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Udite, udite... |

francescox
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Ho denunciato con Docfa una variazione di categoria per una ex abitazione da destinare a locale artiginale per l'esercizio della professione di parrucchiera, quindi un C3 (lab. x arti e mestieri). Udite, udite: ieri alla mia cliente è pervenuta la comunicazione dell'AdT che informava dell'avvenuta modifica della categoria catastale da C3 a C1!!!! Vi sembra possibile un simile fatto? La AUSL locale impone per locali parrucchiere o estetista la destinazione LABORATORIO. Cosa sentite di consigliarmi? Saluti.
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che-brutta-fine
Giuseppe Venticinque
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Caserta
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"francescox" ha scritto: Ho denunciato con Docfa una variazione di categoria per una ex abitazione da destinare a locale artiginale per l'esercizio della professione di parrucchiera, quindi un C3 (lab. x arti e mestieri). Udite, udite: ieri alla mia cliente è pervenuta la comunicazione dell'AdT che informava dell'avvenuta modifica della categoria catastale da C3 a C1!!!! Vi sembra possibile un simile fatto? La AUSL locale impone per locali parrucchiere o estetista la destinazione LABORATORIO. Cosa sentite di consigliarmi? Saluti. L'attività di parrucchiere è da considerarsi come artigiano, quindi è corretto il C3. All'adt forse hanno sbagliato, o nel docfa non hai ben precisato che trattavasi di locale per arti e mestiere. Io contattere l'adt
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francescox
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24 Marzo 2005
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Salentino
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"che-brutta-fine" ha scritto: "francescox" ha scritto: Ho denunciato con Docfa una variazione di categoria per una ex abitazione da destinare a locale artiginale per l'esercizio della professione di parrucchiera, quindi un C3 (lab. x arti e mestieri). Udite, udite: ieri alla mia cliente è pervenuta la comunicazione dell'AdT che informava dell'avvenuta modifica della categoria catastale da C3 a C1!!!! Vi sembra possibile un simile fatto? La AUSL locale impone per locali parrucchiere o estetista la destinazione LABORATORIO. Cosa sentite di consigliarmi? Saluti. L'attività di parrucchiere è da considerarsi come artigiano, quindi è corretto il C3. All'adt forse hanno sbagliato, o nel docfa non hai ben precisato che trattavasi di locale per arti e mestiere. Io contattere l'adt Perchè conosci altri modi per dire che si tratta di laboratori per arti e mestieri oltre che dire che è un C/3? :wink:
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Paolo_Campioni
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E' possibile che NON sia un errore. I locali siti al piano terra, con ampia vetriana su strada, ubicati in una via dove ordinariamente tale tipologia di immobili sono classificati come C/1 dovrà essere accatastato come negozio QUALSIASI ne sia l'uso corrente. Ci sono diverse sentenze in tal senso (mi sembra di aver trattato già l'argomento vedi messaggi precedenti). Ciao Paolo
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francescox
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"Paolo_Campioni" ha scritto: E' possibile che NON sia un errore. I locali siti al piano terra, con ampia vetriana su strada, ubicati in una via dove ordinariamente tale tipologia di immobili sono classificati come C/1 dovrà essere accatastato come negozio QUALSIASI ne sia l'uso corrente. Ci sono diverse sentenze in tal senso (mi sembra di aver trattato già l'argomento vedi messaggi precedenti). Ciao Paolo Sono ancora più preoccupato. Premesso che è un locale in estrema periferia, sia su quella che su altre strade della zona non vi è alcun altro C/1, ha, però una vetrina su strada. Non capisco come possa la AUSL concedermi l'assenso all'apertura di un laboratorio artigianale in immobile destinato ad altro!
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Paolo_Campioni
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La destinazione d'uso è quella rilasciata dal comune che deve coincidere con quanto indicato sulle planimetrie catastali. Quindi se in comune è laboratorio artigianale e sulle planimetrie c'è riportata la stessa dicitura (oppure "parrucchiera") non avrai nessun problema con L'AUSL. Non esiste corrispondenza biunivoca tra le destinazioni d'uso comunali e quelle catastali perchè regolamentate da leggi differenti. Ciao Paolo
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francescox
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"Paolo_Campioni" ha scritto: La destinazione d'uso è quella rilasciata dal comune che deve coincidere con quanto indicato sulle planimetrie catastali. Quindi se in comune è laboratorio artigianale e sulle planimetrie c'è riportata la stessa dicitura (oppure "parrucchiera") non avrai nessun problema con L'AUSL. Non esiste corrispondenza biunivoca tra le destinazioni d'uso comunali e quelle catastali perchè regolamentate da leggi differenti. Ciao Paolo Scusami Paolo se torno ancora sullo stesso argomento: il mio comune prima del rilascio del certificato di agibilità, tra gli altri documenti, PRETENDE la denuncia del fabbricato al catasto. Se lo stesso è un A/3 (per esempio) non mi rilascia l'agibiltà per locale artigianale, lo stesso dicasi per ogni altra destinazione catastale che non sia quella corrispondente al progetto che loro hanno depositato! Ma cosa costa al catasto accettare la destinazione PER QUELLA CHE REALMENTE E'. In base a quale principio RAZIONALE mi si modificano le destinazioni degli immobili? Grazie Paolo per le tue esaurienti risposte, ciao.
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Paolo_Campioni
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Io ho discusso a lungo anche con vari tecnici comunali per far capire loro che il catasto si basa sulla comparazione dei beni leggasi DPR n. 1142 del 1949 e non su concessioni comunali. Che il comune richieda il cambio di destinzione d'uso catastale è corretto e deve essere fatto, che poi la classificazione non corrisponda a quella comunale è tutta un'altra cosa. Se io ho una villa e ci tengo le mucche dentro ed il comune mi accetta il cambio di destinazione d'uso in stalla, catastalmente, l'ordinarietà del bene ed il confronto con le unità tipo, comporta che il classamento sia A/8 a prescindre dall'uso effettivo. Questo anche in ragione del fatto che la redditività ordinaria espressa dalla rendita non può variare in base al buon o cattivo uso che ne fa un imprenditore (leggi proprietario). Ciao Paolo
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rolan
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"Paolo_Campioni" ha scritto: Io ho discusso a lungo anche con vari tecnici comunali per far capire loro che il catasto si basa sulla comparazione dei beni leggasi DPR n. 1142 del 1949 e non su concessioni comunali. Che il comune richieda il cambio di destinzione d'uso catastale è corretto e deve essere fatto, che poi la classificazione non corrisponda a quella comunale è tutta un'altra cosa. Se io ho una villa e ci tengo le mucche dentro ed il comune mi accetta il cambio di destinazione d'uso in stalla, catastalmente, l'orinarietà del bene ed il confronto con le unità tipo, comporta che il classamento sia A/8 a prescindre dall'uso effettivo. Questo anche in ragione del fatto che la redditività ordinaria espressa dalla rendita non può variare in base al buon o cattivo uso che ne fa un imprenditore (leggi proprietario). Ciao Paolo Ci sono comunque casi meno paradossali di quello che citi e molto diffusi. Ad esempio un alloggio può essere utilizzato come ufficio, laboratorio o abitazione e il caso che ha originato questa interessante discussione non mi sembra così distante. Il punto quindi è: se io chiedo e ottengo il cambio di destinazione d'uso al Comune, pago gli oneri che ne derivano e rispetto gli standard urbanistici con eventuali dismissioni, verso le imposte locali e nazionali derivanti dall'utilizzo del locale, perchè il Catasto non dovrebbe confermare la variazione?
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francescox
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"Paolo_Campioni" ha scritto: Io ho discusso a lungo anche con vari tecnici comunali per far capire loro che il catasto si basa sulla comparazione dei beni leggasi DPR n. 1142 del 1949 e non su concessioni comunali. Che il comune richieda il cambio di destinzione d'uso catastale è corretto e deve essere fatto, che poi la classificazione non corrisponda a quella comunale è tutta un'altra cosa. Se io ho una villa e ci tengo le mucche dentro ed il comune mi accetta il cambio di destinazione d'uso in stalla, catastalmente, l'orinarietà del bene ed il confronto con le unità tipo, comporta che il classamento sia A/8 a prescindre dall'uso effettivo. Questo anche in ragione del fatto che la redditività ordinaria espressa dalla rendita non può variare in base al buon o cattivo uso che ne fa un imprenditore (leggi proprietario). Ciao Paolo ...Parlando di mucche è giusta l'ORINARIETA' :wink: :wink: :wink:
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