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docfa da Magazzino ad in corso di costruzione |

fiobar
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Colleghi, sembra strano ma è capitato anche a me questo caso, che sicuramente non sarà il primo a cui sarà capitato; brevemente posso dirvi che mi trovo a dover variare un sub che è stato dichiarato da un collega (per far dare un finanziamente al cliente) come magazzino, ma che in realtà è rimasto sempre con la sola tamponatura esterna e senza infissi, quindi siccome lo deve vendere dovrei portarlo in corso di costruzione, in quanto da una perizia si è evinto il suo stato di non ultimato, quindi vi chiedo se è possibile farlo e con quale causale docfa, e se il tecnico redattore dell'apoca potrebbe avere delle grane visto il falso evidente che ha dichiarato? grazie a chiunque sappia consigliarmi.
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t1000
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Per quanto ne so non è possibile variare un'unità immobiliare urbana da censita con rendita a censita senza rendita se non giustificandola con demolizione e ricostruzione; ti consiglio di chiedere all'A.d.T. di competenza.
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totonno
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"fiobar" ha scritto: Colleghi, sembra strano ma è capitato anche a me questo caso, che sicuramente non sarà il primo a cui sarà capitato; brevemente posso dirvi che mi trovo a dover variare un sub che è stato dichiarato da un collega (per far dare un finanziamente al cliente) come magazzino, ma che in realtà è rimasto sempre con la sola tamponatura esterna e senza infissi, quindi siccome lo deve vendere dovrei portarlo in corso di costruzione, in quanto da una perizia si è evinto il suo stato di non ultimato, quindi vi chiedo se è possibile farlo e con quale causale docfa, e se il tecnico redattore dell'apoca potrebbe avere delle grane visto il falso evidente che ha dichiarato? grazie a chiunque sappia consigliarmi. Confermo quanto detto da t1000. Se non c'è giustificazione urbanistica rimangono i dati catastali denunciati dalla parte preventivamente al completamento dell'opera se pur non ancora avvenuto. Saluti.
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villa-g
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...potresti provare con un docfa per "variazione della destinazione da magazzino a in corso di costruzione" relazionando lo stato di fatto. Saluti
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fiobar
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parlando con il tecnico, mi ha detto di usare la causale ALTRE scrivendo: ERRATA DICHIARAZIONE ACCATASTAMENTO specificando nella relazione tutto ed usando come data di compilazione quella del docfa errato di 10 anni fa; ovviamente il tecnico di 10 anni fa non andrà incontro a niente... è normale-
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Berry
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"fiobar" ha scritto: parlando con il tecnico, mi ha detto di usare la causale ALTRE scrivendo: ERRATA DICHIARAZIONE ACCATASTAMENTO specificando nella relazione tutto ed usando come data di compilazione quella del docfa errato di 10 anni fa; ovviamente il tecnico di 10 anni fa non andrà incontro a niente... è normale- Mi sembra giusto che si possa correggere un errore fatto più o meno "furbamente" in precedenza. E' sicuramente un caso che non capita spesso, ma non penso sia isolato. Grazie per aver pubblicato l'indicazione data dall'AdT. Saluti.
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totonno
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"fiobar" ha scritto: parlando con il tecnico, mi ha detto di usare la causale ALTRE scrivendo: ERRATA DICHIARAZIONE ACCATASTAMENTO specificando nella relazione tutto ed usando come data di compilazione quella del docfa errato di 10 anni fa; ovviamente il tecnico di 10 anni fa non andrà incontro a niente... è normale- Mi permetto di dissentire da questa conclusione. Un immobile non può stare in corso di costruzione per dieci anni o, meglio, a vita, al limite può, come in questo caso, non essere ultimato. Ricordo che il Titolo abilitativo della costruzione comprende la dichiarazione che l'immobile deve essere ultimato entro tre anni. Per avere un F3 l'immobile deve essere comunque legittimato da titolo abilitativo in corso di validità, che a questo punto non è più valido essendo passati dieci anni. Ciò non toglie inoltre il proprietario a provvedere all'accatastamento dell'immobile applicando una rendita anche quando lo stesso non sia stato ultimato. In sede di atto di compravendita il problema dell'assenza della rendita dovrà essere affrontato. Preventivamente io avvertirei il Notaio della decisione presa. Saluti.
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Berry
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"totonno" ha scritto:
Mi permetto di dissentire da questa conclusione. Un immobile non può stare in corso di costruzione per dieci anni o, meglio, a vita, al limite può, come in questo caso, non essere ultimato. Ricordo che il Titolo abilitativo della costruzione comprende la dichiarazione che l'immobile deve essere ultimato entro tre anni. Sono daccordo con te: in "corso di costruzione" non può essere a vita. Ma ti faccio presente che potrebbe succedere che i lavori non vengono ultimati per mancaza di soldi. E, vista la crisi che negli ultimi anni stiamo affrontando, penso non sia raro trovare villette cominciate anni fa ed "abbandonate". Naturalmente l'ultimazione dei lavori (in questi casi) difficilmente sarà stata presentata. Cosa fare in questi casi? Saluti.
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totonno
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"Berry" ha scritto:
Sono daccordo con te: in "corso di costruzione" non può essere a vita. Ma ti faccio presente che potrebbe succedere che i lavori non vengono ultimati per mancaza di soldi. E, vista la crisi che negli ultimi anni stiamo affrontando, penso non sia raro trovare villette cominciate anni fa ed "abbandonate". Naturalmente l'ultimazione dei lavori (in questi casi) difficilmente sarà stata presentata. Cosa fare in questi casi? Saluti. Il problema, per carità, non è la mancanza di soldi, è che per fare un atto di compravendita c'è bisogno della rendita catastale, quindi il mio consiglio è di lasciar fare la rendita catastale assegnata come se questo immobile un tempo fosse stato realmente utilizzato per tale scopo. D'altronde è una dichiarazione che hanno già fatto due persone: tecnico e proprietario, quindi chi ti dice che non potrebbe essere vero? Te ovviamente mica lo confermi. Al momento l'immobile risulta non agibile perchè mancante di impianti infissi ed altro come da perizia, ed al catasto invece risulta censito come magazzino. La conformità della planimetria catastale ovviamente deve essere accertata, altrimenti c'è da fare un DOCFA in cui si presenta nuova aggiornata planimetria, gli viene assegnata una nuova rendita, anche con la causale consigliata dal tecnico catastale, e spiegato tutto nella relazione, del tipo per esempio: "l'immobile risulta non agibile ma tuttavia viene assegnata una opportuna rendita per permettere il pagamento delle giuste imposte calcolate sul valore imponibile catastale necessario". Nel più ci sta il meno. Comunque, ripeto conviene preventivamente sentire il parere del Notaio che stipulerà. Una cosa "abbandonata" non si vende. Saluti.
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jj0202
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machu pichu
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StefanoDeidda
Stefano Deidda
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Pula (CA)
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Potrebbe profilarsi anche questa situazione: Locale censito come magazzino (70 m² circa), il proprietario ha intenzione di vendere, il probabile acquirente ha necessità di poter usufruire delle agevolazioni come prima casa. Dal punto di vista urbanistico non ci sono impedimenti, il locale può essere trasformato in abitazione senza problemi di sorta. Pertanto si prospettava questa soluzione: 1) Richiesta del cambio di destinazione d'uso con opere interne presso il comune di competenza; 2) Comunicazione d'inizio lavori; 3) Variazione catastale da C2 a F3; 4) Stipula dell'Atto di compravendita; 5) Voltura dell'atto abilitativo; 6) ecc. ecc. Mi pare che questa strada sia percorribile, o sbaglio?
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totonno
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"StefanoDeidda" ha scritto: Potrebbe profilarsi anche questa situazione: Locale censito come magazzino (70 m² circa), il proprietario ha intenzione di vendere, il probabile acquirente ha necessità di poter usufruire delle agevolazioni come prima casa. Dal punto di vista urbanistico non ci sono impedimenti, il locale può essere trasformato in abitazione senza problemi di sorta. Pertanto si prospettava questa soluzione: 1) Richiesta del cambio di destinazione d'uso con opere interne presso il comune di competenza; 2) Comunicazione d'inizio lavori; 3) Variazione catastale da C2 a F3; 4) Stipula dell'Atto di compravendita; 5) Voltura dell'atto abilitativo; 6) ecc. ecc. Mi pare che questa strada sia percorribile, o sbaglio? Ciao, Stefano. Un magazzino può rimanere tale catastalmente fino a che non siano terminati tutti gli adempimenti che portano al cambio di destinazione definitivo. Questo è opportuno considerarlo così, altrimenti dovremo accatastare F3 o meglio F4 tutti gli immobili durante l'esecuzione dei lavori per il susseguente cambio di destinazione. Ciò è molto rischioso, anche se magari reale ed è percorribile, perchè annulli la rendita precedente facendo pensare che la procedura venga fatta per non pagare le tasse anche se momentaneamente, e non va fatto, a mio parere, soprattutto quando c'è di mezzo un atto traslativo. Il discorso può essere diverso quando invece si va a costruire o a ristrutturare completamente un intero fabbricato. Ti Invito a rileggere la circolare 4/2009 Art.3.3 dell'Agenzia del Territorio, dove indica quando si possono istituire gli F3 e F4 ed i casi sono pochi! Saluti.
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Rudolf
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salve a tutti. premetto che ho provato a cercare una discussione che parlasse del mio problema ma non ho trovato nulla e questa discussione è l'unica che si avvicina. ho dei dubbi relativi a questo genere di pratica che vi illustrerò di seguito. negli anni 80' è stato accatastato un immobile ad abitazione ma in realtà fino ad oggi risulta ancora allo stato grezzo (cioè priva di tramezzatura, impianti e altro). nel 2006 l'immobile è stato acquistato da tizio il quale mi chiede se l'immobile possa essere variato in corso di costruzione. vado all'AdT per parlare con un tecnico e mi riferisce che posso presentare un docfa con cambio di destinazione d'uso da ultimato a in corso di costruzione e menzionare in relazione lo stato dell'immobilie e la motivazione dell'errato accatastamento precedente richiamando gli estremi del precedente docfa. ora volevo sapere, secondo le vostre esperienze, se l'attuale proprietario dell'immobile possa avere dei problemi dopo il sopralluogo che saranno effettuati dai tecnici dell'agenzia del territorio. spero di aver posto in modo comprensibile il problema. grazie in anticipo
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anonimo_leccese
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"Rudolf" ha scritto: salve a tutti. premetto che ho provato a cercare una discussione che parlasse del mio problema ma non ho trovato nulla e questa discussione è l'unica che si avvicina. ho dei dubbi relativi a questo genere di pratica che vi illustrerò di seguito. negli anni 80' è stato accatastato un immobile ad abitazione ma in realtà fino ad oggi risulta ancora allo stato grezzo (cioè priva di tramezzatura, impianti e altro). nel 2006 l'immobile è stato acquistato da tizio il quale mi chiede se l'immobile possa essere variato in corso di costruzione. vado all'AdT per parlare con un tecnico e mi riferisce che posso presentare un docfa con cambio di destinazione d'uso da ultimato a in corso di costruzione e menzionare in relazione lo stato dell'immobilie e la motivazione dell'errato accatastamento precedente richiamando gli estremi del precedente docfa. ora volevo sapere, secondo le vostre esperienze, se l'attuale proprietario dell'immobile possa avere dei problemi dopo il sopralluogo che saranno effettuati dai tecnici dell'agenzia del territorio. spero di aver posto in modo comprensibile il problema. grazie in anticipo Spiace dirlo, ma non è molto chiaro,...come ha fatto ad aquistare l'immobile se risultava finito catastalmente, nell'atto notarile cosa hanno scritto ? perchè non l'ha richiesto nel 2006, e se ne ricorda solo ora ? Il sopralluogo dei tecnici a cosa è dovuto ? che tipo di accertamento hanno fatto ? P.S.: ma nel 1980 esisteva già il Docfa ? Suppongo sia solo un tuo errore di esposizione - Qualche cosa non mi quadra :roll: saluti ...... rustici
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