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area di pertinenza |

francesca75
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Ciao a tutti! miei clienti hanno comprato casa circa otto anni fa e sull'atto risulta il nome della particella con annessa area pertinenziale (metà indivisa con il confinante). Il problema sta nel fatto che l'area pertinenziale è censita con il nome di un'altra particella sia al catasto terreni che all'urbano ed è intestata ancora ai vecchi propretari. esistono piantine catastali (modello censuario credo, fogli grandi disegnati a mano)consegnate all'epoca di costruzione della casa dove è indicato che la casa consta di fabbricato e area pertinenziale (sono disegnati i confini reali), ma nn esiste il frazionamento in mappa corrispondente a tali piantine) Secondo il notaio nn và rettificato l'atto facendo il nome della particella ma il problema va risolto in catasto. Al catasto dicono invece che la voltura della particella deve essere richiesta dal notaio. Help! spero di essere stata chiara!
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bioffa69
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BRESCIA
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...mi sembra chiaro che il catasto modifica le ditte di proprieta' solo dopo la presentazione della voltura, se quanto citato nell'atto dal notaio, non era identificato catastalmente e' chiaro che risulta impossibile procedere a voltura ed aggiornamento della ditta. Mi sembra che all'atto avrebbe dovuto seguire identificazione catastale e rispettivo rogito. Possibile che un Notaio non sappia queste cose? veramente incredibile.
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numero
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prato
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"bioffa69" ha scritto: Mi sembra che all'atto avrebbe dovuto seguire identificazione catastale e rispettivo rogito. Io invece direi proprio che sarebbe dovuto accadere l'esatto contrario. Prima si predispone lo stato catastale corretto e poi si rogita, altrimenti ci ritroviamo con questi arrosti. saluti
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geoalfa
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"numero" ha scritto: "bioffa69" ha scritto: Mi sembra che all'atto avrebbe dovuto seguire identificazione catastale e rispettivo rogito. Io invece direi proprio che sarebbe dovuto accadere l'esatto contrario. Prima si predispone lo stato catastale corretto e poi si rogita, altrimenti ci ritroviamo con questi arrosti. saluti quoto numero! e .... per gestire l'arrosto, occorre che vengano redatti gli atti necessari per poter rogitare l'atto identificativo catastale, nel quale il notaio scriverà l'esatta genesi, e dopo di che provvederà a fare la relativa voltura. cordialità
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francesca75
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20 Ottobre 2009
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Il notaio si è rifatto alle piante catastali che riportano le relative pertinenze e non è andato a verificare la situazione ai terreni , quello che non capisco è come mai esistono le piante catastali con la situazione reale (sulle pianta è proprio scritto sull'area di pertinenza "stessa ditta" riferendosi alla stessa ditta proprietaria della casa)ma ai terreni esiste la particella della pertinenza a parte con una sua denominazione! e per lo più tale particella è sia ai terreni che all'urbano (com'è possibile!) intestata ai vecchi propretari e al confinante con prorietà indivisa. le piante catastali (datate all'epoca della costruzione della casa)non vengono dopo il mappale che avrebbe dovuto graffare l'area di pertinenza alla particella del fabbricato? se è così è questo forse il passaggio che manca ...che caos! grazie
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totonno
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"francesca75" ha scritto: Ciao a tutti! miei clienti hanno comprato casa circa otto anni fa e sull'atto risulta il nome della particella con annessa area pertinenziale (metà indivisa con il confinante). Il problema sta nel fatto che l'area pertinenziale è censita con il nome di un'altra particella sia al catasto terreni che all'urbano ed è intestata ancora ai vecchi propretari. esistono piantine catastali (modello censuario credo, fogli grandi disegnati a mano)consegnate all'epoca di costruzione della casa dove è indicato che la casa consta di fabbricato e area pertinenziale (sono disegnati i confini reali), ma nn esiste il frazionamento in mappa corrispondente a tali piantine) Secondo il notaio nn và rettificato l'atto facendo il nome della particella ma il problema va risolto in catasto. Al catasto dicono invece che la voltura della particella deve essere richiesta dal notaio. Help! spero di essere stata chiara! Questo è un caso che avviene molto di frequente ancora oggi nella stipula degli atti. Il problema è essenzialmente cosa si trasferisce ed in quali quote. In questo caso a quanto mi par di capire, sono da intendersi trasferiti l'immobile con la quota parte di area pertinenziale che nel suo intero è comune ad altre U.I. All'epoca della costruzione avvenuta credo molti anni fa il costruttore dell'intero edificio con l'elaborato grafico ha voluto regolamentare l'uso di questa area pertinenziale comune. Ecco che si spiega che non è stato eseguito alcun frazionamento e la non erroneità dell'atto ultimo eseguito. L'errore è comunque sicuramente del primo atto di vendita del costruttore che non ha volturato il bene comune perchè non è stato censito come tale. E' probabile che il periodo di esecuzione di questi atti non richiedeva una attenzione particolare, e la particolare individuazione delle parti comuni come viene invece richiesto oggi giustamente. Nell'interesse degli aventi diritto attuali, occorre eventualmente, con le giuste verifiche, assegnare la particella la categoria di Bene Comune non censibile di proprietà per quota parte dei proprietari dei sub. aventi diritto e continuare a utilizzare l'area come stabilito dagli atti di vendita. Oppure frazionare l'area e procedere alla vendita delle porzioni ai singoli soggetti interessati ad avere il bene di proprietà esclusiva. Seguono regolari e necessarie volture catastali. Saluti.
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totonno
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"francesca75" ha scritto: Il notaio si è rifatto alle piante catastali che riportano le relative pertinenze e non è andato a verificare la situazione ai terreni , quello che non capisco è come mai esistono le piante catastali con la situazione reale (sulle pianta è proprio scritto sull'area di pertinenza "stessa ditta" riferendosi alla stessa ditta proprietaria della casa)ma ai terreni esiste la particella della pertinenza a parte con una sua denominazione! e per lo più tale particella è sia ai terreni che all'urbano (com'è possibile!) intestata ai vecchi propretari e al confinante con prorietà indivisa. le piante catastali (datate all'epoca della costruzione della casa)non vengono dopo il mappale che avrebbe dovuto graffare l'area di pertinenza alla particella del fabbricato? se è così è questo forse il passaggio che manca ...che caos! grazie Il fatto che nelle planimetrie catastali all'urbano ci sia scritto "stessa ditta" non prova che questa sia pertinenziale all'U.I. ne che sia ceduta come tale in proprietà esclusiva, tant'è che Te confermi che all'urbano la particella dell'area è distinta come altra U.I. Saluti.
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jema
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in giro in giro creek
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"francesca75" ha scritto: miei clienti hanno comprato casa circa otto anni fa e sull'atto risulta il nome della particella con annessa area pertinenziale (metà indivisa con il confinante). Il problema sta nel fatto che l'area pertinenziale è censita con il nome di un'altra particella sia al catasto terreni che all'urbano ed è intestata ancora ai vecchi propretari. esistono piantine catastali (modello censuario credo, fogli grandi disegnati a mano)consegnate all'epoca di costruzione della casa dove è indicato che la casa consta di fabbricato e area pertinenziale (sono disegnati i confini reali), ma nn esiste il frazionamento in mappa corrispondente a tali piantine) Secondo il notaio nn và rettificato l'atto facendo il nome della particella ma il problema va risolto in catasto. Al catasto dicono invece che la voltura della particella deve essere richiesta dal notaio. Help! spero di essere stata chiara! NO: a parer mio non sei per niente chiara! Non è che, per caso, stiamo parlando di un immobile identificato al catasto (terreni ed urbano) con diversi numeri, distinguendo sedime dalle aree scoperte pertinenziali e l'inconveniente è dovuto semplicemente alla mancata presentazione di una Voltura? Saluti 8)
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bioffa69
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BRESCIA
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"numero" ha scritto: "bioffa69" ha scritto: Mi sembra che all'atto avrebbe dovuto seguire identificazione catastale e rispettivo rogito. Io invece direi proprio che sarebbe dovuto accadere l'esatto contrario. Prima si predispone lo stato catastale corretto e poi si rogita, altrimenti ci ritroviamo con questi arrosti. saluti ...e io cosa ho detto? ...che avrebbe dovuto accadere come dici tu mi sembra scontato, ma visto il problema esposto, mi sembra che la cosa non sia affatto avvenuta, pertanto, adesso, per sistemare la cosa mi sembra che non ci si possa piangere addosso dicendo che avrei dovuto farlo prima...o no? Quello che e' stato e' stato e se vuole sistemarlo mi sembra che l'unica strada sia identificarlo e poi procedere all'atto di identificazione. L'atto se avete letto, e' gia' stato fatto, ben otto anni fa'. Mi sembra pertanto che sia il caso di indicarle una strada e non dire che avrebbero dovuto fare la pratica prima dell'atto, ormai la frittata e' fatta.
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bioffa69
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"geoalfa" ha scritto: "numero" ha scritto: "bioffa69" ha scritto: Mi sembra che all'atto avrebbe dovuto seguire identificazione catastale e rispettivo rogito. Io invece direi proprio che sarebbe dovuto accadere l'esatto contrario. Prima si predispone lo stato catastale corretto e poi si rogita, altrimenti ci ritroviamo con questi arrosti. saluti quoto numero! e .... per gestire l'arrosto, occorre che vengano redatti gli atti necessari per poter rogitare l'atto identificativo catastale, nel quale il notaio scriverà l'esatta genesi, e dopo di che provvederà a fare la relativa voltura. cordialità ...come detto a numero, ho risposto ad un quesito, che chiede come sistemare la situazione adesso. Ripeto, mi sembra inutile dire che avrebbero dovuto procedere identificando le cose prima, visto che non l'hanno fatto, prendiamo atto.
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