L'ISTAT sta organizzando il censimento generale della popolazione. Il Comune ha affisso un manifesto con il quale chiede ai Cittadini di collaborare all'aggiornamento della toponomastica e della numerazione civica: letto il bando e le sanzioni, un Cliente (autentico galantuomo) mi chiede consiglio in merito alla situazione che vi descrivo.
Nel 2008 appare allo spigolo del fabbricato in cui risiede una targa con l'indicazione "Via Y, 5" differente da quanto a lui noto (Via X, 2), senza che in quel punto vi sia un qualsivoglia tipo di portone. Preciso che il cantone è il limite sinistro del prospetto prospiciente uno slargo e che targhe simili erano state apposte in corrispondenza degli accessi che s'affacciano sul piazzale. I condomini continuano ad accedere dall'ingresso dello stabile, posto su altro prospetto e che dovrebbe essere ancora posto in "Via X, 2". Il Cliente precisa che ne lui ne gli altri componente del nucleo familiare hanno ricevuto un comunicazione dal Municipio e/o di altre Amministrazioni (motorizzazione, ecc.) Recatosi all'anagrafe, apprende di essere ancora residente in "Via X, 2" e che avrebbe dovuto essere lui a comunicare al Comune la variazione della toponomastica, provvedendo anche agli ulteriori adempimenti presso le altre Amministrazioni, fra cui il Catasto.
Il Comune riferisce che la variazione d'indirizzo sia dovuta e necessaria "per l'allineamento" visto che alcuni condomini vi hanno autonomamente provveduto!
Io non credo che le cose stiano in questo modo, che il mio Cliente sia ancora residente in "Via X, 2" visto che il portone sta ancora lì, che non si debba redigere alcuna variazione catastale e che il Comune avrebbe dovuto provvedere agli adempimenti presso le altre Amministrazioni.
Traggo questa conclusione da un breve ricerca in Internet, a cui continuo a preferire l'esperienza diretta: vi è capitato qualcosa di simile? Potete (e volete) darmi un consiglio? Grazie