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Autore Cloud or not Cloud?

dioptra

(GURU)

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10 Aprile 2003

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Piove di Sacco(PD) dioptra@dioptra.it (Autore OK_Pregeo)

 0 -  0 - Inviato: 21 Dicembre 2010 alle ore 23:59

Salve

Per chi crede ciecamente nel Cloud Computing (la nuvola) c'è da verificare e da conoscere come funzionano le cose fisicamente, prima di affidarsi completamente ad esso.

www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&co...

Mi piacerebbe ci fosse uno svisceramento e un approfondimento sulla questione anche da parte di un sito professionale come questo.

Cordialmente

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Autore Risposta

Silvano

Iscritto il:
21 Giugno 2005

Messaggi:
822

Località
Padova

 0 -  0 - Inviato: 22 Dicembre 2010 alle ore 08:59

Beh, per via di uno svisceramento, dubito si possa fare in un sito come questo in quanto si tratterebbe di intervenire in tecnicismi informatici di livello piuttosto elevato. Però, come ben sai, io sono molto attratto dall'ambiente cloud e nei miei pensierini della buonanotte ho elaborato che una concreta discussione in merito può partire da qui:
  • chi detiene il software?
  • chi conserva i dati?[/list:u]
    Due semplici domande che credo non siano di facile interpretazione. L'utente è disposto a pagare per non avere un software? Per dipendere ufficialmente (ufficiosamente gia accade, vedi licenze) da un fornitore di servizi? E peggio: è disposto a lasciare i propri dati al suo fornitore di servizi? Peggo ancora: è legale (oltre che elegante) lasciare dati di un cliente a terzi?
    Pur essendo affascinato dal cloud computing... dico che non siamo pronti ad accettare che il software non sia in mano nostra (troppo legati al concetto di proprietà fisica) e che non sono convinto a lasciare i dati dei miai clienti ad un soggetto terzo a cui sono legato con un contratto a scadenza.
    Però...
    Se il fornitore dei servizi fossi io? O se ne fossi socio? La mia idea rispecchia proprio la considerazione finale dell'articolo: cloud e open source sono nati per stare insieme. Questa tecnologia offre sbocchi impensabili fino a qualche anno fa; offre la possibilità a piccole realtà (come ad esempio un collegio o una fondazione) di sviluppare software complessi.
    Ed io penso molto avanti in questo ;)
    Ma mi rendo conto che vivo in un ambiente troppo poco attivo in questo tipo di salto tecnologico...

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dioptra

(GURU)

Iscritto il:
10 Aprile 2003

Messaggi:
4965

Località
Piove di Sacco(PD) dioptra@dioptra.it (Autore OK_Pregeo)

 0 -  0 - Inviato: 22 Dicembre 2010 alle ore 11:04

Salve

Sono in gran parte daccordo con te, Silvano.
Da, anche produttore, mi pongo molte domande.

La prima cosa che mi viene in mente sono i dati.
Così come è congegnato il "meccanismo" Internet attualmente, i dati presenti nel tuo pc di casa sono tuoi, mentre i dati conservati nel sito che te li elabora possono anche non essere tuoi.
Faccio un esempio: i video depositati su Youtube di chi sono?
Tuoi perchè li hai uplodati in Youtube che li conserva?
E se tu perdessi il tuo originale, come potresti fare per averne una copia?
Lo stesso problema si pone nei confronti dei dati riguardanti la gestione di uno studio tecnico, se tutti i dati fossero conservati in un sito Internmet e avessi bisogno di una copia, come potresti fare?
E se non paghi il canone di accesso ad internet?
e se non paghi il canone di utilizzo del sito?
Quali GARANZIE e diritti puoi vantare per potere averne una copia in tempi ragionevoli?
Tutte queste questioni mi fanno semplicemente PAURA.
Ti faccio un esempio semplicissimo:
Aruba ha cambiato le modalità di accesso alle modifiche nei siti.
In pratica, prima, chiunque poteva accedere al modificare un sito internet conoscendo username e password, da qualsiasi pc.
Il mio webmaster abita a 400 KM da casa mia e faceva tutto da casa sua.
Lui conosce sia username che password ed il rapporto è basato sulla fiducia per cui le modifiche vengono fatte solamente su commissione.
Ora Aruba ha cambiato le modalità di accesso: bisogna che chi accede a quel sito internet sia presente nella lista degli IP autorizzati.
Ma se uno non ha l'IP fisso, sono "uccelli senza zucchero".
Bisogna aggiornare continuamente la lista.
Tutto questo è stato fatto per la sicurezza, ma la decisione non è stata presa con il mio consenso e io mi sono dovuto adeguare.
A me non ha dato più di tanto fastidio perchè le modifiche le faccio sempre dallo stesso pc ma chi ha una azienda con tanti pc e le modifiche le fa quotidianamente da pc diversi e magari con IP variabile?

Non avrei problemi e non li ho nell'approvare invece la possibilità di utilizzo dei software attraverso la rete, sia a pagamento che gratuiti.
In questo modo posso usufruire della potenzialità offerta dal Cluod per ciò che riguarda il software ma il dato finale, il documento prodotto, DEVONO essere conservati nel mio pc.

cordialmente

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Silvano

Iscritto il:
21 Giugno 2005

Messaggi:
822

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Padova

 0 -  0 - Inviato: 22 Dicembre 2010 alle ore 11:37

ricorda che non è fantascienza avere un software cloud e i dati nel pc di casa ;)

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Dane

Iscritto il:
06 Agosto 2005

Messaggi:
30

Località

 0 -  0 - Inviato: 24 Dicembre 2010 alle ore 18:34

"Silvano" ha scritto:
ricorda che non è fantascienza avere un software cloud e i dati nel pc di casa ;)



ma è fantascienza affidare alla modesta linea adsl di casa l'ufficio, per di più se con ip dinamico (quindi bisogna andare di no-ip dyndns ecc ecc).

Non che la cosa non funzioni, il punto è che non puoi affidare il lavoro ad internet.

Finchè internet non diventerà un diritto e di conseguenza tutti avranno un collegamento stabile, GARANTITO, e veloce sarà un po' come combattere con i mulini a vento.


per il resto sto cercando di organizzare un po' i dati. Diciamo che funzionerebbe così:
- ho un server in ufficio e un server a casa, se voglio altri 10 in giro, il discorso non cambia, stanno tutti in vpn. In base all'importanza di essi si decide potenza e affidabilità richiesti.
- tutti i dati vengono esportati da webserver apache via webdav. Quindi ci posso accedere da browser, lo posso usare come filesystem o direttamente posso sfruttare le estensioni specifiche delle applicazioni che supportano il protocollo. Per autenticazioni e autorizzazioni ci pensa apache.
- tutti gli utenti stanno su database ldap (replicato tra i vari nodi), sia clienti che "lavoratori". Il grosso della complessità sta nel configurare questo database per poter espandere in futuro le funzionalità. Un qualsiasi errore si paga caro in futuro.
- piuttosto che fare un filesystem distribuito tra i server (improponibile usando la misera adsl) metto i dati che cambiano raramente (tipo archivi e dati di supporto, tipo regolamenti, ctrn, ecc ecc) in sola lettura - che sincronizzo manualmente o semi-automaticamente. I dati che vengono scritti normalmente invece stanno in un repository subvesion (replicato, ovviamente). Se adeguatamente configurato posso vedere salvataggio dietro salvataggio tutte le modifiche fatte (o estrarne solo le differenze). Se un nodo resta tagliato fuori da internet si arrangia lui a mandare le modifiche agli altri, ma in caso di isolamento prolungato posso anche fare il sync manualmente tramite una scrausissima chiavetta usb (che personalmente detesto).


poi una volta fatto quanto sopra si può fare un dominio samba: quando entro con un qualsiasi pc in un qualsiasi nodo della rete posso fare in modo che:
- le applicazioni non sono installate su pc, ma sui nodi (sul portatile creo un utente "rover" che usa i programmi installati sul portatile). Quindi se per caso si rompe un qualsiasi pc in 10 minuti sono 100% operativo.
- quando entro mi ritrovo tutti i programmi sogei RESETTATI, puliti puliti come appena installati. (IMHO molto importante)

volendo esagerare si può infilare dentro qualche database, con gis ecc ecc. Il meccanismo e i principi sono sempre gli stessi: se si rompe un pc si cambia e via. I server vengono replicati a chilometri di distanza e backuppati in automatico.

quasi dimenticavo:
tutto questo ambaradan per poter consentire in futuro a clientela e/o collaboratori di leggere/scrivere. Si riduce ad una questione di organizzazione dei files e dei relativi permessi. Cosa può difficile di quanto sembri perchè dipende tutto da ciò (bisogna evitare il più possibile i doppioni).


In definitiva, "Not to Cloud", meglio qualcosa di fatto in casa, di mia proprietà, che gestisco io dato che rispondo dei dati.


Buone feste e speriamo che l'anno nuovo porti qualcosa di simile a quanto sopra descritto!

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italiano
Mario Daverio

Iscritto il:
05 Marzo 2012

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+41° 53' 46

Inviato: 27 Febbraio 2014 alle ore 11:15

Messaggio oscurato dallo staff per uno o più dei seguenti motivi:
  1. Richiesto dall'autore
  2. Totalmente off-topic rispetto alla discussione
  3. Violazione dei Termini di utilizzo del servizio
  4. Richiesta delle Autorità competenti.
 
 

 

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