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docfa e documentazione per declassamento |

ieu
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24 Settembre 2014 alle ore 11:54
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un vecchio immobile costituito da 2 vani fino a circa 25 anni fa era un piccolo negozietto( categoria c/1,classe 2 consistenza 20m2),ora e quasi del tutto abbandonato senza nemmeno l'allaccio alla linea elettrica,non vi sono stati cambiamenti all'interno ne ristrutturazione,cambiamento stati interni ecc.I proprietari causa rendita elevata 234 euro circa vorrebbero declassarlo almeno a c/2(magazzino) o abbassarre la rendita in vista di una possibile vendita o in caso contrario pagare meno di tasse. oltre al docfa in variazione occorre presentare altro sia al catasto che al comune ?cosa mi consigliate avvinche la pratica abbia possibilità di essere accolta?
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bioffa69
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23 Settembre 2009
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BRESCIA
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Consiglierei di parlare con un tecnico della tua Agenzia, per capire se da te una pratica simile può essere recepita. La mia Agenzia, non accetta niente prodotto con una pratica docfa, che declassi un'unità, in particolare un negozio. Da noi anche i negozi che in comune hanno subito il cambio di destinazione in magazzino, catastalmente rimangono c/1, perchè l'ufficio considera che le caratteristiche non sono cambiate ( la vetrina su strada è il loro punto di forza). Per cui è chiaro che i prop. vorrebbero pagare meno tasse, ma questo non significa che una cosa del genere si possa fare. Se tu lavorassi nella mia provincia ti direi di non fare niente, perchè se anche sbadatamente ti approvano la pratica, stai sicura che entro l'anno ripristinano la cat. c/1. Unica vaga possibilità che hai è quella di produrre un'istanza in autotutela. Comunque senti la tua Agenzia. Saluti
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EFFEGI
f.g.
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16 Dicembre 2008
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Irpinia
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"bioffa69" ha scritto: .... La mia Agenzia, non accetta niente prodotto con una pratica docfa, che declassi un'unità, in particolare un negozio. Da noi anche i negozi che in comune hanno subito il cambio di destinazione in magazzino, catastalmente rimangono c/1, perchè l'ufficio considera che le caratteristiche non sono cambiate (la vetrina su strada è il loro punto di forza)...... Se tu lavorassi nella mia provincia ti direi di non fare niente, perchè se anche sbadatamente ti approvano la pratica, stai sicura che entro l'anno ripristinano la cat. c/1. Ciao Fabio. Permettimi di dissentire da quanto innanzi detto da te e che ho riportato in rosso. Concordo invece sul fatto che un'u.i.u. non possa essere declassata, se per declassamento si intende dire diminuire di qualche classe di merito, fermo restando l'originaria categoria di appartenenza. Discorso diverso riguarda un docfa per il cambio di destinazione d'uso da negozio a deposito/magazzino. Partiamo da un dato di fatto: il comune (e quindi l'aspetto urbanistico) è una cosa, ed il catasto (aspetto fiscale) è un'altra cosa, con una differenza sostanziale: il catasto deve riportare quanto urbanisticamente è stato ritenuto legittimo. Se presento un docfa con causale "cambio di destinazione d'uso" e non indico alcun titolo autorizzativo rilasciato dal comune, allora l'agenzia delle entrate (territorio) legittimamente (io ritengo) mi rigetta la pratica. MA se effettuo un cambio di destinazione d'uso con regolare pratica comunale (SCIA, P.d.C. o altro) e naturalmente tra le tante cose la vetrina mi diventa anche una normale serranda, e poi, presento la pratica DOCFA al catasto per l'OBBLIGATORIA variazione di destinazione d'uso, il catasto non potrà rigettarmela, e neanche entro l'anno mi potrà riclassificare il deposito in negozio. Se lo fa ci sono le strade di tutela che portano al necessario ricorso in commissione tributaria provinciale. Non dobbiamo di aver timore di farci riconoscere i nostri diritti. Ti voglio far riflettere su una possibilità: In comune si effettua il cambio di destinazione d'uso da negozio a deposito, e quindi urbanisticamente stai a posto, mentre in catasto si lascia sempre "negozio".Se il proprietario dell'immobile dovesse procedere alla vendita, il tutto secondo te sarebbe regolare? Non pensiamo che se un proprietario vuol pagare meno tasse perchè il suo immobile non è più quello iniziale, questo è sempre in mala fede. Se un negozio non è più un negozio, ritengo sia giustissimo procedere alla sua variazione di destinazione, a partire dall'aspetto urbanistico. Saluti cordiali
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SIMBA4
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28 Agosto 2015 alle ore 16:02
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Veneto - Adria città Etrusca
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Salve riporto una mia esperienza pressochè simile al caso del quesito, un C1 in zona B1 e fuori dal centro storico, presento la mia variazione catastale e lo passo a C6. Pratica approvata in catasto e senza menzionare alcuna pratica edilizia, in quanto non necessaria per il mio caso e normata dal PRG e NTA del Comune. Ovviamente non è stata fatta alcuna opera edilizia per il cambio di destinazione. Sono d'accordo in linea generale con quanto espresso da EFFEGI. Saluti cordiali
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EFFEGI
f.g.
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Irpinia
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"SIMBA4" ha scritto: P.S. per EFFEGI: il nome che hai richiamato sopra non è Stefano ma era Fabio. Corretto l'errore. Grazie Stefano.
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bioffa69
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23 Settembre 2009
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BRESCIA
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"EFFEGI" ha scritto: "bioffa69" ha scritto: .... La mia Agenzia, non accetta niente prodotto con una pratica docfa, che declassi un'unità, in particolare un negozio. Da noi anche i negozi che in comune hanno subito il cambio di destinazione in magazzino, catastalmente rimangono c/1, perchè l'ufficio considera che le caratteristiche non sono cambiate (la vetrina su strada è il loro punto di forza)...... Se tu lavorassi nella mia provincia ti direi di non fare niente, perchè se anche sbadatamente ti approvano la pratica, stai sicura che entro l'anno ripristinano la cat. c/1. Ciao Fabio. Permettimi di dissentire da quanto innanzi detto da te e che ho riportato in rosso. Concordo invece sul fatto che un'u.i.u. non possa essere declassata, se per declassamento si intende dire diminuire di qualche classe di merito, fermo restando l'originaria categoria di appartenenza. Discorso diverso riguarda un docfa per il cambio di destinazione d'uso da negozio a deposito/magazzino. Partiamo da un dato di fatto: il comune (e quindi l'aspetto urbanistico) è una cosa, ed il catasto (aspetto fiscale) è un'altra cosa, con una differenza sostanziale: il catasto deve riportare quanto urbanisticamente è stato ritenuto legittimo. Se presento un docfa con causale "cambio di destinazione d'uso" e non indico alcun titolo autorizzativo rilasciato dal comune, allora l'agenzia delle entrate (territorio) legittimamente (io ritengo) mi rigetta la pratica. MA se effettuo un cambio di destinazione d'uso con regolare pratica comunale (SCIA, P.d.C. o altro) e naturalmente tra le tante cose la vetrina mi diventa anche una normale serranda, e poi, presento la pratica DOCFA al catasto per l'OBBLIGATORIA variazione di destinazione d'uso, il catasto non potrà rigettarmela, e neanche entro l'anno mi potrà riclassificare il deposito in negozio. Se lo fa ci sono le strade di tutela che portano al necessario ricorso in commissione tributaria provinciale. Non dobbiamo di aver timore di farci riconoscere i nostri diritti. Ti voglio far riflettere su una possibilità: In comune si effettua il cambio di destinazione d'uso da negozio a deposito, e quindi urbanisticamente stai a posto, mentre in catasto si lascia sempre "negozio".Se il proprietario dell'immobile dovesse procedere alla vendita, il tutto secondo te sarebbe regolare? Non pensiamo che se un proprietario vuol pagare meno tasse perchè il suo immobile non è più quello iniziale, questo è sempre in mala fede. Se un negozio non è più un negozio, ritengo sia giustissimo procedere alla sua variazione di destinazione, a partire dall'aspetto urbanistico. Saluti cordiali Ma io sono d'accordo su quanto dici, ho solo riportato il modo di procedre della mia Agenzia, ci sono stati più incontri con la commissione catasto, dove erano presenti anche rappresentanti degli altri ordini, tutti hanno evidenziato le varie problematiche che si vanno a creare con questo modo di fare, ma non c'è storia. L'Agenzia ritiene che l'urbanistica sia una cosa ed il catasto un'altra, per loro un'unità a piano terra, con vetrine ed accesso da strada, indifferentemente dalla destinazione (deposito ufficio ecc..), catastalmente resta in cat. C/1, anche se nella planimetria si indica la destinazione corretta. Questo è il loro punto di vista. Saluti
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geoalfa
(GURU)
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totonno
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» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Anche a Firenze tendono a mantenere forzatamente il C1 con le stesse giustificazioni che Fabio ha descritto. Non ci sono storie. Neanche interventi radicali di trasformazione dell' UIU come per esempio ristrutturazione con tamponatura dello sporto per realizzazione di ufficio al posto del negozio basta al catasto per non reintervenire a ripristinare la categoria C1. Detto questo per il caso in questione io non rilevo nessun motivo che giustifichi il declassamento. Il solo fatto che non venga utilizzato il negozio non basta a giustificare il cambio di destinazione rimanendo inalterate tutte le caratteristiche che hanno determinato il classamento originario. Saluti
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