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Rappresentazione U.I |

Geodede
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22 Maggio 2010
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Devo predisporre un docfa per una diversa distribuzione degli spazi interni, chiaramente lo stato realizzato non corrisponde a quello presentato in comune per una piccola parte, il mio cliente testardo vuole che lo rappresenti come da progetto in quanto è stato comunque realizzato un abuso, ora io devo comunque rappresentare ciò che è stato realizzato ma devo farglielo capire in qualche modo, il motivo di questo topic è appunto chiedervi se potete linkarmi la normativa di riferimento a questo caso che purtoppo non sono riuscito a trovare. Grazie a tutti
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studiotopo
Ing. Oliveri
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Reggio Calabria
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Salve. Basta leggere il DL 78/2010, corrispondenza delle planimetrie catastali allo stato di fatto, altrimenti, un eventuale stipula non può essere fatta. Oltre, che il tecnico è responsabile di ciò che firma. Buon lavoro.
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Geodede
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22 Maggio 2010
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"studiotopo" ha scritto: Salve. Basta leggere il DL 78/2010, corrispondenza delle planimetrie catastali allo stato di fatto, altrimenti, un eventuale stipula non può essere fatta. Oltre, che il tecnico è responsabile di ciò che firma. Buon lavoro. grazie, anche se purtoppo il cliente non ne vuole sapere niente e continua a mantener la sua posizione. Ma come posso far finta di non aver visto quell' abuso, più che fargli capire l' obbligo a rappresentare l' UI così come realizzata e lui che non vuole dichiararla sulla scheda non so che fare. Come mi consigli di agire in questo caso?
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studiotopo
Ing. Oliveri
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Salve. Che tipo di difformità rispetto al progetto si tratta? Se la difformità riguarda la sagoma del fabbricato, stai attento, perchè con le fotoidentificazioni dell'Agea si vede tutto. Se si tratta di una difformità interna, allora la cosa cambia. In ogni caso sei tu a firmare ed essere responsabile. Buon lavoro.
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Geodede
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"studiotopo" ha scritto: Salve. Che tipo di difformità rispetto al progetto si tratta? Se la difformità riguarda la sagoma del fabbricato, stai attento, perchè con le fotoidentificazioni dell'Agea si vede tutto. Se si tratta di una difformità interna, allora la cosa cambia. In ogni caso sei tu a firmare ed essere responsabile. Buon lavoro. no la sagoma non è cambiata...è 10 metri x 5 dove nelle vecchie schede era denunciato tutto come tettoia, ora invece è diventato metà tettoia e metà locale deposito. Quindi con il fotoaccertamento potrei dire di esser tranquillo. Se dichiaro solo tettoia comunque dichiaro il falso, come posso risolvere dato che non c'è collaborazione da parte del committente. Se dichiaro solo tettoia quante sono le possibilità di una verifica da parte dell' adt?
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studiotopo
Ing. Oliveri
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Reggio Calabria
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Il 10% delle pratiche è soggetto a verifica da parte della sede centrale. Vedi un pò tu. Buon lavoro
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Geodede
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cosa ti sentiresti di consigliarmi?
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studiotopo
Ing. Oliveri
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Reggio Calabria
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"Geodede" ha scritto: cosa ti sentiresti di consigliarmi? Nulla, perchè la decisione è solo tua. Io personalmente, una planimetria falsa non l'ho mai firmata, specialmente quando le cose sono evidenti.
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Geodede
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22 Maggio 2010
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quello neanche io per questo motivo ho aperto questo post  . Grazie comunque
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stintegr
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attenzione Geodede, xchè in caso di stipula non avresti conformità con lo stato dei luoghi e quindi con il DL di luglio renderesti nullo l'eventuale atto. Il tuo cliente, anche se so che è antipatica come cosa, può farsi fare la planimetria da un ns collega meno zelante e corretto. Prova a pensare alle eventuali implicazioni a livello fiscale, civilistico e anche, perchè no, urbanistico nel caso in cui la tua AdT collaudasse la pratica Docfa. Se il tuo cliente è stato da te avvertito delle conseguenze per una dichiarazione mendace in sede di Docfa, che si trovi un altro tecnico compiacente. Capisco che a tutti dispiace mollare un cliente, ma a mali estremi estremi rimedi. Credimi, succede molto più spesso di quanto pensi. Saluti, e buon lavoro, Gianluca.
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Geodede
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capisco cosa vuoi dire stinter ma non è la soluzione migliore da fare, io ho preso un incarico e da tale vorrei portarlo comunque a termine, è vero anche che se devo lavorare così preferisco non farlo perchè ma è anche vero che non si capisce molto su questo argomento. Bisogna rappresentare l' ui così come è stata realizzata, se no si dichiara un falso, ok ti rispondo, lo so..ma comunque dichiaro un falso opposto, sto dichiarando qualcosa che c'è ma che è abusiva Quindi nel primo caso può esserci un accertamento dall' agt, nel secondo l' accertamento dall' ufficio comunale. Entrambe le situazioni sono errate e davvero fastidiose, quando poi non c'è collaborazione da parte del committente. Che poi detto tra di noi, ai fini fiscali avere 50 mq di tettoia e averne 50 di tettoia + ripostiglio non cambia assolutamente niente, o comunque poco e quindi mi sembra quasi inutile la posizione del committente nel dire di non voler dichiarare in catasto quel ripostiglio (abusivo e non sanabile..e sottolineo non sanabile)
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stintegr
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Comprendo la tua posizione Geodede, il tuo cliente è un po' duro (con rispetto parlando, si intende), ma se tu sei incaricato del solo adeguamento catastale, rappresenta lo stato dei luoghi così com'è, non vedo perchè devi diventare "complice" (passami il termine) dell'abuso che lui ha eseguito, o comunque avvallarlo con una rappresentazione mendace. Il tuo c..o vale molto di più di qualsiasi ripostiglio/tettoia, sanabile o meno, dammi retta. Un abbraccio, Gianluca
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Geodede
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22 Maggio 2010
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"stintegr" ha scritto: Comprendo la tua posizione Geodede, il tuo cliente è un po' duro (con rispetto parlando, si intende), ma se tu sei incaricato del solo adeguamento catastale, rappresenta lo stato dei luoghi così com'è, non vedo perchè devi diventare "complice" (passami il termine) dell'abuso che lui ha eseguito, o comunque avvallarlo con una rappresentazione mendace. Il tuo c..o vale molto di più di qualsiasi ripostiglio/tettoia, sanabile o meno, dammi retta. Un abbraccio, Gianluca Hai perfettamente ragione  . Grazie mille Gianluca buon weekend a tutti.
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