Rispondo ai seguenti due richiami a questo mio passaggio:
"FraCristoforo" ha scritto:
"georox" ha scritto:
.................. ti posso dimostrare (se accetti l'invito alla pizza) che ai miei corsi non si iscrivono "poveri geometri", si iscrivono geometri che come lavoro se la passano discretamente (perché se lo meritano) e che hanno già ad oggi superato i 60 crediti, e siamo solo alla metà del 1° anno del triennio.
"BCNC" ha scritto:
... commentare il passaggio in cui Georox assicura che ai suoi “corsi non si iscrivono ‘poveri geometri, si iscrivono geometri che come lavoro se la passano discretamente (perché se lo meritano)”. .. lo trovo diverso da quello di Savoncelli perché immagino che Georox abbia abbreviato “non si iscrivono solo poveri geometri”.
È vero, non posso escludere che tra gli iscritti ai corsi che organizzo io non ci sia anche qualche “povero geometra” (il quale vi avrà aderito anche per il costo contenuto). Tuttavia, da un’analisi che ho svolto tra le migliaia di partecipanti ho potuto constatare che la stragrande maggioranza di chi partecipa ai miei corsi (non solo quelli in cui sono io stesso uno dei docenti, ma anche quelli che organizzo con altri docenti) sono geometri la cui attività professionale gli garantisce un reddito del tutto soddisfacente. Certo, magari anche loro, come tutti in questo settore, avranno vissuto anni migliori, ma nonostante i tempi ancora abbastanza magri, se la stanno cavando piuttosto bene.
In più, come dicevo, si tratta di geometri che hanno da tempo superato il “fastidio” dell’imposizione formativa che a voi sembra così insopportabile. E lo hanno superato perché, avendo potuto apprezzare l’utilità della formazione (se di qualità), non si iscrivono in quanto “obbligati” ma si iscrivono spontaneamente mossi soltanto dalla volontà di aumentare le loro competenze professionali. Tant’è che, dicevo, molti di loro hanno superato i 60 crediti già ora, quando siamo solo a metà del 1° anno del triennio.
Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, quindi, capisco che l’obbligo formativo possa dare qualche fastidio agli “spiriti liberi”, ma personalmente ritengo che abbia prodotto (e continui a produrre) più benefici che ipotetici danni.
Infatti ha ragione Francesco2015 nel dire che, prima dell’obbligo, era molto difficile trovare eventi formativi di qualità alla portata di tutti, sia come costo che come locazione. Mi ricordo ad esempio che al mio primo convegno sulle riconfinazioni a Treviso nel 2008 c’erano geometri che vennero da Foggia pur di non perdere un evento che si teneva solo lì. Oggi ci sono corsi dappertutto, sia sul posto che online, e un geometra ha solo l’imbarazzo della scelta, sia per quanto riguarda la qualità che il prezzo.
Come ci si può lamentare di questa situazione?
Nemmeno l’aspetto economico può più essere alla base di una tale contestazione. Cerco dimostrarvelo. Sia sul posto che online vengono comunque organizzati corsi gratuiti. Io stesso nei mesi scorsi ho organizzato ben 4 seminari gratuiti che davano comunque i CFP e che hanno infatti avuto un seguito massiccio. E lo stesso fanno molti Collegi in aula. Quindi, se un “povero geometra” vuole (ma è proprio qui il problema), dei 60 crediti da maturare, minimo ⅓ li può ottenere gratis e con eventi comunque di qualità. Gli rimangono gli altri 40 che, se applico il prezzo dei corsi online praticato dal mio Collegio, ne risulta un costo annuo di 60 euro.
Ora vi domando: 60 euro all'anno sono secondo voi una somma che stronca le finanze di un geometra che vuole fare il libero professionista?
Non credo.
Dobbiamo infatti renderci conto che anche un geometra è in realtà un “piccolo imprenditore”, e così come fallisce un imprenditore che non riesce a coprire i propri costi di gestione (inclusi quelli che gli vengono imposti dalla Stato), allo stesso modo un geometra che non riesce a pagare i costi minimi che gli comporta la sua attività deve … cambiare mestiere.
Rimane quindi soltanto la questione della repulsione ad un obbligo. Ma una comunità civile organizzata (lo Stato) non può fare a meno di imporre degli obblighi, se questi sono ovviamente mirati a far conseguire dei benefici alla collettività stessa.
Su questo punto mi piace sempre ricordare due esempi:
1) L’obbligo delle cinture di sicurezza in auto. Ai tempi in cui tale obbligo non c’era, le cinture in auto invece esistevano già (perché prodotte all’estero) ma non se le infilava nessuno. Poi è arrivato l’obbligo e tutti se le sono messe, di fatto capendone l’importanza, al punto che se anche ora l’obbligo venisse rimosso, tutti continuerebbero a mettersele.
2) La scuola dell’obbligo. Ai bei tempi andati quest’obbligo non c’era, e la gente era beatamente analfabeta. Poi è stato introdotto l’obbligo e l’analfabetismo è stato superato. Ora, se anche venisse rimosso l’obbligo scolastico di base, qualsiasi genitore si toglierebbe il pane di bocca pur di mandare comunque i propri figli a scuola.
Buona petizione.
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
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