... senza per questo pretendere di essere l'unico depositario della verità catastale.
La possibilità di frazionare al nct un ente urbano (questo è il caso in generale) è stata oggetto di una "lunga discussione" fra il sottoscritto e un certo catasto veneto (in cui si circola in gondola).
Lì sostenevano la tesi per cui un ente urbano si può frazionare solo con l'elaborato planimetrico (tralascio le motivazioni che adducevano).
Io ero dell'avviso che, se il proprietario voleva una perfetta corrisponenza fra nct e nceu e se il fabbricato era divisibile cielo-terra, si poteva e si doveva fare.
Quindi: fraz. nct, t.m. per variazione scoperti, nuove pratiche nceu.
Tutta la "discussione" si è tradotta in una interrogazione all'allora compartimento del triveneto. La risposta finale (vedi sezione quesiti del sito www.veneto.archiworld.it) ha dato ragione al sottoscritto.
Ciò però non esclude che, se voglio, io non possa procedere con la sola partica dell'urbano, intervenendo sull'elaborato planimetrico: dipende solo da cosa deve fare la committenza.
Se poi qualche "estemporaneo interpretatore delle normative" deduce che si deve fare solo così o solo cosà, bisognerebbe avere il coraggio e il tempo di "fargli capire con opportune maniere", magari con un corso di aggiornamento, la giusta interpretazione.
Finalmente qualcuno che la racconta giusta!!!! Anche a Forlì c'è stata una lunga discussione su questo argomento, perchè per un certo periodo non sono stati accettati frazionamenti di enti urbani. A questa discussione hanno partecipato anche i notai, sostenendo che i diritti nei due casi sono completamente diversi.
il frazionamento al C.T. implica una proprietà esclusiva dell'area, mentre quello al NCEU porta semplicemente ad un diritto d'uso esclusivo. In caso di ampliamento su detta area, quindi, l'immobile sarebbe nel primo caso di proprietà esclusiva ma nel secondo un BCC con diritti millesimali di tutte le ditte del mappale.