"geocinel" ha scritto:
X Chiara
Chi l'aveva scritto?
Cosiderazioni generali:
La cosa che più mi fa inc.zz.r la sapete qual'è?
E' che noi dobbiamo usare un software senza sapere quello che fa, quali sono gli eventuali punti deboli da aggirare e quant'altro.
Perché non ce lo dicono?
Perché ci trattano come bovini che non devono sapere quello che fanno?
A ben pensare comunque ce lo meritiamo.
Perché una categoria che sceglie come suo unico rappresentante per la commissione ristretta Pregeo l'iscritto che ha il più grande conflitto di interessi (professione + software) se lo merita.
Saluti inc.zz.ti
Carlo Cinelli
Considero queste discussioni veramente appassionanti soprattutto quando c'è la possibilità di arrivare a delle conclusioni sulla base delle proprie esperienze lavorative e culturali.
Quanto riportato da Chiara è estremamente corretto tranne per il fatto che, a mio avviso, induce in errore il considerare lo sqm un valore espresso in metri poichè questo induce a fare delle considerazioni sbagliate.
Per quanto ne so, lo sqm è un valore puro che esprime in sè, al di là della denominazione statistica, l'espressione degli errori contenuti nel rilievo.
Parlando di statistica, quindi, non siamo in presenza di valori certi, ma di valori probabili.
Questi derivano dalla somma degli errori definiti accidentali e sistematici, o meglio dal peso che a ciascuna tipologia di errore viene attribuita.
Gli errori sistematici sono quelli dovuti alle imperfezioni strumentali (es. non perfetta verticalità tra l'asse verticale dello strumento e il suo piano orizzontale, oppure l'errore sistematico l'occhio umano commette nelle misure per allineamento o squadro ecc.), quelli accidentali sono dovuti alla casualità del momento per banali situazioni che involontariamente sfuggono al controllo dell'operatore (mettere fuori bolla lo strumento senza accorgersene ecc.)
Non bisogna dimenticare, poi, che grande rilievo occupa lo schema di rilievo utilizzato.
Capirete certamente che se istituisco, in un triangolo fiduciale, una stazione in prossimità di un lato del triangolo stesso, avrò probabilità maggiori di commettere errori nella lettura angolare dei PF estremi del lato stesso per dover leggere l'angolo orizzontale d'infilata che se la stessa stazione io la posizioni in prossimità del baricentro del triangolo fiduciale dalla quale leggerò tutti i PF con la stessa probabilità di errore. Se poi il triangolo risulta essere equilatero la probabilità di errore diminuisce ancora di più.
Questo per dire che il valore dello sqm è influenzato da molti fattori a cui viene attribuito un peso diverso.
E' evidente che se dall'elaborazione in blocco delle misure (il calcolo avviene in forma matriciale) il Pregeo determina una differenza di risultati su punti iperdeterminati, la posizione degli stessi viene determinata dalla media dei valori ottenuti dalle singole stazioni da cui il punto stesso è stato iperdeterminato senza che questo determini una compensazione sui punti che hanno concorso a determinare la posizione stessa. Gli sqm, invece, saranno elevati sul punto iperdeterminato e si propagheranno, con valori minori sui punti del rilievo coinvolti nella sua determinazione.
Mi spego con un esempio descrittivo.
Considerando una poligonale (a proposito avete notato che lo stesso rilievo fornisce sqm diversi se in uno stesso libretto inserisco una riga di tipo 3 ?) di 7 o 8 stazioni, rilevo un punto dalla stazione 200 e lo iperdetermino dalla successiva stazione 700. L'unica certezza che posso esprimere è data dalla non coincidenza di posizione del punto iperdeterminato. Il risultato dell'elaborazione, dovendo esprimere la posizione del punto lo fornirà come media delle due posizioni, ma lo sqm sarà relativamente elevato sulle stazioni dalle quali il punto è stato battuto e diminuirà sulle stazioni via via più lontane da esse.
E questo, senza nessua compensazione sui punti di stazione che lo hanno determinato.
Lo stesso sqm sarà diverso se le posizione delle stazioni cambia pur con lostesso errore sul punto iperdeterminato e cambierà ancora se lo schema per la lettura dei PF è costituito da una serie di stazioni collegate fra loro e con i PF tramite una struttura di triangoli, e cambierà
ulteriormente se nel libretto di rilievo si inserisce la riga 3.
Questo solo per dire che, nella realtà, occorre guardare allo sqm come una sorta di spia che deve fornirci l'indicazione o la sensazione di una eventuale presenza di errore.
Daltronde, con la versione 9 del Pregeo, è lo stesso programma che in fase di restituzione dei calcoli pone l'attenzione sui punti in cui sospetta esserci un errore. Sta a noi, poi, saperlo interpretare; e questo avviene, concordando con Chiara, sulla base dell'esperienza professionale.
L'assenza di documentazione specifica sulle varie problematiche del Pregeo è una realtà.
Le lacune si potrebbero colmare a livello di Collegio Provinciale anche se penso che chiacchierate come queste, senza nessuna presunzione di voler essere esaustivi, concorrano molto di più a colmarle.
Spero di non avervi annoiati, ma queste discussioni sono davvero appassionanti.
Alla prossima e buon lavoro.