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Variazione categoria da A/6 a A/3 |

mike91
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21 Maggio 2016 alle ore 11:14
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Buongiorno a tutti, sono nuovo in questo sito e vorrei un aiuto a riguardo di un lavoro: Due fratelli sono proprietari di un immobile di categoria A/6 ed uno dei vuole comprare la quota dell'altro e fare dei lavori all'interno. Sono andati dal notaio per l'atto di compravendita ma questi si è rifiutato di fare ciò fino a quando la categoria dell'immobile non fosse cambiata in A/3. Si sono rivolti a me per fare questo passaggio ma facendo la visura planimetrica (datata 1958) è risultato che la situazione attuale è abbastanza diversa dalla visura. Ora il mio dubbio è: posso effettuare la variazione di categoria senza presentare una planimetria?
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Risposta |

EALFIN
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03 Dicembre 2006
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Il cambio di categoria necessita sempre di nuova planimetria. Poi avendo una situazione attuale diversa da quella catastale, a maggior ragione devi fare una regolare variazione catastale.
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mike91
Iscritto il:
21 Maggio 2016 alle ore 11:14
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Ma compilando il Quadro B del DOCFA, in particolare "Causale di Presentazione", non so che data mettere.
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dado48
(GURU)
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24 Novembre 2005
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Terzo pianeta del Sistema Solare
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"mike91" ha scritto: ... notaio ... si è rifiutato di fare ciò fino a quando la categoria dell'immobile non fosse cambiata in A/3. ... è risultato che la situazione attuale è abbastanza diversa dalla visura. E' indispensabile valutare la situazione urbanistica dell'immobile per risalire all'assenso originale ed ai successivi eventuali ed ulteriori documenti emanati dall'Amministrazione, al fine di riuscire a presentare oggi una variazione basata su dati certi. Mentre, in assenza di regolarità urbanistica, è auspicabile la presentazione di richiesta di sanatoria, prima della presentazione della variazione catastale. Per quanto relativo alla Categoria A/3 richiesta dal Notaio, non vedo come, dall'alto del suo "scranno" possa valutare correttamente la condizione dell'immobile: è tuo compito suggerire la categoria più consona da proporre all'Ufficio. Ciao, buon lavoro.
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EALFIN
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03 Dicembre 2006
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Il Catasto segue una particolare serie di norme che possono anche andare in contrasto con quelle urbanistiche. Per cui se le modifiche sono state eseguite nei periodi in cui non era necessario presentare pratiche edilizie (esempio ante '67 nei piccoli Comuni) metto la data di variazione prossima a quella in cui è stata eseguita materialmente. In caso contrario prima di mettere la suddetta data di variazione faccio presentare una sanatoria in Comune e la data del Docfa sarà identica a quella dicharata dal Cliente per la sanatoria. In tutti i casi dal punto di vista urbanistico non ho problemi e posso mettere qualsiasi causale. Tanto ai fini giuridici vale la data di riferimento della variazione e non quella di approvazione della variazione.
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mike91
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21 Maggio 2016 alle ore 11:14
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Ma dovrei accertarmi che al comune non sia stata presentata nessuna documentazione per effettuare i lavori e che si siano "dimenticati" di accatastare il tutto. E se risultasse niente potrei tranquillamente dire nel DOCFA che i lavori sono stati effettuati prima del '67.
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