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livellario |

fabtie81
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12 Ottobre 2010
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Salve a tutti, ho bisogno di capire se su un terreno ci sta il diritto di livellario. Facendo una visura storica, il livellario risulta fino ad una certa data, da lì in poi (il mio vecchio tecnico dice che lui lo ha tolto) non risulta più e nella riga di diritti ed oneri reali risulta proprietà per 1/2 di un proprietario e 1/2 dell'altro proprietario, quindi la voce livellario non c'è più. Mi posso solo basare su una semplice visura storia o devo avere conferma su anche altri documenti? (tipo sul registro degli usi civici del comune o su visura storica d'impianto?). Grazie
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EALFIN
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Prima di tutto bisogna vedere cosa devi fare. Cioè se devi semplicemente accatastare un fabbricato ivi ricadente sul suddetto terreno lascia perdere ed accatastalo secondo lo stato attuale delle intestazioni. Tanto il catasto in qualsiasi momento può reinserire in atti catastali il livello. Se devi redigere una stipula allora sarebbe il caso di fare ulteriori indagini. Circa il livello presente in visura i casi sono tre: 1) è stata fatta un'affrancazione di livello mediante atto pubblico e ne è seguita la voltura; 2) oppure è stata chiesta la voltura di cancellazione del livello con riserva in sede di qualche atto, dichiarando che l'uso civico è presente solo agli atti del Catasto mentre per il Comune interessato il Commissario per gli Usi civici già da tempo (decenni, di solito anni '40) nè ha determinato la chiusura delle operazioni; 3) oppure è stata fatta semplicemente una voltura in occasione di qualche passaggio cancellando il detto livello e senza che il Catasto se ne è accorto. Dalla visura storica lo vedi se vi è stata un'affrancazione di livello e/o comunque puoi risalire all'atto o al titolo che ha generato la voltura. Procuratene una copia e vedi come sta la situazione. Comunque se il Comune è gravato da usi civici conviene risolvere la materia con lo stesso Comune per evitare eventuali nullità di atti.
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ZioPeppe
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27 Ottobre 2016 alle ore 19:38
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Salve, ho un terreno che devo vendere, ma ho ricevuto dal Comune una comunicazione che lo stesso terreno è gravato da livello / usi civici, alchè mi sono premurato di verificare se la momento del mio acquisto sull'atto risultasse tale vincolo.. ma nulla è scritto. Devo pagare l'affrancazione? o posso evitare per qualche normativa intervenuta?
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it9gvo
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trappeto
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Sull'affrancazione di usi civici, la Direzione Centrale dell'Agenzia del Territorio ha emanato le seguenti disposizioni: - CIRCOLARE 2/2004 - RISOLUZIONE 2/2008 Se hai problemi a reperirle, te le posso inviare io stesso, sulla tua mail che mi manderai. Buon lavoro P.S.: il Comune può dimostrare che l'uso civico è regolarmente trascritto alla Conservatoria?
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NST
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Avendo casi simili (Diritto del concedente presente in visura) Mi aggiungo al post. Da un'indagine accurata, risulta che del suddetto diritto se ne trova traccia solo sulla visura catastale e neanche il comune riesce a dimostrare il suo diritto in modo diverso. Ciò nonostante stanno partendo delle mega richieste di canoni a loro dire dovuti. Cosa si può fare per evitare di pagare i mega importi per un " diritto" di cui non si trova traccia se non sulle visure catastali? Grazie.
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it9gvo
(GURU)
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trappeto
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"NST" ha scritto: Avendo casi simili (Diritto del concedente presente in visura) Mi aggiungo al post. Da un'indagine accurata, risulta che del suddetto diritto se ne trova traccia solo sulla visura catastale e neanche il comune riesce a dimostrare il suo diritto in modo diverso. Ciò nonostante stanno partendo delle mega richieste di canoni a loro dire dovuti. Cosa si può fare per evitare di pagare i mega importi per un "diritto" di cui non si trova traccia se non sulle visure catastali? Grazie. Ritengo che affinchè tale diritto sia valido e legale, debba risultare trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari. Inoltre le cifre che il proprietario dovrebbe sborsare per l'eventuale affrancazione sono quasi sempre ridottisime perchè i canoni non furono mai aggiornati. Ricordiamoci che il Catasto non è prrobatorio, la Conservatoria invece si... Buon lavoro
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NST
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Sono d'accordo con te che il catasto non sia probatorio, ma il comune ha approvato delle delibere per aggiornare (AUMENTARE) i canoni. Per i terreni agricoli ad esempio ha stabilito che il Canone annuo = RD x 1.80 x coeff. FOI. Il capitale di affrancazione come per legge è pari a Canone annuo x 15. Naturalmente oltre a ciò vogliono sei annualità, quella in corso e le cinque precedenti. A ciò si devono poi aggiungere imposte e parcella del notaio. Per non parlare dei suoli dove hanno consentito l'edificazione rilasciando Permessi di Costruire, Concessioni edilizie e Licenze edilizie ai richiedenti PROPRIETARI. Purtroppo hanno dalla loro l'impossibilità economica di difendersi da parte dei cittadini: Il comune paga gli avvocati con i soldi dei contribuenti. Come affrontare il problema? Buon lavoro.
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vic
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Se parliamo di uso civico la cosa è molto più complessa, è materia delle regioni e quindi il riferimento sono le apposite leggi regionali, e poi in ogni zona d'italia, vista la diversa storia fra i vari regni/stati, fa storia a sè. Alcuni anni fa in un convegno un professore dell'Università di Bari illustrò alcune delle caratteristiche degli usi civici a partire dal Trentino fino alla Sicilia ed in effetti le cose erano ben diverse. Che negli atti ipo/catastali il livello non risulti non consta, gli usi civici fanno riferimento a documentazione che risale ai secoli passati. Almeno dalle mie parti (regione Abruzzo) varia anche fra comune e comune, alcuni comuni avevano già "quotizzato" i beni civici ai conduttori ed oggi possono solo riscuotere il canone e procedere nel caso all'affrancazione su semplice istanza dei livellari, e non la possono rifiutare. Nei territori dei comuni che invece la quotizzazione non l'avevano fatta oggi il livellario deve fare istanza di legittimazione, sempre che il terreno richiesto abbia perso le caratteristiche di bosco/pascolo, provvedimento che emette la regione con apposito provvedimento di legittimazione. Tale decreto è titolo originario sull'immobile, essendo nulli tutti gli atti precedenti, e questo perchè i diritti di uso civico (uso civico e non enfiteusi che è altra cosa) sono inusucapibili ed imprescrittibili. Dopo di ciò, o anche contemporaneamente, il livellario richiede l'affranco. Poi è anche vero che i comuni nello stabilire il canone, purtroppo spesso così indirizzati dai tecnici demaniali (nella mia regione esiste un albo dei periti demaniali dai quali i comuni possono attingere per farsi fare la verifica dei demani che poi la regione dovrà approvare) prendono a riferimento il reddito dominicale facendo secondo un grave errore perchè penalizzano chi ha apportato migliorie al terreno premiando chi invece non lo ha fatto, ciò anche in contrato con alcune disposizioni del codice civile (libro terzo della proprietà, titolo IV dell'enfiteusi). Io nei comuni dove son riuscito a farmi capire ho fatto stabilire come riferimento un'unica destinazione originaria del terreno (in genere l'incolto produttivo/bosco o similari) e sul relativo Valore Agricolo Medio calcolare canoni ed affranco. Anche perchè quel bene quando era dell'università dei cittadini (uso civico) non era nè seminativo, nè tantomeno vigneto, ecc., ma era utilizzato per il pascolo, per il diritto di legnatico (una volta tutti avevano necessità della legna per cucinare, anche chi viveva nel paese e non era contadino) Altro errore che molti comuni fanno e nel far fare gli atti dal notaio (che a loro volta fanno pagare ai cittadini anche imposte non dovute), è più che sufficente una determina del responsabile del servizio patrimonio che si può registrare/trascrivere tranquillamente ed in assoluta esebnzione di imposte di ogni tipo (non è dovuta neanche l'imposta di bollo). Tant'è vero che all'agenzia delle Entrate, visto che il pagamento dell'imposta di registro non è dovuta non mi fanno fare la registrazione, faccio direttamente la trascrizione presso la conservatoria e basta. Far fare l'atto dal notaio per i comuni (che poi scaricano la cosa al cittadino) comporta le varie dichiarazioni urbanistiche sugli immobili, aree percorcse dal fuoco, APE e chi più ne ha più ne metta. IL COMUNE TRASFERISCE AL CITTADINO IL DIRITTO DEL CONCEDENTE SU UN'AREA, TUTTO QUELLO REALIZZATO SU DI ESSO E' STATO FATTO DAL LIVELLARIO ED E' SUA ESCLUSIVA RESPONSABILITA', PER CUI SI ALLEGA ALLA DETERMINA DI AFFRANCO ESLUSIVAMENTE IL CERTIFICATO DI DESTINAZIONE URBANISTICA DI TUTTE LE AREE, ANCHE GLI ENTI URBANI I riferimenti base per gli usi civici sonola Legge n.1766/1927, REGIO DECRETO 26 Febbraio 1928, n.332, LEGGE 10 Luglio 1930, n.1078 e LEGGE 16 Marzo 1931, n.377. L'esenzione totale dalle imposte è stata ripristinata, era stata tolta insieme a tutte le altre agevolazioni annullate per le imposte di registro a decorrere dal primo gennaio 2014, con la Legge n.89 del 23/06/2014. Saluti
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NST
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Grazie per l'esauriente risposta. Nei casi da me prospettati non si tratta di uso civico. Nel comune esistono anche aree gravate da uso civico, ma di queste l'amministrazione, possiede antichi elenchi dei beni e dei possessori dell'epoca. Il problema nasce per una serie di particelle, per le quali l'unico " titolo" è la visura catastale. In questi casi in comune vogliono far regolarizzare il tutto dai notai che impongono il pagamento delle imposte di registro, bollo e altro. Risultato? Per un'affrancazione di poche are, si spendono poco meno di 2mila €. Buon lavoro a tutti
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fra777
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Salve, chiedo aiuto per una situazione che non so come risolvere: devo volturare un immobile a seguito di una successione per causa di morte. Allo stato attuale, gli intestatari dell'immobile risultano essere il de cuius che ha la proprietà e una seconda persona che risulta come diritto del concedente! Anni addietro ci fu una donazione, la madre del defunto dona l'immobile ei diritti immmobiliari gravati di livello, al figlio. Infatti, da visura storica, prima della donazione gli intestati erano la madre come livellario ed una ulteriore PERSONA come concedente. In visura, dopo tale donazione, registrata al catasto come atto pubblico del xxx, rogante xxx, il figlio ha la proprietà mentre compare sempre ed ancora la seconda persona come concedente. C'è da dire anche che sempre per l'atto pubblico si dice:"nota presentata con Modello Unico" Ora, come è possibile che con una donazione, si passi da livellari a proprietà? Di affrancazione nella donazione non se ne parla. Gli eredi, tra cui la madre del de cuius, che donò, non si ricorda. In ogni caso, come è possibile che in visura all'attualità risultino contemporaneamente un concedente ed un proprietario? Oppure, può essere un errore, come mi hanno detto al catasto della voltura automatica? Il programma voltura non accetta un concedente ed un proprietario; sinceramente non capisco. P.S. Nella successione, già consegnata,il de cuius ha la piena proprietà ed in una piccola nota si fa riferimento al concedente. Cosa fare? Grazie
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Ajuaju
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02 Ottobre 2017 alle ore 12:40
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Salve.sono anche io abruzzese e ho problemi simili e la situazione e' un po complessa. Lei si occupa di.queste cose o puo darmi il nome di qualcuno che se ne occupa?grazie
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