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DOCFA: Ampliamento finestra |

Martolina86
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05 Settembre 2017 alle ore 22:03
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Buonasera a tutti! dovrei fare una variazione catastale a seguito dell'ampliamento di una finestra. Ho qualche dubbio in merito a come procedere: Quale causale utilizzo in quanto non ho varianto nulla nella distribuzione interna? grazie in anticipo Marta
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SIMBA4
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Salve in quanti mq. consiste l'ampliamento della finestra? cordiali saluti
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EALFIN
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Mi pare che vada utilizzata "ristrutturazione" e mi pare anche che in altri quesiti più o meno simili su Geolive qualche collega non sia stato daccordo sulla correttezza dell'utilizzo di detta causale. Attendiamo che qualche altro collega possa suggerire causali compatibili con la variazione da realizzare, anche sulla base di simili pratiche trattate per conto di loro clienti.
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robertopi
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Personalmente non consiglierei mai ad un mio cliente di spendere soldi per una variazione catastale per allargamento finestra. Lo trovo semplicemnte assurdo (ma questa è una mia opinione). Premesso che qualora sia stata presentata la scia o cila al comune e si supponga di essere obbligati a presentare la variazione, ritengo che tale modifica non modificando la rendita, non preveda il nuovo accatastamento. In ogni caso, se proprio si vuole approfittare della situazione, a mio avviso la causale più coretta è esatta rappresentazione grafica. saluti
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SIMBA4
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Salve direi che a mio avviso, se proprio si vuole presentare quella variazione, la motivazione del docfa sarà "modifica forometrica esterna". cordiali saluti
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totonno
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"robertopi" ha scritto: Personalmente non consiglierei mai ad un mio cliente di spendere soldi per una variazione catastale per allargamento finestra. Lo trovo semplicemnte assurdo (ma questa è una mia opinione). Premesso che qualora sia stata presentata la scia o cila al comune e si supponga di essere obbligati a presentare la variazione, ritengo che tale modifica non modificando la rendita, non preveda il nuovo accatastamento. In ogni caso, se proprio si vuole approfittare della situazione, a mio avviso la causale più coretta è esatta rappresentazione grafica. saluti Concordo pienamente. Non c'è nessuno che potrebbe obbligare un tecnico a presentare la variazione. tuttalpiù si potrebbe essere incaricati a dichiarare la conformità catastale che in questo caso è assolutamente verificata. Pertanto, no alla variazione neanche se me lo chiede il padre eterno, e sì alla conformità catastale come tecnico incaricato dalla attuale proprietà. Saluti.
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EALFIN
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Premesso che la modifica di una finestra non incide sulla conformità planimetrica catastale, però in caso di vendita ciò che non è indispensabile per la norma a volte contrasta con ciò che un eventuale acquirente vuole che sia fatto affinché il negozio giuridico possa concludersi. Circa il fatto di presentare una pratica edilizia e poi dichiarare in sede di fine lavori, come giustamente la norma prevede, che le modifiche non hanno inciso sul classamento e che quindi si omette di presentare una denuncia di variazione per eseguire modifiche limitate a allargamenti e/o spostamenti di infissi, ecc. , il tutto rimane sempre a discrezione di ognuno. Io personalmente, anche se a mia memoria una sola volta mi capitò in passato, ho preferito e/o preferirei di sicuro presentare, ove necessario e/o per non intaccare i rapporti professionali, una denuncia di variazione gratuita al cliente, facendomi pagare solo le spese vive dei diritti catastali, nei casi di pratica edilizia presentata regolarmente e dove le modifiche eseguite siano state limitate a casi simili, piuttosto che dichiarare che non serve adempiere agli obblighi catastali. Come già sostenuto da qualche utente di Geolive vi sono stati problemi nei quali un acquirente ha richiesto l'aggiornamento della planimetria anche per particolari insignificanti da un punto di vista di conformità planimetrica catastale. E mettendomi nei panni di un eventuale acquirente anche io pretenderei di avere una planimetria perfettamente conforme. Anche perché caccerò diverse migliaia ovvero centinaia di migliaia di euro e quindi pretendo la perfezione pur se non indispensabile. In tali casi ipotizzando che la pratica edilizia ultima non sia stata seguita da variazione catastale, puoi giurarci che nella maggior parte dei casi il cliente da la colpa al medesimo tecnico redattore della pratica edilizia perché dirà "tu sei il tecnico e lo dovevi sapere che andava aggiornata la planiemtria", pur in assenza di specifico obbligo di Legge. Della serie la Legge dice di poter omettere un qualche cosa e la pratica dice un'altra. A volte è meglio assecondare la pratica che non la Legge (quando questa prevede un non obbligo di dover eseguire eventuali adempimenti comunque eseguibili a discrezione e quindi non espressamente vietati dalla norma).
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totonno
(GURU)
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Io ragiono da tecnico professionista ed in termini tecnici bisogna affrontare la richiesta. Il docfa che andrei a presentare per la modifica di una finestra sicuramente confermerà la rendita già in atti, questo vuol dire che comunque tu tecnico dichiari che l'opera non influisce sul classamento e consistenza dell'UIU. Allora dei due procedimenti uno è giusto. Se presento il docfa vuol dire che l'opera influisce sulla redditività del bene e quindi gli devo per forza cambiare in aumento la rendita, altrimenti dichiaro che l'opera non influisce sulla redditività e non si deve presentare il docfa. Saluti
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SIMBA4
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"EALFIN" ha scritto: Premesso che la modifica di una finestra non incide sulla conformità planimetrica catastale, però in caso di vendita ciò che non è indispensabile per la norma a volte contrasta con ciò che un eventuale acquirente vuole che sia fatto affinché il negozio giuridico possa concludersi. Circa il fatto di presentare una pratica edilizia e poi dichiarare in sede di fine lavori, come giustamente la norma prevede, che le modifiche non hanno inciso sul classamento e che quindi si omette di presentare una denuncia di variazione per eseguire modifiche limitate a allargamenti e/o spostamenti di infissi, ecc. , il tutto rimane sempre a discrezione di ognuno. Io personalmente, anche se a mia memoria una sola volta mi capitò in passato, ho preferito e/o preferirei di sicuro presentare, ove necessario e/o per non intaccare i rapporti professionali, una denuncia di variazione gratuita al cliente, facendomi pagare solo le spese vive dei diritti catastali, nei casi di pratica edilizia presentata regolarmente e dove le modifiche eseguite siano state limitate a casi simili, piuttosto che dichiarare che non serve adempiere agli obblighi catastali. Come già sostenuto da qualche utente di Geolive vi sono stati problemi nei quali un acquirente ha richiesto l'aggiornamento della planimetria anche per particolari insignificanti da un punto di vista di conformità planimetrica catastale. E mettendomi nei panni di un eventuale acquirente anche io pretenderei di avere una planimetria perfettamente conforme. Anche perché caccerò diverse migliaia ovvero centinaia di migliaia di euro e quindi pretendo la perfezione pur se non indispensabile. In tali casi ipotizzando che la pratica edilizia ultima non sia stata seguita da variazione catastale, puoi giurarci che nella maggior parte dei casi il cliente da la colpa al medesimo tecnico redattore della pratica edilizia perché dirà "tu sei il tecnico e lo dovevi sapere che andava aggiornata la planiemtria", pur in assenza di specifico obbligo di Legge. Della serie la Legge dice di poter omettere un qualche cosa e la pratica dice un'altra. A volte è meglio assecondare la pratica che non la Legge (quando questa prevede un non obbligo di dover eseguire eventuali adempimenti comunque eseguibili a discrezione e quindi non espressamente vietati dalla norma). Salve quoto pienamente, allora molti anni or sono c'era proprio una circolare che prevedeva (ma non obbligava) di non presentare variazioni catastali che non variavano il classamento già in essere, poi quella circolare è andata un po in disuso (cioè è stata superata dalla normativa attuale). La quale normativa non vieta, in ogni caso per esigenze personali, di poter presentare comunque una variazione catastale anche se non modifica il classamento. Ovviamente le esigenze personali sono quelle egreggiamente descritte da EALFIN. buona giornata a tutti e soprattutto a chi può ancora farle buone vacanze.
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robertopi
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La circoalre non è andata in disuso ed è tuttora in vigore, ma la cosa importante è che la legge stabilisce ciò, infatti la circolare fa riferimento alla legge in vigore. saluti
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totonno
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"robertopi" ha scritto: La circoalre non è andata in disuso ed è tuttora in vigore, ma la cosa importante è che la legge stabilisce ciò, infatti la circolare fa riferimento alla legge in vigore. saluti Sono i classici casi che pur non richiesti dalla Agenzia che non li vuole, tu paghi lo stesso i tributi perchè nessuno si vuol prendere la responsabilità e quella del Geometra disposto a dichiarare è una responsabilità fasulla che non si vuole riconoscere. Il bello è che noi professionisti a questo giochetto ci stiamo pure gratis ! Possibile non avere un minimo di dignità professionale ? No. Grazie.
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rubino
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Potenza
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... oltretutto, trattandosi di una planimetria catastale e non della pianta QUOTATA di un appartamento, non c'è nessuna indicazione specifica della misura della finestra espressamente indicata ed asseverata dal tecnico mediante la "quotatura". Trattandosi di una planimentria catastale l'indicazione ha valore di simbolo grafico, serve solo a dire che c'è una finestra in quel posto, non altro.
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SIMBA4
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"robertopi" ha scritto: La circoalre non è andata in disuso ed è tuttora in vigore, ma la cosa importante è che la legge stabilisce ciò, infatti la circolare fa riferimento alla legge in vigore. saluti Ciao Roberto, la circolare che faccio riferimento io è sicuramente morta e sepolta da altre norme catastali (io parlo di una circolare di circa 20 fa), non so a che circolare ti rifesci tu. cordiali saluti
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SIMBA4
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"rubino" ha scritto: ... oltretutto, trattandosi di una planimetria catastale e non della pianta QUOTATA di un appartamento, non c'è nessuna indicazione specifica della misura della finestra espressamente indicata ed asseverata dal tecnico mediante la "quotatura". Trattandosi di una planimentria catastale l'indicazione ha valore di simbolo grafico, serve solo a dire che c'è una finestra in quel posto, non altro. buongiorno rubino, niente nella piantina catastale è quotato, anche se devo considerare però che con il nuovo docfa entrano in gioco i reali mq. che serviranno con l'entrata in vigore della riforma catastale dove si passerà da vani a mq. Poi ci sono tutta una serie di modifiche interne o esterne, in una u.i., che non modificano il classamento, basti pensare ad un controssoffitto che si abassa o si alza di 30/40 cm, ad una modifica prospettica da una a due finestre, e molto altro ancora. Se un cliente viene da me e mi incarica di fare quel tipo di variazione docfa (perchè lui è avvulso da eccesso di zelo) che faccio io? mi rifiuto di fargli la variazione? Io personalmente NO? cordiali saluti
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bioffa69
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BRESCIA
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Personalmente anch'io se un cliente mi chiede tale variazione, pur spiegandogli che non è dovuta, procedo. Anzi dirò di più, quancle anno fa ne ho fatta una per la mia compagna, anch'essa geometra, per sistemare la planimetria di sua mamma, che variava solo per una porta in più che collegava direttamente la cucina col soggiorno. Io mi guardo bene da affermare che la variazione docfa per modifica solo di una finestra o di una porta, non porta ad un cambio di rendita, o meglio lo potrei affermarlo se il classamento precedente fosse stato fatto a regola d'arte, tendo conto di quanto prevede la normativa (eccedenze, aumento percentuale per presenza di corti esclusive o comuni), ma in realtà chi ha fatto quella pratica , proponendo quel classamento? io dovrei confermare che il lavoro di un tecnico precedente è fatto a regola d'arte? Personalmente non lo farò mai, a meno che il classamento in banca dati derivi da una mia pratica. Saluti
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