a me sembra d'obbligo una piccola precisazione:
La circolare n. 5 del 1989 recita:
< "proporre ed utilizzare, in qualità di punti fiduciali, elementi stabilmente materializzati ed accessibili pur se non rappresentati in mappa (fabbricati non censiti o non denunciati, pali o tralicci di elettrodotti, manufatti su strade o in prossimità di corsi d'acqua).
In questo caso e' obbligatorio collegare i punti scelti agli eventuali punti fiduciali presenti facendo ricorso a misure sovrabbondanti ed a iperdeterminazioni.
La indicazione sul copione di visura di tali punti fiduciali sarà effettuata sulla base delle monografie proposte e riportate sul modello (allegato A) in fase di concordato.
I punti fiduciali concordati svolgono, nella mappa catastale, la loro funzione di reale maglia di appoggio e la loro scelta dovrà privilegiare particolari che abbiano una rappresentazione catastale (fabbricati, confini di possesso materializzati, ecc);
in mancanza di questi ultimi, la scelta potrà ricadere su particolari topografici che non sono rappresentati in mappa (manufatti, tralicci, pali luce, ecc.) oppure potranno essere costituiti da elementi di sufficiente stabilità apposti direttamente dall'utenza esterna quali ad esempio pilastrini, riferimenti lapidei, pali o picchetti in ferro affogati in c.a." >
Nel caso vengano utilizzati due pf ed un ausiliario, come indicato sull'esempio grafico della circolare 2, è necessario iperdeterminare i due pf qualora questi non siano stati utilizzati ( in precedenza) tra loro, avendo così la certezza di avere due punti certi al fine della ricostruzione dell'oggetto del rilievo, anche qualora il terzo punto (l'ausiliario), che spesso potrebbe non avere le stesse garanzie di stabilità e durata, possa venire a mancare.
E' evidente che qualora l'ausiliario non abbia i requisiti di un punto topocartografico, debba essere iperdeterminato anch'esso come avviene per i fiduciali, a cui esso si sostituisce, cioè battuto da due stazioni avendo l'accortezza di chiamarlo sempre con lo stesso numero, ciò per consentine una facile ed inequivocabile ricostruzione sul posto in caso di distruzione di uno dei due PF.
Nel libretto Pregeo, tale punto lo devi trattare come un normale punto generico, e nella descrizione scrivere solo "punto ausiliario".
Occorre presentarne una monografia o meglio una foto (solo cartacea e non su dischetto) e nello schema del rilievo deve essere collegato ai Pf con linea verde tratteggiata mentre alle stazioni che l'hanno letto con rossa tratteggiata.
E' importante nella relazione tecnica specificare i motivi per cui sei dovuto ricorre a tale procedura e una descrizione più dettagliata del punto ausiliario.
Naturalmente il PA, come un PF, deve avere riferimento altimetrico riportato sulla monografia che, presentata solo su supporto cartaceo, deve far parte della documentazione depositata con l'atto di aggiornamento, ai sensi della Disposizione Operativa di PREGEO del 03.12.2003.