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Modello 26 compilato da un altro proprietario dell'immobile |

sorrentinogius
boa87
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14 Luglio 2017 alle ore 11:41
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Salve a tutti il mio cliente è proprietario insieme ad altre persona di un immobile che prima in catasto era riportato come porzione di fabbricato rurale , poichè l'edificio presenta due sub. Ora vedendo le ultime visure la sua porzione di fabbricato è diventata Fabb. Diruto , presumo che uno dei proprietari abbia fatto compilare un MOD 26 cambiando la categoria ; Ora i problemi sono due : 1) Il fabbricato è si una struttura non agibile poichè sono strutture vecchie in pietra etc. ma comunque presenta le mura un solaio e una copertura , che poi il tutto a livello statico non è rassicurante questo si , ma credo che era più indicato accatastarlo e identificarlo come unità collabente ; 2) Eventualmente il fabbricato è soggetto a controllo e l'agenzia delle entrate rileva che la variazione della qualità è stata fatta in maniera sbagliata poichè non è fabbricato diruto, il mio cliente cosa rischia? lui non ha firmato il modello 26 , la responsabilità l'ha presa uno dei proprietari dell'immobile, premetto che ne sono una quindicina di proprietari, come mi devo comportare quale consigli mi date ??? grazie mille
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EALFIN
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Non esiste nessun problema nei casi in cui comunque l'edificio non sia capace di produrre alcun reddito. O unità collabenti o fabbricato diruto non cambia nulla.
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sorrentinogius
boa87
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14 Luglio 2017 alle ore 11:41
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"EALFIN" ha scritto: Non esiste nessun problema nei casi in cui comunque l'edificio non sia capace di produrre alcun reddito. O unità collabenti o fabbricato diruto non cambia nulla. ok quindi quanto fatto non risulterebbe un errore poichè comunque in entrambi i casi ai fini catastali non rappresentano edifici che hanno un reddito, il problema eventualmente è del cliente che un domani avendo classificato ora il fabbricato come diruto non ha la possibilità di sfruttarne la volumetria per non so una eventuale ristrutturazione giusto?
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EALFIN
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Da quello che mi risulta la volumetria di un edificio rimane sempre recuperabile nei casi in cui il suo involucro esterno comunque ne consente di individuarne il volume. Esempio un edificio che presenta tutte le murature portanti integre (anche se con crepe) fino all'altezza di imposta del solaio di copertura il quale risulta sfondato. Se oltre al solaio di copertura parte delle pareti sono demolite (alla parte superiore) è chiaro che il volume non può recuperarsi secondo l'originaria consistenza volumetrica del fabbricato. Naturalmente quanto sopra in via ordinaria in quanto vi possono essere norme di Piano Regolatore che definiscono meglio la materia. O fabbricato diruto (il quale non necessariamente è da intendersi un rudere) o fabbricato collabente, ai fini urbanistici non ha rilevanza la situazione catastale ma altri fattori, come in parte sopra esposti, incidono sulla possibilità di recupero di un edificio.
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