A Luglio a Roma si è riunita la cosidetta Commissione Sviluppo di cui faccio parte anch'io. Non so per quale motivo.
In quella riunione si è parlato anche di questo problema.
Come mai c'è un brusco calo di iscrizioni alla scuola dei Geometri?
(Per la cronaca a Pistoia in questo anno scolastico i nuovi iscritti sono 21 contro i 175 dell'anno scolastico in cui io, 35 anni or sono, mi sono iscritto.)
Le posizioni dei colleghi che ho ascoltato sono le più disparate, e non è un buon segno in quanto a me sembra che il problema sia abbastanza banale.
La domanda che ci dovremmo porre è questa: Manderemmo nostro figlio al CAT? (pare che ora si chiami così).
Io credo che la risposta per quasi tutti sia la stessa: NO.
E perché NO?
Perché in quella scuola e da quella scuola non esiste un percorso CHIARO di uscita verso il mondo del lavoro.
Come non esiste per altre scuole anch'esse in crisi.
Cosa è cambiato negli ultimi anni?
Qualche anno fa si sapeva che: facevi la scuola dei geometri, poi il tirocinio e l'esame di abilitazione e poi ti iscrivevi all'albo.
Oggi questo non sarà più possibile e per giunta siamo nella più totale confusione.
Dalla scuola esce non più il Geometra ma il PERITO CAPO TECNICO TECNOLOGICO con specializzazione in AMBIENTE E TERRITORIO.
Venti parole per non dire niente.
E soprattutto per creare confusione e incertezza.
Cosa va fatto per recuperare iscritti?
Semplice: se non siamo stati all'altezza di mantenere una scuola per Geometri e oggi da quella scuola escono Periti Ambinete e Territorio dovremo, obtorto collo, cambiare il nome agli iscritti.
Che non saranno più Geometri ma Periti del Territorio.
Ricreeremo così un filo tra la scuola e la professione.
Non è finita: dovremo anche dire qual'è il percorso per arrivare a fare la professione.
E dovrà essere un percorso univoco e chiaro.
Secondo me il migliore è quello di passare attraverso gli IITS.
Cordialmente
Carlo Cinelli