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lzzlcn
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22 Luglio 2008
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Ciao, secondo me la categoria appropriata è A/10. Approfitto anche io per chiedere cosa usareste Voi per una libreria. Libreria e non biblioteca, scusate per la precisazione. Buon lavoro, grazie.
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kimba
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30 Maggio 2008
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A mio parere la categoria approriata per l'attività di estetista è la categoria C/1
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rubino
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(GURU)
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04 Febbraio 2005
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non moderatore
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malox
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09 Ottobre 2008
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Provo a rispondemi: l’attività di estetista è qualificata come attività imprenditoriale (artigianale) e non professione. Quindi probabilmente può essere svolta in locali destinati ad attività produttiva (cat. C/3?), ritengo che in un locale ad uso ufficio (cat. A/10) non può essere svolta un’attività artigianale, anche se di servizi.
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mensore
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11 Maggio 2009
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Vada (LI)
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io dico che secondo me un centro estetico deve essere censito come un C/1, in quanto il tipo di attività è senz'altro artigianale, e quindi si allaccerebbe con la categoria C/3, ma non scordiamoci che le u.i.u. censite come un C/3 sono locali e spazi che hanno una ben definita struttura e destinazione ordinaria e non possono avere altre funzioni senza radicali trasformazioni, mentre un centro estetico è sullo stesso piano ad esempio di un barbiere ("I locali occupati da barbieri, modiste, orologiai, nonché gli uffici telefonici, le ricevitorie postali, i banchi del lotto, le esattorie delle imposte dirette, le agenzie bancarie o assicurative, le biglietterie, le sale d'aspetto delle linee automobilistiche di servizio pubblico, ambulatori medici, ecc. posti in comuni locali che hanno ingresso diretto dalla strada pubblica e le comuni caratteristiche dei locali per bottega..." cit. dal link di rubino) e cioè che i locali hanno pareti e strutture che possono essere mobili o comunque sono vani che non necessitano di importanti trasformazioni. ci sono centri estetici che usano delle semplici pareti in cartongesso e che quindi non trasformano i locali in modo irreversibile. voi che dite?
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malox
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09 Ottobre 2008
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C/1. rileggendo si parla di locali con "accesso diretto dalla pubblica via". E' vincolante questo? perchè nel caso in oggetto, l'UI si trova al piano primo ed ha accesso attraverso un vano scala condominiale.
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MPDJ
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secondo me la discriminante è: consulenza estetica o lavori estetici? Se l'attività fosse consulenza A10, altrimenti C1
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sim81
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13 Agosto 2009
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Buonasera, leggendo varie discussioni sull'argomento oltre questa, per alcuni la categoria da assegnare ad un centro estetico è la C1 mentre per altri la C3; Secondo me dovrebbe essere C1 perchè l'attività la vedo simile a quella, ad esempio di un barbiere. Chiedo però un vostro parere in merito Grazie
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alesferu
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Mi riallaccio a questa vecchia discussione per esporre una mia considerazione su di un mio caso e sentite il vostro parere. Una mia cliente, proprietaria di un fabbricato su 3 piani, censito totalmente come un'unica unità A/3, decide di adibire parte del piano terra a locali per attività di estetista. La sua abitazione di fatto è al piano primo e secondo. Urbanisticamente è un cambio di destinazione d'uso da residenzia ad artigianale. E catastalmente? Ora, i lavori edili non hanno modificato la struttura interna dell'edificio, dove ciascun piano è collegato con un vano scala interno dove ad ogni piano lo sbarco della scala prevede una porta per accedere al piano. Il piano terra con la nuova destinazione rimane com'era prima. Io credo che la variazione catastale per costituire la nuova unità immobiliare sia necessaria in quanto il nuovo piano può produrre reddito autonomamente, ma mi resta il dubbio sulla categoria, che secondo me dovrebbe rimanere quella di abitazione anzichè A/10, C/1 o C/3. Dico questo perchè se fra qualche anno l'attività venisse spostata, data la zona e le caratteristiche dell'unità, è vero che ci posso fare di tutto, ma nell'ordinarietà resta un appartamento. Voi cosa dite?
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GLAPA
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Vicenza
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"alesferu" ha scritto: Mi riallaccio a questa vecchia discussione per esporre una mia considerazione su di un mio caso e sentite il vostro parere. Una mia cliente, proprietaria di un fabbricato su 3 piani, censito totalmente come un'unica unità A/3, decide di adibire parte del piano terra a locali per attività di estetista. La sua abitazione di fatto è al piano primo e secondo. Urbanisticamente è un cambio di destinazione d'uso da residenzia ad artigianale. E catastalmente? Ora, i lavori edili non hanno modificato la struttura interna dell'edificio, dove ciascun piano è collegato con un vano scala interno dove ad ogni piano lo sbarco della scala prevede una porta per accedere al piano. Il piano terra con la nuova destinazione rimane com'era prima. Io credo che la variazione catastale per costituire la nuova unità immobiliare sia necessaria in quanto il nuovo piano può produrre reddito autonomamente, ma mi resta il dubbio sulla categoria, che secondo me dovrebbe rimanere quella di abitazione anzichè A/10, C/1 o C/3. Dico questo perchè se fra qualche anno l'attività venisse spostata, data la zona e le caratteristiche dell'unità, è vero che ci posso fare di tutto, ma nell'ordinarietà resta un appartamento. Voi cosa dite? Io ho presentato a suo tempo una pratica ed è stata approvata in C/1.
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alesferu
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Veneto
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Cercando in internet ho trovato una risposta ufficiale del Servizio Catasto della Provincia Autonoma di Trento nr. prot. A133-2010 che può essere d'aiuto per interpretare i vari casi. Salvo che qualcuno mi dica che, dato il regime autonomo della provicnia di TN, non può essere valido nel resto d'Italia.
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