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Autore CORREGGERE DITTA CATASTALE SULLA BASE DI ATTO DUBBIO

SIMBA4

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28 Agosto 2015 alle ore 16:02

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 10:59

Salve colleghi

Non so se sto scrivendo sul forum giusto, ma non trovando quello più adatto ho deciso di scrivere qui.

Vi racconto una esperienza abbastanza recente che ho seguito e che per ora è stata chiusa.

Nel 2000 (circa) viene eseguito un frazionamento ai terreni dal quale si generano delle particelle tutte ente urbano.

La particella originaria frazionata era censita anche al catasto urbano come area di pertinenza di un fabbricato.

Successivamente al frazionameno dei terreni viene stipulato atto notarile (vendita) nel quale viene trasferita una particella (ente urbano) da una ditta ad un'altra.

Per capirci A vende a B mappale xx di mq. 20 (ente urbano), nell'atto viene solo specificato che il mappale xx è di qualità ente urbano, nessuna notizia in merito all'urbano (chiaro non è stata fatta nessuna pratica ai fabbricati).

Poi a distanza di alcuni anni viene fatta pratica all'urbano e si creano quelle aree urbane che si erano identificate con frazionamento del catasto terreni, ovviamente intestate alla ditta A.

B mi chiede di accertare la sua proprietà, e ovviamente io segnalo il problema, cioè che lui è proprietario del mappale xx ai terreni, ma che al catasto urbano xx è ancora in carico a A.

Discuto con il notaio della questione, cosa fa il notaio? si relaziona con il catasto e poi presenta una istanza che viene accettata, e dalla quale risulta che il mappale xx (catasto fabbricati) è divvenuto di proprietà di B.

Io ovviamente resto nella mia posizione concettuale, che quell'atto notarile iniziale non era corretto.

Secondo voi in una eventuale vendita di B di quel mapp. xx potrebbe avere delle problematiche che si trascina dietro??

Oppure potrebbe filare tutto liscio lo stesso??

Mi piacerebbe approfondire con voi.

Saluti ringrazianti.

P.S.

Scusate ho fatto qualche piccola correzione perchè avevo invertito i ruoli di A e B .

Quello che sto scrivendo lo posso documentare con visure e atto pubblico.

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Autore Risposta

agri78

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 11:57

Salve!

Io concordo con te sul fatto che l'atto non era corretto, in quanto non poteva essere stipulato se non dopo aver presentato pratica docfa con costituzione di area urbana da poter, quindi, poi essere alienata.

Mi chiedo innanzitutto come chi ha redatto le pratiche all'urbano abbia potuto intestato la xx anche ad A..ma, tralasciando questo, suppongo che dal notaio sia stata presentata istanza in bollo per corregere l'intestazione allegando l'atto di vendita.

A questo punto, nonostante B risulti intestatario della sua xx, dubito come te, che il risultato sia lo stesso di quello che si sarebbe ottenuto se invece, come era giusto fare, l'attuale intestazione fosse derivata dalla corretta voltura dell'atto di vendita.

Saluti confrontanti

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 12:00

Buongiorno, principiante allo sbaraglio, Stefano !



Secondo me non succede nulla. Perchè il bene è sempre quello ed è stato regolarizzato in catasto. E' andata bene perchè non sono cambiati gli identificativi catastali all'urbano, altrimenti veniva fuori qualche problema. Voelva cioè dire che quel numero di identificativo all'urbano era assegnato a qualche altro terreno di altrui proprietà e non c'era continuità delle trascrizioni.

Ma in questo modo nessuno può reclamare alcuna irregolarità che comprometta il buon esito del trasferimento avvenuto anni fa.



Saluti.



Antonio.

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SIMBA4

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28 Agosto 2015 alle ore 16:02

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Veneto - Adria città Etrusca

 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 12:07

Salve



Bene agri78 la pensa in un modo, e Antonio completamente in un'altro, il primo intravede qualche problema il secondo alcun problema.

Attendiamo altre opinioni prima di addentrarci nel delicato della questione.

Saluti cordiali a martedì, sono sempre impegnato con quel corso sulla Certificazione.

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 12:14

Anch'io sono dell'idea che vada bene così.

L'oggetto della vendita è identificato nel migliore dei modi: un TF.

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agri78

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Capo d'Orlando (ME) -

 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 13:53

Le mie perplessità nascono dal fatto che l'istanza presentata dal notaio, in realtà non ha risolto il problema..

ha solo corretto l'intestazione attribuita con la pratica docfa, in quanto l'atto è impossibile che sia stato volturato, mentre invece andava stipulato un atto a rettifica indicando l'u.i.u. regolarmente censita al catasto fabbricati con successiva voltura catastale.

Allo stato attuale, ai soli fini dell'imposizione fiscale il signor B sicuramente non avrà problemi per pagare le imposte, ma pensando ad una futura vendita, come si poneva simba4, potrebbe evidenziarsi qualche criticità..per esempio, gli eventuali diversi futuri acquirente e notaio(soprattutto lui) potrebbero essere più pignoli e sollevare qualche eccezione sulla continuità storica.

Per queste considerazioni, ritengo che il signor B abbia tutto il diritto, di far presente la circostanza al notaio, il quale invece non ha svolto il suo compito perfettamente, e richiedere la rettifica dell'atto.

Anche se, come si suol dire, la legge non ammette ignoranza, la giusta procedura un il notaio la "deve" conoscere e applicare, il signor B è "lecito" che possa ignorarla.

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 14:10

Vedo molte analogie con questa discussione parallela.

www.geolive.org/forum/pregeo-e-docfa/doc...

Effettivamente il fatto che un atto non sia nullo non lo rende corretto.

Il passaggio atttraverso un atto di precisazione di dati catastali è l'iter corretto per garantire assenza di problemi nel futuro. Ed è l'anello mancante anche nell'iter che dovrà seguire Artem.

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 14:27

Non mi sembra così, Samsung.

In quell'altra discussione si sta discutendo di un giardino che si presume comune venduto per esclusivo.

Qui si sta invece parlando di un trasferimento di un terreno urbano censito solo al catasto dei terreni come ente urbano.

Non mi sembra proprio la stessa cosa.

Nel primo caso abbiamo un trasferimento di diritti (presuntivo) completamente errato e se il bene fosse comune non sono stati chiamati a vendere gli altri soggetti aventi diritto sul bene. Questa sarebbe netta responsabilità del Notaio rogante.

Nel secondo caso l'effettivo proprietario c'era ed ha venduto regolarmente un bene all'epoca censito solo al terreni come ente urbano e inequivocabilmente identificato. Non c'è nulla che ostacoli una futura vendita.

Lo sai dove è stato l'errore più grossolano e anche ingenuo ? Nell'intestare il terreno in fase di accatastamento ad un soggetto che non era l'effettivo proprietario come da atto di proprietà qui discusso. Quindi l'errore, semmai,è del tecnico che ha accatastato il terreno che non l'ha intestato all'effettivo proprietario.

Il Notaio ha messo a posto questo errore, anche se non era tenuto lui, ma semmai il tecnico che ha erroneamente censito in carico ad altri il terreno.

Ovviamente si sta parlando di un terreno non edificato, cioè privo di edifici, altrimenti le cose sarebbero cambiate e di molto.

Saluti.

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samsung

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 14:57

Il problema è che affrontare la soluzione di pratiche senza avere tutti gli elementi sulla scrivania in pochi minuti presenta le sue insidie.

Se facciamo attenzione alle parole di Simba, che dal saluto fatto mi pare di capire non rientrerà in ufficio oggi pomeriggio, l'area urbana è pertinenza di un fabbricato. Quindi dobbiamo sapere quanto è grande il fabbricato, cioè quante u.i.u. contiene, quanti intestatari diversi, se è censita autonomamente come f/1, oppure come bcnc, oppure è nel limbo come il giardino di Artem.

Dobbiamo attendere il ritorno di Simba, a martedì.

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agri78

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 15:00

Se posso, mi permetto di dissentire completamente con te, totonno..

non capisco perchè in un'altra discussione la pensavi esattamente al contrario, con mia piena condivisione dei principi..

purtroppo, non so come riportare l'indirizzo di quella discussione..anzi se qualcuno mi spiegasse come si fa..

comunque il titolo è "trasferimento di un bene senza titolo di provenienza" del 28/03/2013..l'ho trovata cercando argomenti simili

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 15:34

"agri78" ha scritto:
Se posso, mi permetto di dissentire completamente con te, totonno..

non capisco perchè in un'altra discussione la pensavi esattamente al contrario, con mia piena condivisione dei principi..

purtroppo, non so come riportare l'indirizzo di quella discussione..anzi se qualcuno mi spiegasse come si fa..

comunque il titolo è "trasferimento di un bene senza titolo di provenienza" del 28/03/2013..l'ho trovata cercando argomenti simili



Questa è la discussione.

www.geolive.org/forum/pregeo-e-docfa/doc...

Confermo quello che pensavo in quella discussione dove non si mette in dubbio la validità dell'atto di compravendita con il quale si trasferisce per l'appunto un ente urbano. In quella sede si cercava la soluzione per accatastare il terreno con la giusta intestazione all'urbano.

Almeno così a me pare.

Poi giudica te.



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agri78

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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 16:15

Scusami, non per altro, ma li si parla proprio pressochè della stessa cosa in fondo, e tu affermi giustamente in più di un intervento, se la rileggi attentamente, che bisogna obbligare i notai ad eseguire gli atti solo se l'intestazione in banca dati è corrispondente alla effettiva ditta proprietaria e che gli enti urbani non censiti al catasto fabbricati non sono intestati e quindi è impossibile volturare l'atto. Riporti tra l'altro che un atto così incautamente fatto potrebbe provocare diversi problemini dopo la stipula.

In effetti è così, l'atto già stipulato non è volturato e ancora mi chiedo il notaio, anche se tu ritieni che abbia ben operato, come abbia fatto nella descrizione dell'immobile in questione, a non tener conto del fatto che fosse un "semplice" ente urbano.

In conclusione, a mio avviso, nel complesso, si è saltato un passaggio storico, quello della voltura, che il notaio ha aggirato con una semplice istanza; e per me non è la prassi corretta.

Saluti amichevoli

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totonno
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 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 16:46

"agri78" ha scritto:
Scusami, non per altro, ma li si parla proprio pressochè della stessa cosa in fondo, e tu affermi giustamente in più di un intervento, se la rileggi attentamente, che bisogna obbligare i notai ad eseguire gli atti solo se l'intestazione in banca dati è corrispondente alla effettiva ditta proprietaria e che gli enti urbani non censiti al catasto fabbricati non sono intestati e quindi è impossibile volturare l'atto. Riporti tra l'altro che un atto così incautamente fatto potrebbe provocare diversi problemini dopo la stipula.

In effetti è così, l'atto già stipulato non è volturato e ancora mi chiedo il notaio, anche se tu ritieni che abbia ben operato, come abbia fatto nella descrizione dell'immobile in questione, a non tener conto del fatto che fosse un "semplice" ente urbano.

In conclusione, a mio avviso, nel complesso, si è saltato un passaggio storico, quello della voltura, che il notaio ha aggirato con una semplice istanza; e per me non è la prassi corretta.

Saluti amichevoli



Agri78.

Abbi pazienza.

Il problema lì era un altro.

Il collega trovava difficoltà nell'intestare la effettiva proprietà dell'area urbana durante il censimento all'urbano.

Cioè stava facendo quello che qui in questa situazione è stato fatto.

Ma il tecnico che ha accatastato, in questa situazione non si è posto minimamente il problema perchè ha accatastato a ditta già coincidente al terreni prima che il bene diventasse ente urbano. Quindi il catasto non gli ha respinto la pratica per difformità della ditta intestata al terreni.

In quella discussione, ripeto, per me, non viene mai messo in dubbio la validità dell'atto oppure l'opportunità di correggerlo.

I problemini a cui facevo riferimento erano quelli relativi alle volturazioni catastali, proprio perchè l'ente urbano non viene volturato e diventa un pò complicato farlo capire al catasto cosa sia successo.

Detto questo, oggi fare un atto con un bene censito al terreni come ente urbano, dico oggi, per dire dal 2010 in poi, non è neanche pensabile. E' una bestialità. Ma un tempo era quasi fisiologico, come andare a fare la pipi, che un campo agricolo identificato distintamente ma accessorio di un fabbricato fosse trasferito a ente urbano e poi se non edificato semplicemente compravenduto senza provvedere al censimento all'urbano. poichè si riteneva che non avendo rendita l'operazione di censimento era superflua e perfettamente regolare, visto che si trattava di un terreno urbano ma non edificato.



Saluti.

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agri78

Iscritto il:
02 Gennaio 2012

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Capo d'Orlando (ME) -

 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 17:23

Condivido pienamente con te il fatto che 15 anni fa trasferire un ente urbano fosse "fisiologico", ma ciò non toglie, a mio modesto modo di vedere, che in questo caso fisiologico equivale a corretto!

C'è da dire però, che la semplice istanza, il notaio l'ha fatta ora, mi pare di capire, nel 2015 e penso che la fisiologia a cui tu ti riferisci non sia più accettabile..si è trovato per forza di cose, onde poter risolvere il problema, un semplice escamotage..comunque..

..contento il signor B contenti tutti

Saluti e buon fine settimana

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CESKO

Iscritto il:
07 Novembre 2006

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Agro Nocerino Sarnese

 0 -  0 - Inviato: 18 Settembre 2015 alle ore 17:26

"agri78" ha scritto:
ha solo corretto l'intestazione attribuita con la pratica docfa, in quanto l'atto è impossibile che sia stato volturato, mentre invece andava stipulato un atto a rettifica indicando l'u.i.u. regolarmente censita al catasto fabbricati con successiva voltura catastale.



perchè stipulare un atto di rettifica quando il bene trasferito è stato correttamente trascritto alla Conservatoria dei RR.II.? buttare soldi solo perchè non è stata presentata la voltura catastale.........

saluti

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