non possiamo stilare dei principi assoluti ma solo generali e quindi bisogna valutare assolutamente caso per caso. Cordialmente Carlo Cinelli
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einste
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Andria
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"geocinel" ha scritto: "einste" ha scritto: Ciao Carlo sappiamo che per sopperire alla disomogeneità di deformazione della mappa si introduce la georeferenzazione parametrica a differenza dell AGT che suppone una deformazione omogenea e procede a georefenziare con una rototraslazione a 4 parametri. Sono d'accordo sul fatto che per ricostruire le linee di mappa di una zona limitata andrebbe eseguita la georeferenzazione parametrica limitatamente a tale zona ma è anche vero che sono stati presi punti da fabbricati distanti tra loro e parametrarli individualmente mi sembrerebbe una forzatura. Non metto in dubbio le tue analisi ma qualche perplessità mi rimane, ti ribatto allora se avessi un confine distante altrettanti 900 mt che faresti parametreresti ogni 200 mt ? o parametreresti l'intero foglio ? Per quanto riguarda l'apertura a terra sempre facendo congetture se anzichè due punti in totale c'è ne fossero tre, due nello stesso foglio e quello più distante fosse stato utilizzato per orientamento? Sarebbe comunque buona la rototraslazione baricentrica con quei punti cosi messi? Scusami stiamo solo usando come dici tu la palla di vetro!!!! Cordiali saluti. Pasquale P. Per parafrasare Bersani dico: Pasquale, son mica d'accordo con le tue deduzioni. Siam mica qui a potare l'arbre magique. Veniamo al tuo dubbio atavico sul perché non georeferenziare l'intero foglio. Perché non cambierebbe niente. La georeferenziazione parametrica tratta ogni quadrato come un tassello di un mosaico e poi li mette uno accanto all'altro. Quindi, che tu parametri o no anche quelli dove non ricadono punti di inquadramento o punti da riconfinare, non cambia assolutamente niente. Ed è giusto che sia così perché, ricordiamocelo bene, il disegno della mappa tenne conto di ogni singolo parametro e fu ragguagliato anche sulle sue eventuali deformazioni già presenti. Sull'apertura a terra multipla ha risposto Leo compiutamete. E comunque lì davvero non possiamo stilare dei principi assoluti ma solo generali e quindi bisogna valutare assolutamente caso per caso. Cordialmente Carlo Cinelli Buongiorno Carlo e Leonardo, Bersani è troppo simpatico bisognerebbe fare un corso di Bersanese (come ha già detto qualcuno dalle tue parti). Ritornando al nostro discorso dici Carlo se ho capito bene georeferenziare più parametri e quindi più quadrati non cambia niente se l'oggetto del rilievo è ampio. Infatti georeferenziare ogni singolo quadrato e mosaicarlo darebbe lo stesso risultato del georefernziare l'intero mosaico per questo se una linea di mappa è lunga non vado a parametrarla ogni 200 mt ma bensì prendo tutto quello che dalla mappa mi serve. Sono d'accordo Leonardo sul fatto che georeferenziare ogni singolo quadrato mi da maggiori precisioni ma nulla esclude che tali punti così lontani possano essere collegati appunto da poligonali. Nel caso di pochi punti forse credo abbia ragione tu mentre se abbiamo una conformazione continua e distanziata dalla linea da ricostruire forse no. Per quanto riguarda l'apertura a terra se avessimo tre punti ravvicinati non v'è dubbio che per ricostruire il confine si dovrebbe optare per una rototralsazione baricentrica. Se il terzo punto si allontanasse da entrambi credo che cosi come un punto scorre su una parabola discendente così la differenza di risultati tra la rototraslazione baricentrica e l'apertura a terra si uguaglierebbero per andare a vantaggio dell'apertura a terra multipla nel secondo ramo della parabola al cresecere della distanza tra i due punti di partenza e il terzo punto. Saluti Bersanesi. Pasquale
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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Cerco di tagliare la testa al toro. Poveretto! La ricostruzione di geometrie catastali si fa per punti e non, come potrebbe sembrare, per linee. E questo per due motivi: - I segmenti che furono riprodotti sul supporto univano punti caratteristici battuti in campagna e restituiti con una certa cura anche per tener conto delle imperfezioni del supporto. In linea di principio troverei scorretto leggere punti lungo il segmento, perché questo potrebbe essere stato tracciato con minor rigore riepstto ai suoi estremi; ma questa è una fisima che non approfondirei oltre. Resta comunque il fatto che i vertici di ciascun segmento furono effettivamente battuti, mentre il tratto intermedio fu soltanto valutato rettilineo in campagna, ma senza eseguire alcuna misura, e riprodotto rettilineo per approssimazione. - Le correzioni delle deformazioni che si compiono leggendo le coordinate dei vertici e applicando il metodo classico, semplice e molto robusto, raccomandato dal Tani (che spesso chiamiamo georeferenziazione parametrica) mirano a dare ai punti la posizione più rispettosa delle originarie misure. In tal modo il segmento che congiunge le ricostruzioni dei due estremi acquisterà la posizione più corretta, in quanto più probabilmente rispondente all'originale. Le deformazioni intermedie del supporto potrebbero anche aver trasformato quel segmento in una curva di vario genere, ma non in una spezzata perché ciò richiederebbe una deformazione discontinua; cosa che potrebbe essere avvennuta soltanto con lacerazioni del supporto. Per questi motivi non riesco a figurarmi la "conformazione continua e distanziata" da una linea. La quale, poi, per essere ricostruita richiederebbe comunque l'individuazione dei punti di vertice; almeno due. Questo mi ha impedito fino ad ora di individuare procedimenti alternativi che mi si siano dimostrati concettualmente più validi per la ricostruizione delle posizioni reciproche dei punti cercati e individuati sulla mappa. Anche l'alternativa di correzione delle deformazioni su triangoli ha un altro fine: prescinde dalla deformazione del supporto e si concentra sul "passo successivo" relativo alla deformazione del modello rispetto all'orginale. Leonardo
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einste
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"Leo" ha scritto: Cerco di tagliare la testa al toro. Poveretto! La ricostruzione di geometrie catastali si fa per punti e non, come potrebbe sembrare, per linee. E questo per due motivi: - I segmenti che furono riprodotti sul supporto univano punti caratteristici battuti in campagna e restituiti con una certa cura anche per tener conto delle imperfezioni del supporto. In linea di principio troverei scorretto leggere punti lungo il segmento, perché questo potrebbe essere stato tracciato con minor rigore riepstto ai suoi estremi; ma questa è una fisima che non approfondirei oltre. Resta comunque il fatto che i vertici di ciascun segmento furono effettivamente battuti, mentre il tratto intermedio fu soltanto valutato rettilineo in campagna, ma senza eseguire alcuna misura, e riprodotto rettilineo per approssimazione. - Le correzioni delle deformazioni che si compiono leggendo le coordinate dei vertici e applicando il metodo classico, semplice e molto robusto, raccomandato dal Tani (che spesso chiamiamo georeferenziazione parametrica) mirano a dare ai punti la posizione più rispettosa delle originarie misure. In tal modo il segmento che congiunge le ricostruzioni dei due estremi acquisterà la posizione più corretta, in quanto più probabilmente rispondente all'originale. Le deformazioni intermedie del supporto potrebbero anche aver trasformato quel segmento in una curva di vario genere, ma non in una spezzata perché ciò richiederebbe una deformazione discontinua; cosa che potrebbe essere avvennuta soltanto con lacerazioni del supporto. Per questi motivi non riesco a figurarmi la "conformazione continua e distanziata" da una linea. La quale, poi, per essere ricostruita richiederebbe comunque l'individuazione dei punti di vertice; almeno due. Questo mi ha impedito fino ad ora di individuare procedimenti alternativi che mi si siano dimostrati concettualmente più validi per la ricostruizione delle posizioni reciproche dei punti cercati e individuati sulla mappa. Anche l'alternativa di correzione delle deformazioni su triangoli ha un altro fine: prescinde dalla deformazione del supporto e si concentra sul "passo successivo" relativo alla deformazione del modello rispetto all'orginale. Leonardo Certo Leonardo ho compassione per te ma penso che quanto diciamo possa essere utile non solo per confrontarci ma per chi ci segue d'altronde stiamo disquisendo su delle procedure che appassionano da sempre i frequentatori di tale forum. Dici che: Per questi motivi non riesco a figurarmi la "conformazione continua e distanziata" da una linea. La quale, poi, per essere ricostruita richiederebbe comunque l'individuazione dei punti di vertice; almeno due. Perdonami ma nella realtà di linee continue rettilinee non sempre è facile trovare specie se parliamo di lunghe distanze come da me asserito e come forse potrebbe essere quello riprodotto dall'autore di tale post. Immagina una linea di confine curva che fai? non basta prendere i punti estremi ma bensì come ben sai per ricostruire tale curva occorrerebbero altri punti intermedi per ricostruirla almeno "minimo" un altro e quanto maggiori siano tali punti tanto la ricostruzione intermedia sarebbe più vicina alla realtà. Non credo che chi riscotruì la conformazione del terreno sulla mappa per gli elementi continui si sia basato solo e solamente sui singoli estremi!!!! Cordiali saluti Leonardo. Pasquale
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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Pasquale, non capisco la compassione, ma comunque ti ringrazio: l'etimologia del termine indica che "partecipi a mie sofferenze" e questo è molto rassicurante, anche se non mi è chiaro quali sarebbero. L'unica sofferenza a cui accennavo era quella del povero toro a cui tagliare la testa, e perciò forse la compassione dovebbe essere a lui rivolta. Ma la faccio mia; che male non fa... Tornando al tema, le mappe NON hanno mai accettato linee curve in quanto era prescritto che queste fossero rappresentate mediante spezzate. Dunque è concettualmente corretto individuare i vertici dei segmenti delle spezzate, e riprodurre soltanto quelli, unendoli con tratti rettilinei. Riconosco che quando lunghi tratti appaiono "pressoché" rettilinei, è difficile aver certezza che lo siano realmente e non siano invece spezzate composte da segmenti quasi allineati. Se affianchiamo una riga e vediamo scostamenti appena percettibili, è davvero arduo stabilire se si tratti di punti non perfettamente allineati e realmente battuti all'origine, o di deformazione del supporto, oppure ancora del tracciamento imperfetto del segno. Ipotesi, quest'ultima, che mi sentirei comunque di escludere quasi totalmente vista la comprovata perizia dei disegnatori dell'Impianto. Esclusa però quest'ultima possibilità, leggere punti intermedi può dare qualche indicazione. Tuttavia se proviamo ad esaminare le possibili ipotesi correlate, non mi pare che siano indicazioni davvero rassicuranti: sui vertici che sono evidentemente tali dall'impianto, abbiamo la sicurezza dell'impegno dell'operatore e perciò della loro posizione d'origine determinata con accuratezza tipica del foglio. Ma nei tratti in cui facciamo noi ipotesi oggi, proprio per effetto di queste viene a mancare quella certezza. E perciò aumenta l'incertezza del risultato. Può sembrare un paradosso, che in una linea dritta dritta rischiamo incertezza maggiore che in una seghettata; ma quella seghettata fu certamente disegnata così, mentre per quella che sembra dritta dobbiamo agigungere una nostra nuova ipotesi, assolutamente priva di possibilità di verifica. Dunque, se posso evito i punti intermedi (che non sono vertici certi) e se non posso evitarli, almeno li considero meno attendibili. E comunque non mi pare il caso dell'esempio portato da Castello, dove le incertezze non erano sicuramente sul preciso allineamento di segmenti contigui! Leonardo
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einste
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Buonasera Leonardo, scusami ho frainteso, poveretto credevo fosse rivolto a te stesso. E' vero non c'è ne sono molte di linee concave o convesse ma ci sono. E' anche vero che tra tanti punti da prelevare per il nostro scopo non necessariamente si debbano prendere punti omologhi su tale curve continue. Ma qualora dovessi riportare tale linee continue sul terreno saresti obbligato a prenderli questi punti intermedi e quindi che faresti? daresti un peso diverso ai diversi tratti? Il caso di Castello sembra il caso (non si capisce se la mappa riporti spezzata o linea continua) nel quale si conoscono i punti terminali ma non quelli intermedi!!!E come sarà probabile, come dice Cinelli, l'errore sarà o errore di vettorizzazione della mappa o errore grossolano di lettura. Distinti saluti Leonardo. Pasquale
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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No, Pasquale, un momento: di linee concave o convesse non è che ce ne siano poche o molte. Semplicemente non ce ne devono essere! Quì: www.geolive.org/guide/procedure-e-metodo... trovi il riferimento normativo che, anche se si parla di Pregeo, ha valenza generale: l'Istruzione per il rilevamento particellare, al paragrafo 6 specificava di sostituire alle curve delle spezzate che potessero essere "equivalenti" per gli scopi catastali. È vero che geometrie circolari di modesto diametro potevano essere rappresentate e l'Istruzione faceva riferimento a sili e pozzi, ma anche ad aie. Perciò i limiti di queste potrebbero poi essere divenuti confini; ma mai si tratterà di linee tanto lunghe e simili a rette come si ipotizzava! Dunque ribadisco che se un lungo confine appare incerto se sia rettilineo o meno, se non lo fosse potrebbe essere soltanto costituito da segmenti più corti e quasi allineati. Quindi vale quanto detto sopra: valutare se ci sono veri e propri vertici, e se la cosa non appare sicura significa che per quei punti il rigore della ricostruzione diminuisce: aumenta l'incertezza che non mi piace chiamare tolleranza. Non vedo altre strade, purtroppo. D'altra parte la ricostruzione di un confine perduto non può dare certezze, ma soltanto mirare alla miglior probabilità possibile. Che non è sempre affascinante, nonostante adoperiamo strumenti di misura e di calcolo strabilianti! Leonardo
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