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dl 192 e fabbricati artigianali |

neotopog
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salve, anche se in questo sito vediamo solo catasto, porgo ai colleghi che hanno dimestichezza in materia la seguente domandona...: un edificio artigianale, supponiamo un officina, priva di impianto di riscaldamento, che obblighi ha rispetto al DL citato?... o meglio: devo comunque verificare la trasmittanza di pareti, coperture, vetrate ecc...???? sto progettando un nuovo edificio avente tale destinazione e mi sono arenato su questo punto, non ho ancora frequentato il relativo corso che il collegio nel frattempo sta organizzando, e "solo" leggendo la norma e qualche intervento qua e la per i forum non ne ho ancora capito niente!!! grazie a chi vorrà darmi una mano
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geo_roma
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Articolo 3 comma 3 lettera b del D. Lgs 192/2005 e ss.mm.ii. Saluti e buon lavoro
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dado48
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Terzo pianeta del Sistema Solare
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"geo_roma" ha scritto: Articolo 3 comma 3 lettera b del D. Lgs 192/2005 e ss.mm.ii. L'articolo 3 recita: " Sono escluse dall'applicazione del presente decreto le seguenti categorie di edifici: Nel Comma 3, lettera b) si legge: " b) i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili" Non mi sembra che quanto indicato da Neotopog ricada nel caso sopra citato, per cui, secondo me, si rientra in quanto precisato all'Art. 1, 2º Comma, lettera b): " b) l'applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici" nel senso che qualsiasi edificio deve essere progettato nel rispetto di questi " requisiti minimi", se non ricade nel caso della lettera b) 3º Comma dell'Art. 3. Altre considerazioni ed approfondimenti ??? Ciao, buon lavoro.
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geo_roma
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Un edificio industriale o artigianale NON dotato di impianto di riscaldamento non rientra nell'ambito di applicazione del D.lgs. 192/05. Diversamente, qualora l'edificio artigianale/industriale/agricolo sia riscaldato ai fini del comfort degli occupanti, si deve applicare il decreto.... Saluti e buon lavoro
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geo_roma
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L'edificio appartiene alla categoria E.8 così come definita dal D.p.r. 412/93. Converrete con me che, non essendo l'edificio riscaldato, non avrebbe alcun senso isolare la struttura. Per conferma leggere anche l'allegato I al D.lgs ai punti 7, 8 e 9 (superati ora dal D.p.r. 59/2009). La categoria E.8 viene sempre esclusa. Saluti e buon lavoro
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dado48
(GURU)
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"geo_roma" ha scritto: L'edificio appartiene alla categoria E.8 così come definita dal D.P.R. 412/93. Converrete con me che, non essendo l'edificio riscaldato, non avrebbe alcun senso isolare la struttura. Per conferma leggere ... D.P.R. 59/2009). La categoria E.8 viene sempre esclusa. L'Art. 4, 2º Comma del D.P.R. nº 59/2009 recita " Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinzione d'uso all'articolo 3 del DPR 26/8/1993 nº 412 ..., nel caso di nuova costruzione .... si procede in sede progettuale ..." I casi in cui viene esclusa la categoria E.8 sono relativi al Comma 4º dello stesso articolo " Nei casi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria ..." in relazione alle strutture opache verticali di cui alla lettera b) ed alle chiusure apribili di cui alla lettera c). Io continuo a pensare che sia obbligatorio predisporre il progetto in relazione alle richieste del 2º Comma dell'Art. 4 del sopra citato Decreto, al di là della mancanza dell'impianto di riscaldamento. Ulteriori considerazioni ed approfondimenti ??? Ciao, buon lavoro.
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geo_roma
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Per un edificio in categoria E.8 non hai trasmittanze da rispettare per quanto riguarda le strutture opache verticali, orizzontali, inclinate, di separazione con altre u.i.u., basta leggere il d.p.r..... Per ultimo, sfido chiunque a redigere una relazione tecnica ai sensi dell'art. 28 della ex Legge 10/91 senza uno straccio di impianto di riscaldamento.... Diverso è il discorso per la certificazione energetica: le linee guida permettono di certificare anche una unità non dotata di impianto... Saluti e buon lavoro
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neotopog
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Son più confuso di prima.... "ragionando" penso che laddove non può esserci consumo di energia, perchè non c'è riscaldamento e non c'è climatizzazione, non devo nemmeno limitare le dispersioni, visto che non c'è niente da disperdere (caldo o fresco che sia)... leggendo i decreti citati non sono però convinto di una loro esclusione... e non so nemmeno dove battere la testa, nel senso che a iniziare da autorevoli colleghi come chi gentilmente è intervenuto sopra, non si ha di certo un univoca interpretazione... idem al mio collegio.... e quindi come dovrei procedere?
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dado48
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Terzo pianeta del Sistema Solare
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"neotopog" ha scritto: Son più confuso di prima.... e quindi come dovrei procedere? Riporto il Link ad un Forum più specializzato: www.ingegneri.info/forum/viewtopic.php?f... per cercare di trovare risposte aderenti al problema di Neopog. Preciso che, personalmente, ritengo giusta la risposta data in questo Post. Altre considerazioni, suggerimenti, certezze ??? Ciao, buon lavoro.
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neotopog
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Forse sono emersi alcuni particolari in più: 1) sono obbligato a riscaldare un locale ad uso officina? più in generale sono obbligato a riscaldare un deposito merci o la zona ufficio di locali simili?... e un magazzino/vendita? più in generale tutti quei grossi edifici dove vi sono grosse dispersioni proprio per la natura degli stessi dove si lasciano spesso portoni molto grandi aperti e le lavorazioni o la merce stoccata dentro nemmeno consentirebbero di piazzare un idoneo riscaldamento del quale neanche si sente il bisogno... 2) emerge il fatto che nelle linee guida vi sono comunque prescrizioni a trasmittanze dei locali non riscaldati... quindi (eventualmente) potrei rispettare solo quelle proprio considerando il fatto di dare attuazione al decreto ma limitatamente ad un locale interamente non riscaldato, che (sempre all'eventualità) verrebbe modificato nel caso in cui si avesse la necessità di renderlo riscaldato... :roll: sempre più dubbi, spero almeno di essere stato chiaro nel mio ragionamento, grazie ancora a Dado per la sua partecipazione ad un argomento che inizialmente credevo più banale e invece divide le opinioni dei tecnici che ogni volta di fronte a leggi fatte quasi apposta per non essere capite si devono inventare giuristi per darne attuazione... e il bello o brutto che dir si voglia sta nel fatto che intanto con tutta la buona volontà di studiare il caso spesso ne usciamo senza risposte e di conseguenza è senza risposta il cliente, con ovvie conseguenze anche agli occhi della nostra professionalità :cry:
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neotopog
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geo_roma
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neotopog
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neotopog
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una mia considerazione alla luce del confronto con altri colleghi: io credo che il legislatore debba averla pur messa con cognizione di causa quella locuzione "riscaldati per" il comfort degli occupanti, diversamente si sarebbe fermato a locali artigianali e industriali... diverso ancora è la loro esclusione nel caso di produzione in eccesso di calore, tipo fonderie, panifici ecc dove comunque sia essi sono esclusi perchè difficilmente regolabili in tal senso, vista la loro eccezionalità...
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