Per la cronaca.
Sono (solo) 27 anni che faccio rilievi, settembre 1981: primo lavoro di topografia; e da allora sono il pane quotidiano.

Maledizione, come passa in fretta il tempo... :wink:

Se si viene incaricati di fare un frazionamento parallelo a distanza specifica ad una linea di confine esistente, mi sembra ovvio che prima deve essere ripristinato il confine suddetto.
Cosa diversa è se la committenza chiede soltanto di inserire una nuova linea dividente a prescindere dalla particella.
Effettuare una proposta di aggiornamento pone delle responsabilità che alcuni ancora non hanno compreso.

Secondo me è la stessa responsabilità che avevamo prima di pregeo 8, quando dovevamo riportare in rosso, sul mod. 51 lucido, le nuove geometrie. Ne più, ne meno.

La maggiore responsabilità la ha il Catasto che ci obbliga a lavorare con delle mappe cartografiche che di reale hanno ormai soltanto il numero del foglio (ed a volte neanche quello!), e poi pretende di farci fare una proposta di aggiornamento della mappa con un programma che la pensa a modo suo.

Questo non significa che siamo nel diritto di fare qualsiasi cavolata nella proposta di aggiornamento, è normale che deve essere attentamente valutata con l'individuazione dei punti vertice maggiormente corrispondenti.

Ma se su 8 pv che ho rilevato nell'ultimo mio rilievo ho scarti variabili da 0,90 mt a 2,80 mt che diamine posso farci?

Se oriento su tutti e 8 punti vertice la dividente che ha una spezzata a squadro si deforma con un angolo non più ortogonale.

Se oriento sui 3 pv che mi danno minore scarti almeno 3 vertici altri risultano sfalsati di 4-5 metri.

Se oriento sui 3 pv più lontani escludendo quello che dà maggiori scarti arrivo ad una situazione mediamente compensata (così, ad occchio!), con scarti di circa 1,5-2,5 mt.

E' umiliante e moritifcante fare una proposta di aggiornamento in queste condizioni.

Saluti!

gAR

P.S. - Mio figlio di 5 anni vedendomi mi ha detto (testuali parole): "Papà ma non ti vergogni a giocare sempre con quel video-games"