Se cambio da area urbana a B.C.N.C. , l'ho fatto un caso simile la settimana scorsa, devo utilizzare una causale Docfa Cambio di destinazione (da area urbana a B.C.N.C.).
Se cambio da un appartamento, ecc. ad un'unità collabente (come ho fatto diverse volte anche alcuni mesi fa), devo utilizzare una causale Docfa Cambio di destinazione (da abitazione, ecc. a unità collabenti).
Di conseguenza:
Se divido da un'abitazione ad una o più abitazioni più un B.C.N.C. vi è un parziale cambio di destinazione da abitazione a bene comune non censibile.
Se fraziono e fondo due o più unità stessa destinazione e creo altre unità stessa destinazione più uno o più B.C.N.C. eseguo un cambio parziale di destinazione da abitazione a bene comune non censibile.
Del resto se una stessa area prima censita come area urbana e poi censita sempre come area ma come B.C.N.C. deve essere obbligatoriamente oggetto di casuale Docfa per cambio di destinazione d'uso non vedo perché per passare da abitazione a B.C.N.C. (seppur parzialmente) non debba avvenire un cambio d'uso.
Stessa considerazione per un'abitazione, ecc. che fino a prova contraria rimane sempre un'abitazione seppur pericolante quindi unità collabente.
Di casi sopra citati ed anche diversi e più complessi ne ho avuti diversi ovvero anche ad esempio:
un magazzino demolito totalmente, lotto stessa ditta, circondato da un B.C.N.C. ad unità della stessa ditta; ebbene a seguito del tipo mappale con Docfa ho fuso il magazzino (ormai già demolito) al B.C.N.C. ottenendo un unico più grande B.C.N.C. ; causale utilizzata: Altre FUSIONE CON CAMBIO DI DESTINAZIONE (perché il magazzino è passato a B.C.N.C. seppur previa fusione con altro B.C.N.C.).
Voglio precisare che le mie affermazione di cui sopra, a parte un ragionamento logico per comparazione con altre variazioni di porzioni immobiliari aventi simili destinazioni e per le quali non vi è altra soluzione che adottare la causale cambio di destinazione, sono soprattutto dettate da quanto da me eseguito per una miriade di pratiche eseguite, regolarmente approvate dai vari tecnici di turno e dai vari uffici interessati.
Per di più, per stare più tranquillo, allego sempre al Docfa una relazione tecnica aggiuntiva in cui spiego, fra le altre cose, perché utilizzo la causale canbio di destinazione in aggiunta alle altre necessarie.
Quindi in attesa di chiarimenti in materia attraverso documenti ufficiali nazionali quali Circolari, Istruzioni, ecc. (non mi interessano le varie conclusioni dei vari studi con redazione di relativi opuscoli emanati da collegi provinciali e uffici provinciali Territorio), oppure nel caso che l'ufficio provinciale interessato dalla variazione me ne impedisca l'utilizzo (di detta causale cambio di destinazione e per casi simili sopra citati) previa bocciatura del Docfa, non mi resta altro che continuare ad utilizzare il Cambio di Destinazione d'Uso anche per variare unità ordinarie, speciali, ecc. in B.C.N.C. , ecc.
Naturalmente non voglio in alcun modo affermare che io sono nel giusto procedendo come sopra precisato e gli altri sbagliano.
Ho voluto solo dare un parere sulla base della mia esperienza e sulla base di una logica detta per comparazione ovvero se Tizio (Area Urbana) cambiando in Caio (B.C.N.C.) richiede la causale Cambio di Destinazione non vedo perché se Sempronio (Abitazione) cambia (anche se parzialmente) in Caio (B.C.N.C.) non si debba utilizzare la medesima causale (seppur in aggiunta ad altre).
Aggiungo che nel caso di aGB e nel caso di utilizzo di sola causale frazionamento e fusione, facendo un visura ordinaria della particella B.C.N.C. a Docfa approvato sembrerebbe (dalla causale di variazione) che il B.C.N.C. sia derivato da frazionamento e fusione di e/o con altro/i B.C.N.C. mentre il suddetto B.C.N.C. è stato costituito di sana pianta ovvero per cambio di destinazione da unità ordinarie frazionate e fuse fra loro dalle quali è stato stralciato proprio il B.C.N.C. che ha tutt'altra destinazione rispetto a quella di abitazione preesistente