Le discussioni trovate non avevano l'elemento discriminante che descrivo.
Una casa costruita negli anni 40 con regolare progetto contenente tutti appartamenti.
Negli anni 80 una società acquista l'appartamento per usarlo come ufficio e immagino per questioni fiscali fa una DVR catastale dove presenta un A/10, senza pratiche comunali. Questa variazione precede l'atto e qundi sull'atto risulta ufficio. Ma siamo 30 anni prima della 122/2010, ed al limite comporta una questione privata tra venditore ed acquirente che ha comperato per uffico un immobile che invece era un appartamento.
Arriviamo ad oggi e la società finisce la sua attività e vende l'immobile.
Ora Urbanisticamente si tratta di un appartamento così come la sua conformazione, non ristrutturarono mai creando open space o altro. La DVR aveva solo un intento fiscale.
Considerando ciò sostengo che per la vendita sia sufficiente una Docfa per cambio d'uso da ufficio ad appartamento, mentre per l'urbanistica faccia fede il progetto depositato in Comune.
Sostenere che un determinato uso (improprio o meno che sia) determina una destinazione d'uso urbanisticamente rilevante sarebbe inaudito.
Durante una perizia tre anni fa mi trovai con un piccolo appartamento sul limite dei 28 mq progettato così e quindi presente negli archivi comunali. La proprietaria per motivi suoi l'utilizzava come magazzino riempiendolo di cornici e listelli, faceva la corniciaia. Inoltre presentò negli anni 80 a catasto una DVR per passarlo C/2. Quando feci le mie verifiche di conformità urbanistiche l'architetto responsabile dell'Uffcio Tecnico, precedendomi mi disse che per loro si trattava di un appartamento e che se volevo potevo fare un cambio di destinazione oppure togliere i listelli e riprendere a usarlo liberamente come appartamento, senza nessuna pratica comunale.
Mi piacerebbero considerazioni.