Io mi porrei il problema se collocararlo nella categorie C/1 o C/3, per cui mi recherei (o telefonerei) al suo commercialista per sapere com'è classificata quest'attività ovvero andrei alla locale C.C.I.A.A. per maggiori e più dettagliate informazioni.
Se per centro estetico intendi quello in cui, comunemente, sono svolte insieme attività di acconciatura capelli, manicure, trucco, etc. etc. allora trattasi di attività artigianale e non di attività professionale, con buona pace per tutti quelli quelli che si definiscono "professionisti della bellezza".
Categoria C/3, quindi.
Se, però, l'iscrizione è presente solo al Registro Ditte e non all'Albo delle Imprese Artigiane (come dovrebbe essere), la categoria è C/1.
Ad ogni buon fine ti allego uno stralcio delle vigenti tipologie catastali
A/10 – UFFICI E STUDI PRIVATI
Uffici privati open space. Dette unità immobiliari sono caratterizzate dalla
presenza di ampie superfici da attrezzare con pareti mobili, secondo le esigenza
temporali dell’ufficio. Sarà però opportuno individuare la superficie del vano
medio, abitualmente definita in sede di modulazione degli spazi, ed integrare
opportunamente il quadro delle unità tipo.
Scuole private (Commissione tributaria Centrale sez.18.a - 14 gennaio 1977),
agenzie assicurative, laboratori professionali (per esempio gabinetti medici
ubicati nei piani elevati, laboratori odontotecnici, laboratori per analisi, ecc.)
C/1 - NEGOZI E BOTTEGHE.
I locali occupati da barbieri, modiste, orologiai, nonché gli uffici telefonici, le ricevitorie postali, i banchi del lotto, le esattorie delle imposte dirette, le
agenzie bancarie o assicurative, le biglietterie, le sale d'aspetto delle linee
automobilistiche di servizio pubblico, ambulatori medici, ecc. posti in comuni locali che hanno ingresso diretto dalla strada pubblica e le comuni
caratteristiche dei locali per bottega, i locali adibiti ad esposizione o a "musicstore" ed in genere quei singoli o gruppi di locali - costituenti unità immobiliari - dove si effettua la vendita, con prevalenza al dettaglio, di merci, di manufatti,
prodotti, derrate, ecc. e quei locali dove la vendita si accompagna con prestazioni di servizio come, ad esempio, trattorie e ristoranti, pizzerie, panetterie (intese come locali di vendita al minuto del pane), bar, caffè, ecc.
C/3 - LABORATORI PER ARTI E MESTIERI.
Anche quando sono costituiti da diversi tipi di costruzione, come, ad esempio, una
falegnameria con tettoia per deposito legnami o dei locali utilizzati per la
lavorazione artigianale del marmo; caseifici, forni da pane, macelli e molini di
scarsa importanza economica e quando occupano comuni locali suscettibili di
diversa destinazione ordinaria senza radicali trasformazioni ed anche non
presentano le caratteristiche richieste dall'art. 10 della legge, senza tener conto
dell'entità del reddito dell'industria in essi locali esercitata; officine per la
riparazione di autoveicoli; impianti per lavaggio autovetture, se dotati di
attrezzature semplici e, quindi, con esclusione di impianti fissi nei locali; le
porzioni di stazioni di servizio adibite ad autofficine e/o autolavaggio chiuso, con
idonea attrezzatura e relativa area asservita; tutti quei locali nei quali gli
artigiani (p.e. i fabbri, falegnami, ecc.) provvedono alla lavorazione e
trasformazione di semilavorati, in prodotti finiti.
"Questi locali adibiti a laboratori artigianali sono normalmente ubicati in
periferia o nel corpo della città e solo eccezionalmente in località centrali. Di regola non hanno gli adattamenti delle botteghe per la vendita, sebbene talvolta l'artigiano lavori non soltanto per commissione ma anche per la vendita diretta alpubblico."
Indaga, pace e saluti.