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diritto alla corte |

tatiana
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Scusate se l'argomento è OT. Sto facendo una CTU che ha come oggetto di causa una corte su cui affacciano tre fabbricati. La parte attrice dice che è comune perchè così era identificata a catasto anche se nel rogito con cui ha comprato non si fa alcun accenno a diritti sulla corte, e chiede i danni perchè i suoi diritti di godimento sono lesi dall'ampliamento che gli altri proprietari hanno fatto sulla corte stessa. La parte convenuta dice che non è comune, che il catasto non lo prova e che se non è indicato in atto allora non ha alcun diritto e non può chiedere risarcimenti. La corte è identificata con proprio numero di mappa, ora Ente Urbano, era con la medesima consistenza era CORTE comune ai mapp. X, Y e Z. Quando la parte attice ha comprato l'immobile, questo era FABB.RURALE con annotazione di diritto alla corte map. W; a seguito di TM e accatastamento all'urbano l'annotazione è sparita. A mio parere la corte è stata generata come COMUNE e così rimane. Pareri? Casi simili? Sentenze? Grazie a chiunque lasci un'opinione.
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robertopi
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Il catasto non è probatorio si sa, ma in questi casi indica sicuramente limiti ed usanze dell'epoca. Innazitutto devi fare le più opportune ricerche sia in conservatoria sia al catasto per verificare eventuali ditte intestarie della corte. In ogni caso, qualora non riuscissi a trovare altro, non devi essere tu ctu a stabilire se questa fosse comune o meno. Mi spiego, laddove riesci a reperire atti che dimostrino inequivocabilmente che la corte era comune o esclusiva, allora bene, lo dirai al Giudice, se invece le notizie rimangono quelle che hai, secondo me, devi fornire tutti gli elementi tecnici al giudice il quale deciderà anchè verificando la giurisprudenza per casi analoghi, poichè l'uso della corte potrebbe aver generato diritti nel tempo. Saluti
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gaetano59
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"tatiana" ha scritto: Scusate se l'argomento è OT. Sto facendo una CTU che ha come oggetto di causa una corte su cui affacciano tre fabbricati. La parte attrice dice che è comune perchè così era identificata a catasto anche se nel rogito con cui ha comprato non si fa alcun accenno a diritti sulla corte, e chiede i danni perchè i suoi diritti di godimento sono lesi dall'ampliamento che gli altri proprietari hanno fatto sulla corte stessa. La parte convenuta dice che non è comune, che il catasto non lo prova e che se non è indicato in atto allora non ha alcun diritto e non può chiedere risarcimenti. La corte è identificata con proprio numero di mappa, ora Ente Urbano, era con la medesima consistenza era CORTE comune ai mapp. X, Y e Z. Quando la parte attice ha comprato l'immobile, questo era FABB.RURALE con annotazione di diritto alla corte map. W; a seguito di TM e accatastamento all'urbano l'annotazione è sparita. A mio parere la corte è stata generata come COMUNE e così rimane. Pareri? Casi simili? Sentenze? Grazie a chiunque lasci un'opinione. Penso che per sbrogliare la matassa si debbano ricercare e studiare attentamente i titoli di proprietà, sia dell'attore, sia del convenuto, andando indietro nel tempo fin quanto è necessario. Il fatto che in catasto ci sia riportata l'annotazione di "diritto alla corte" non vuol dire che sia necessariamente comune, potrebbe essere qualsiasi tipo di diritto, ad es, passaggi, tubazioni, cavi, o altro. Poi, come ben saprai, il catasto non è probatorio, però può sicuramente aiutare tramite le sue eventuali annotazioni a rintracciare i titoli necessari per dimostrare come stanno effettivamente le cose. Saluti, Gaetano
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gaetano59
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"robertopi" ha scritto: Il catasto non è probatorio si sa, ma in questi casi indica sicuramente limiti ed usanze dell'epoca. Innazitutto devi fare le più opportune ricerche sia in conservatoria sia al catasto per verificare eventuali ditte intestarie della corte. In ogni caso, qualora non riuscissi a trovare altro, non devi essere tu ctu a stabilire se questa fosse comune o meno. Mi spiego, laddove riesci a reperire atti che dimostrino inequivocabilmente che la corte era comune o esclusiva, allora bene, lo dirai al Giudice, se invece le notizie rimangono quelle che hai, secondo me, devi fornire tutti gli elementi tecnici al giudice il quale deciderà anchè verificando la giurisprudenza per casi analoghi, poichè l'uso della corte potrebbe aver generato diritti nel tempo. Saluti Quoto, hai risposto mentre stavo scrivendo. Saluti
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tatiana
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La corte, e la suddivisione degli immobili prospicenti, sono stati generati da un frazionamento a seguito di divisione testamentaria. In pratica sono stati generali tre lotti, ciascuno per un figlio. Già il de cuius aveva stabilito che quella porzione di corte fosse comune ai tre lotti e così le cose sono state trascritte. Successivamente, gli unici passaggi di proprietà sono successori, senza alcuna indicazione riferita alla corte. L'unico atto è quello della parte attrice che compra dagli eredi. Posso affermare che il diritto alla corte segue l'immobile?
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robertopi
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"tatiana" ha scritto: La corte, e la suddivisione degli immobili prospicenti, sono stati generati da un frazionamento a seguito di divisione testamentaria. In pratica sono stati generali tre lotti, ciascuno per un figlio. Già il de cuius aveva stabilito che quella porzione di corte fosse comune ai tre lotti e così le cose sono state trascritte. Successivamente, gli unici passaggi di proprietà sono successori, senza alcuna indicazione riferita alla corte. L'unico atto è quello della parte attrice che compra dagli eredi. Posso affermare che il diritto alla corte segue l'immobile? Secondo me, essendo un aspetto giuridico e non strettamente tecnico, non devi essere tu a dichiarare la comunione del bene, bensì il giudice. Saluti
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geoalfa
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scusami Tatiana se elaboro il tuo quesito: "tatiana" ha scritto: ........ Sto facendo una CTU che ha come oggetto di causa una corte su cui affacciano tre fabbricati. La parte attrice dice che è comune perchè così era identificata a catasto anche se nel rogito con cui ha comprato non si fa alcun accenno a diritti sulla corte.... R.-->immagino che fra i quesiti posti dal G.I. sia compreso anche quello di ricercare la storia della corte, altrimenti farei in modo tale che il giudice ti dia anche questa mansione che è fondamentale alla comprensione e descrizione dello stato dei luoghi! in questi casi è estremamente importante la storia perché ti consente di individuare la vera funzione di quella corte per poi relazionare di conseguenza. è importante che sia individuata la originaria funzione di quella corte comune, e poco ha importanza la destinazione precedente e quella nuova degli edifici che ne beneficiano. se la corte comune era a servizio dei fabbricati rurali prima dell'accatastamento, la sua funzione non cambia per la mera dimenticanza di chi ha redatto l'atto di aggiornamento! ed è discutibile l'atteggiamento di chi sostiene che non essendo citata nel rogito di compravendita la funzione di corte comune decade! nel rogito andava eventualmente trattato la decadenza della funzione comune e non viceversa! "tatiana" ha scritto: ..... e chiede i danni perché i suoi diritti di godimento sono lesi dall'ampliamento che gli altri proprietari hanno fatto sulla corte stessa. R.--> non solo deve chiedere i danni per i diritti lesi, ma deve chiedere la comproprietà pro quota per la parte di edificio costruito sulla corte bcnc.... "tatiana" ha scritto:
La parte convenuta dice che non è comune, che il catasto non lo prova e che se non è indicato in atto allora non ha alcun diritto e non può chiedere risarcimenti. R.--> se la parte convenuta sostiene questo, ritengo, con certezza, che sbagli nettamente, perché non è che con una visura catastale si possa dimostrare il diritto o meno di uso di una cosa comune! ma ci sono ben altre prove da produrre fra le quali atti di provenienza o di costituzione di quel diritto. "tatiana" ha scritto:
La corte è identificata con proprio numero di mappa, ora Ente Urbano, era con la medesima consistenza CORTE comune ai mapp. X, Y e Z. R.--> nulla modifica la destinazione d'uso, anche se è cambiata la natura da rurale ad urbano , BC era e BC rimane oppure il diritto l'aveva prima, come lo ha oggi e sempre, salvo disposizione da prendere in comune accordo fra tutti gli aventi diritto "tatiana" ha scritto:
Quando la parte attrice ha comprato l'immobile, questo era FABB. RURALE con annotazione di diritto alla corte map. W; a seguito di TM e accatastamento all'urbano l'annotazione è sparita. R.--> questo sta a dimostrare che deve esistere un atto che ha generato questo diritto alla corte, quindi è improcastinabile una ispezione al servizio di pubblicità immobiliare ex anche secondo me, ma devi dimostrare come e se non trovi la prova documentare devi fare in modo, se non lo hanno già fatto, di provarlo per prova testimoniale! cordialità
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geoalfa
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ehmm! salve, vedo che nel frattempo che preparavo la mia risposta, interrotta da diverse telefonate, sarà perché tatiana è del gentil sesso, sarà perché ha posto un quesito interessante, sta di fatto che una moltitudine di colleghi mi hanno preceduto, comunque mi fa piacere che per la soluzione la pensiamo alla stessa maniera! cordialità
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robertopi
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concordo con geoalfa ad eccezione del fatto che tu, in veste di ctu non puoi reperire testimonianze, infatti tale circostanza è delegata ai legali in fase istruttoria. saluti
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geoalfa
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"robertopi" ha scritto: concordo con geoalfa ad eccezione del fatto che tu, in veste di ctu non puoi reperire testimonianze, infatti tale circostanza è delegata ai legali in fase istruttoria. saluti ora, forse non serve più perché tatiana avrà presentato la sua ctu, sono pienamente d'accordo con roberto, infatti nel mio scritto..... "geoalfa" ha scritto:
.......ma devi dimostrare come e se non trovi la prova documentare devi fare in modo, se non lo hanno già fatto, di provarlo per prova testimoniale! dove, ovviamente, il devi fare in modo sta a significare che non si può scrivere, ma suggerire in colloquio al giudice! e questo sta nelle facoltà del ctu a cui il giudice, apprezzando in genere dà credito. cordialità
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