Salve a tutti.
Un quesito veloce.
Sono stato incaricato come CTU della verifica di un confine tra due proprietari in lite legale, evidentemente.
L’attore della vertenza ha fatto fare una verifica preliminare ad un tecnico dotato di strumentazione GPS, asserendo poi all’esito dello stesso che il vicino gli avrebbe usurpato, su un fronte di 150 mt., 6 ml. di terreno quindi circa 1000 mq.
Tralasciando altre considerazioni, sull’usucapione e quant’altro, preciso che il terreno in questione è edificabile e quindi da qui oltre alla questione di principio ne è scaturita una questione di sostanza economica.
Ora, il convenuto, avendo rifiutato di accettare quanto contestatogli tra l’altro sostiene che il rilievo col GPS non è attendibile (evidentemente questo sostiene il suo tecnico) rispetto alle mappe catastali che si appoggiano a coordinate di natura diversa e che quindi il confine resta dov’è!
(così brutalmente per sintetizzare)
In mezzo a questo punto ci sto io, incaricato da giudice di verificare “l’esatta posizione del confine”.
Il mio primo dubbio è quale attendibilità attribuire al rilevo GPS di cui si dispone. La trasformazione delle coordinate di quel rilievo in coordinate catastali sono una cosa che posso chiedere a chi ha redatto il rilievo satellitare?
Insomma, per farla ulteriormente breve, come mi dovrei comportare?
Preciso che agli atti non c’è solo una relazione descrittiva ma senza i calcoli. Calcoli che poi non potrei comunque decifrare (quelli del GPS).
Grazie a chi mi aiuterà.
Sabato ho la prima convocazione di ricognizione.
Grazie a chi mi darà uno spunto operativo, con la comprensione verso uno che di GPS non sa nulla.