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riduzione categoria catastale |

tony240588
tony88
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salve a tutti, il mio quesito è questo: nel 2008 un immobile abitativo sito in zona agricola viene censito in cat. a2 classe 2. Ora lo stesso immobile, da un attento sopralluogo è in condizioni pessime, non abitato ed in assenza di allaccio alla reti tecnologiche; E' possibile attribuirgli una categoria e classe più bassa con un docfa per cdu (sapendo che le riduzioni di rendita non sono ben viste all'ADT)? Oppure è consigliabile ottenere il certificato di inagibilità direttamente in comune e variarlo in unita' collabente? Grazie a chi vorrà rispondere Saluti e buon lavoro
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robeci
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se io riuscissi a fare un'operazione del genere, guadagnerei soldi a palate !!
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tony240588
tony88
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allora cerchiamo di capire quale potrebbe essere la soluzione al problema
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tony240588
tony88
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nessuno che si vuole confrontare con l'argomento?
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robeci
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Se leggi quanto sotto, capirai che L'AdT farà tutto il possibile ed anche l'impossibile per non farti ridurre la categoria catastale. A quseto puoi anche aggiungere il cattivo funzionamento delle Commissioni Tributarie a cui vengono inoltrati eventuali ricorsi. Si può cambiare la rendita catastale se il classamento non è più attuale Agenzia del Territorio Lettera circolare del 26 settembre 2008, prot. n. 67040. L'Agenzia del Territorio chiarisce il principio recentemente affermato dalla Cassazione nella sentenza 22557/08, sulla possibilità, riconosciuta ai possessori di immobili, di ottenere la revisioni della rendita catastale in caso di «mutate condizioni» o vetustà dell'edificio. Il principio appare "pericoloso" per il Fisco, poiché molte imposte sono calcolate sulla base della rendita e non sono pochi gli immobili che potrebbero ottenerne una revisione al ribasso. La circolare dell'Agenzia del Territorio, però, richiama gli uffici all'osservanza delle disposizioni in materia di contenzioso, mirate a impostare correttamente la difesa dell'amministrazione quando i possessori si costituiscono in giudizio per contestare le rendite catastali dei fabbricati, a seguito di istanze di rettifica in autotutela, respinte dagli uffici in maniera esplicita o per silenzio. Il problema nasce proprio dal fatto che la difesa dell'ufficio, nel caso della sentenza 22557/2008, non aveva ricordato che la rettifica della rendita può essere richiesta solo per l'eliminazione di incongruenze, cioè: errori materiali di inserimento o impostazione estimale; sopravvenienza di elementi oggettivi nuovi, non presenti al momento del primo accertamento; il verificarsi delle condizioni previste dall'articolo 38 del Tuir (Dpr 917/86), cioè quando il reddito lordo dell'unità immobiliare risulti per tre anni inferiore del 50% rispetto alla rendita catastale, ricordando che il reddito effettivo deve costituito dai canoni di locazione riferiti al biennio censuario del 1988-89, dell'unità o di altre similari presenti nelle zona. Dunque, l'Agenzia si preoccupa di scongiurare illegittime aspettative nei contribuenti basate sull'esito favorevole di controversie motivato solo dalla insufficiente motivazione della difesa dell' ufficio.
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tony240588
tony88
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".. la rettifica della rendita può essere richiesta solo per l'eliminazione di incongruenze, cioè: errori materiali di inserimento o impostazione estimale; sopravvenienza di elementi oggettivi nuovi, non presenti al momento del primo accertamento.." Ciò vuol dire che nel caso in cui venga dimostrato un errore nella prima presentazione, attribuendo magari confermando un "classamento automatico" errato prodotto dal programma docfa, oppure nel caso in cui il fabbricato risulti inutilizzato, con un accentuato grado di vetustà, nonchè in assenza degli allacci alle reti tecnologiche, potrebbe essere fattibile no?
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robeci
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il fatto che il fabbricato risulti unutilizzato o con impianti vetusti, non può far diminuire la rendita in quanto il classamento catastale guarda all'ordinarietà e quindi all'età media del'u.i.u. per quanto riguarda invece l'errore materiale, credo comprenda soltanto l'errato conteggio dei vani o ividente attribuzione della categoria, come ad esempio C/2 anzichè A/2, tutti gli altri "possibili errori" ricadono nella discrezionalità del classamento effettuato dal tecnico catastale allorigini e per i quali c'erano tempi ben precisi per un eventuale ricorso in Commissione Tributaria.
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tony240588
tony88
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Motivo per cui non potrebbe dunque essere "ridotta" la categoria catastale in nessun caso, per cui se un privato si affida ad un professionista poco preparato che dichiara un fabbricato di campagna del 1950 in cat. A7 classe 2, si ritrova impossibilitato a poter pagare le tasse su quello che realmente ha... Mentre per quanto riguarda la variazione come unità collabente?
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robeci
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la variazione ad unità collabente è facilmente "dimostrabile" con foto, relazioni tecnice, ordinanze di inagibilità. Atti inoppugnabili da chiunque. per tutto il resto finchè, con una revisione del sistema ctastale, non verranno stabiliti parametri precisi come superfici, caratteristiche tipologiche, finiture, ubicazione, vetustà, ecc.; il classamento rimarrà sempre (PURTROPPO !) a completa discrezionalità dell'AdT e quindi del tecnico catastale che la esegue all'origine. questo è il bello dell'Italia e della giustizia italiana....
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tony240588
tony88
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un controsenso all'italiana...si può annullare la rendita di un fabbricato, variandolo in unità collabente, allegando opportuna documentazione, mentre non si può semplicemente ridurre la categoria sempre allegando la stessa documentazione; ovvero: o paghi tasse in più in base a un classamento sbagliato,o non le paghi per niente...ma pagare in base a quello che uno ha realmente no? Grazie del confronto..saluti
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robeci
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comunque io per esperianza avuta (ancora in corso), per un caso di richiesta correzione classamento, forse sono troppo pessimista, ma mi picerebbe conoscere il parere di altri utenti del forum saluti
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tony240588
tony88
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samsung
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La materia è delicata dal momento che poi la decisione finale passa inevitabilmente per la Commissione Tributaria. E ultimamente mi sembra che la Commissione sia più attenta alle ragioni dell'Erario che a quelle del contribuente. A perte questo, nel processo tributario il dato che pesa di più è il raffronto con le unità analoghe della zona, percui se il tuo A/2 assomiglia a tutte le A/3 della zona, la pratica merita di essere avviata. Se invece è solo una questione di vetustà e manutenzione le possibilità sono praticamente nulle. Ultima considerazione: le Commissioni sono composte da uomini non da automi, quindi l'esito di un ricorso non è mai certo né in positivo né in negativo, e se il cliente è determinato ci si può provare. Un paio di volte avevo sconsigliato il ricorso, ma per insistenza del cliente avevo accettato e con sorpresa vinto. Altre volte la vittoria mi appariva certa...... e invece.
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tony240588
tony88
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Ma è obbligatorio rivolgersi ad una commissione tributaria per poter variare il classamento di un immobile? O basta semplicemente che il tecnico che esamina la pratica docfa verifica la presenza di costruzioni a4 o a3 nella zona e considerate le caratteristiche dell'immobile approva la pratica?
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SIMBA64
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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[quote="samsung"]La materia è delicata dal momento che poi la decisione finale passa inevitabilmente per la Commissione Tributaria. E ultimamente mi sembra che la Commissione sia più attenta alle ragioni dell'Erario che a quelle del contribuente. A perte questo, nel processo tributario il dato che pesa di più è il raffronto con le unità analoghe della zona, percui se il tuo A/2 assomiglia a tutte le A/3 della zona, la pratica merita di essere avviata. Se invece è solo una questione di vetustà e manutenzione le possibilità sono praticamente nulle. Ultima considerazione: le Commissioni sono composte da uomini non da automi, quindi l'esito di un ricorso non è mai certo né in positivo né in negativo, e se il cliente è determinato ci si può provare. Un paio di volte avevo sconsigliato il ricorso, ma per insistenza del cliente avevo accettato e con sorpresa vinto. Altre volte la vittoria mi appariva certa......e invece ] Salve Come ho sempre detto un ricorso è SBF (salvo buon fine). Saluti
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