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Autore PF Altimetrico Sottogronda

roby77

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 16:55

Ciao..Devo rilevare un P.F. che è rappresentato dallo spigolo di un fabbricato, per rilevarlo col GPS faccio i triangoli per calcolare lo spigolo, il problema è che il Riferimento Altimetrico è "Sottogronda"...come mi devo comportare per la Quota del sottogronda??
Grazie!!

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Autore Risposta

vordcienpion

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 17:17

Misuri, tramite misuratore laser, il dislivello che corre tra i punti di stazione, e quello che devi rilevare. Quando fai la triangolazione con il gps, lo imposti. Penso che cosi riesci a risolvere la situazione.
Saluti

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pzero

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 17:22

Bisognerebbe innanzi tutto prendere chi ha istituito (e chi accettato) un riferimento altimetrico sottogronda e...., ma questo è un altro discorso!

Per quanto riguarda come fare, invece, è sufficiente misurare l'altezza da sottogronda a terra (che doveva almeno essere inserita nella monografia) ed inserirla con segno negativo nel campo altezza della riga 2 gps pregeo.
Questo, naturalmente, se inserisci in pregeo la baselines calcolata e nel calcolo era stata considerata l'altezza della palina riportando la quota a terra.
Altro metodo, da usare direttamente in campagna, è quello di inserire come dislivello positivo tra il punto di appoggio ed il fiduciale, l'altezza sottogronda.

Se invece crei le relative righe 4 e 5 altimetriche userai l'altezza sottogronda come dislivello tra l'appoggio ed il fiduciale.

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roby77

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 17:35

Grazie!!
lo volevo fare direttamente in campagna utilizzando il palmare....immagino sulla schermata dove devo indicare i triangoli...ma il segno + oppure -??
Ovviamente sulla monografia non ci sono riferimenti alle altezze del fabbricato....

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pzero

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 17:41

Se lo fai in campagna, naturalmente metti positivo perchè il punto è più alto di quello da cui prendi la misura, se lo fai dentro pregeo devi metterlo negativo perchè, essendo il punto misurato a terra, è come se tu lo avessi misurato con il prisma "interrato" rispetto al punto.

ps..io rifarei la monografia integrandola con l'altezza sottogronda..

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VisualTAF

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Verbania Piemonte Italia

 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 17:48

Prova a leggere questo, magari può tornarti utile:

a pagina 9
www.geometri.verbania.it/public/allegati...

ovviamente se puoi usare la stazione totale, altrimenti usa un misuratore laser.
Ciao,
Beppe

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roby77

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14 Dicembre 2007

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 18:11

Grazie a tutti!!!

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fabio2586

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 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 19:52

"pzero" ha scritto:
Bisognerebbe innanzi tutto prendere chi ha istituito (e chi accettato) un riferimento altimetrico sottogronda e...., ma questo è un altro discorso!



Spesso, su fabbricati vecchi e isolati, il sottogronda è l'unico piano orizzontale ben definito.
Può darsi che sia stato il caso di quel pf, e che, chi lo ha istituito abbia fatto la cosa giusta, anche per dare un po' di senso alla parte altimetrica del rilievo catastale.
Poi, se si hanno problemi a riportare le misure dei dislivelli ad un sottogronda, questo sì è un altro discorso...

--Ciao

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Geometro
Kahless

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Qo'noS

 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 20:57

"fabio2586" ha scritto:

Spesso, su fabbricati vecchi e isolati, il sottogronda è l'unico piano orizzontale ben definito.
Può darsi che sia stato il caso di quel pf, e che, chi lo ha istituito abbia fatto la cosa giusta, anche per dare un po' di senso alla parte altimetrica del rilievo catastale.
Poi, se si hanno problemi a riportare le misure dei dislivelli ad un sottogronda, questo sì è un altro discorso...
--Ciao



Quoto.
Anche secondo me ha più senso un sottogronda che un riferimento altimetrico "al suolo".
Se per esempio alla base dello spigolo non c'é pavimentazione ma terra, come faccio a sapere se magari ne hanno asportata o aggiunta un po'?
O se hanno pavimentato?
Così invece, Se non si arriva al riferimento altimetrico, basta dare una misurata col Laser o usare l'artificio citato da VisualTAF per risolvere il problema...

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dioptra

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Piove di Sacco(PD) dioptra@dioptra.it (Autore OK_Pregeo)

 0 -  0 - Inviato: 18 Giugno 2008 alle ore 23:41

Salve
Quoto Pzero quando afferma che il riferimento altimetrico sottogronda è una cazzata, io aggiungo "SEMPRE".
Il senso delle quote nelle mappe catastali deriva dalla volontà di creare un collegamento tra terreno e altri particolari: provate ad immaginare la mappa dei terreni, altimetrica, con sovrapposti i "volumi" dei fabbricati desunti dal catasto fabbricati.
Non pensate che l'Agenzia non ci stia pensando, esistono anche delle simulazioni che non sono niente male.
Detto questo, che senso ha generare un DTM, modello digitale del terreno, utilizzando punti quotati a terra e punti "sottogronda" oppure punti su cella campanaria o simili?
Nessuno, anzi sono punti INUTILIZZABILI.

Altra precisazione.
La quota media in pregeo, riga 9, va data con l'approssimazione del metro, senza decimali, e con un errore ammissibile di 50 metri.
Questo sta scritto nelle circolari.
Che senso ha allora spaccarsi le scatole a impostare il riferimento altimetrico al sottogronda?
Ma mettilo alla base dello spigolo che tanto centimetro più o centimetro meno NON fa differenza!!! In più problematiche di altimetria non sono motivo di sospensione.

Per concludere.
I trigonometrici dell' I.G.M. sono tutti monografati e sulle monografie compare l'indicazione della verticale del punto e del Piano di Paragone.(PP).
Questa indicazione è SEMPRE accompagnata dalla misura dal punto a terra al Piano di paragone che non è il riferimento altimetrico, che sta a terra, ben materializzato da centrino, ma l'asse orizzontale da collimare utilizzando la livellazione trigonometrica simultanea o da un estremo.
Nel senso che si misura come con l'asta e il prisma.
Si collima al centro del prisma, piano di paragone, e la quota viene calcolata sul punto a terra, utilizzando nella formula l'altezza del prisma, cioè l'altezza del sottogronda o della cella campanaria.
L'altimetria catastale va vista nella stessa ottica: collimo al sottogronda ma, disponendo dell'altezza prisma, alias altezza del sottogronda, la quota viene calcolata riferita SEMPRE a terra.

O almeno dovrebbe essere così.

cordialmente
Geom. Udino Ranzato

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uli

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 0 -  0 - Inviato: 19 Giugno 2008 alle ore 08:13

Il riferimento altimetrico sottogronda è molto comodo per chi lavora con strumenti dotati di distanziometro laser. praticamente puoi rilevare il PF dal punto di stazione senza mandare il canneggiatore sul punto. Non direi a priori che il R.A. sottogronda è una cazzata bisogna vedere il singolo caso, ad esempio se i fabbricato si trova all'intrno di una recinzione può essere rilevato sia planimetricamente che altimetricamente da fuori.
Inoltre in merito alla realizzazione dei dtm preferisco chi pensa ad agevolare il lavoro dei colleghi piuttosto che quello AdT che vorrebbe creare una mappa altimetrica col nostro lavoro. Srebbe bene comunque che chi istituisce rif. alt. sottogronda riporti anche l'altezza da terra, in modo da avere anche una vera e propria quota al suolo. In questo modo saranno contnti chi usa il gps, chi il distanziometro laser.... e il catasto.

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rubino
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 0 -  0 - Inviato: 19 Giugno 2008 alle ore 09:15

"dioptra" ha scritto:
Salve
Quoto Pzero quando afferma che il riferimento altimetrico sottogronda è una cazzata, io aggiungo "SEMPRE".
Il senso delle quote nelle mappe catastali deriva dalla volontà di creare un collegamento tra terreno e altri particolari: provate ad immaginare la mappa dei terreni, altimetrica, con sovrapposti i "volumi" dei fabbricati desunti dal catasto fabbricati.
Non pensate che l'Agenzia non ci stia pensando, esistono anche delle simulazioni che non sono niente male.
Detto questo, che senso ha generare un DTM, modello digitale del terreno, utilizzando punti quotati a terra e punti "sottogronda" oppure punti su cella campanaria o simili?
Nessuno, anzi sono punti INUTILIZZABILI.

Altra precisazione.
La quota media in pregeo, riga 9, va data con l'approssimazione del metro, senza decimali, e con un errore ammissibile di 50 metri.
Questo sta scritto nelle circolari.
Che senso ha allora spaccarsi le scatole a impostare il riferimento altimetrico al sottogronda?
Ma mettilo alla base dello spigolo che tanto centimetro più o centimetro meno NON fa differenza!!! In più problematiche di altimetria non sono motivo di sospensione.

Per concludere.
I trigonometrici dell' I.G.M. sono tutti monografati e sulle monografie compare l'indicazione della verticale del punto e del Piano di Paragone.(PP).
Questa indicazione è SEMPRE accompagnata dalla misura dal punto a terra al Piano di paragone che non è il riferimento altimetrico, che sta a terra, ben materializzato da centrino, ma l'asse orizzontale da collimare utilizzando la livellazione trigonometrica simultanea o da un estremo.
Nel senso che si misura come con l'asta e il prisma.
Si collima al centro del prisma, piano di paragone, e la quota viene calcolata sul punto a terra, utilizzando nella formula l'altezza del prisma, cioè l'altezza del sottogronda o della cella campanaria.
L'altimetria catastale va vista nella stessa ottica: collimo al sottogronda ma, disponendo dell'altezza prisma, alias altezza del sottogronda, la quota viene calcolata riferita SEMPRE a terra.

O almeno dovrebbe essere così.

cordialmente
Geom. Udino Ranzato



Concordo in tutto col Geom. Ranzato, amo quest'uomo!
Il senso delle quote sulle mappe catastali è l'ennesima presa in giro: dovendosi attenere a disposizioni di legge per cui "... le mappe catastali possono essere ANCHE altimetriche ... " qualche buontempone a Largo Leopardi decise di introdurre l'obbligo dell'informazione altimetrica nei libretti PreGeo.
Ma a chi vogliono prendere in giro? Ma come si possono fare mappe altimetriche con i PF a 250 m e con la possibilità di dare i numeri con l'attendibilità di +o- 50m? Ricordo le immani baggianate che giravano all'epoca negli uffici: "ci dovete dare le quote sui PF!" "vi daremo le curve si livello sulle mappe", ma non scherziamo, l'altimetria è una cosa seria, non si va dicendo in lungo e largo "mettete il riferimento altimetrico sotto la gronda o in cima al campanile così non cambia". Ma se il PIANO DI PARAGONE - perchè così si chiama - è il suolo in corrispondenza di uno spigolo di fabbricato, nè, di grazia, ma mi dite quale immane cataclisma possa variarne il riferimento di + o - 50 m.?

Se poi dobbiamo lanciare il messaggio che ci vogliono strumenti adatti - magari senza prisma - e che questi aggeggi qualcuno li vende e che certe cose è meglio farle intuire - magari dalle compagnie di giro in turnee a scopo di formazione - piuttosto che dirle chiaramente ... ma questa è un'altra storia!

Grazie ancora al Geom. Ranzato, conservi la passione che lo muove e buon lavoro a tutti.

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rubino
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 0 -  0 - Inviato: 19 Giugno 2008 alle ore 13:30

"odeallavita" ha scritto:
Salve

Rubino: trattieniti, si potrebbe fraintendere.

Vorrei contestare l'affermazione sull'utilità di avere il Riferimento Altimetrico nel sottogronda.
Il riferimento altmetrico sta a terra, alla base dello spigolo o di qualsiasi manufatto. La quota va riferita a terra.
Il punto dove si collima può stare anche nel sottogronda o in cima al campanile, anzi si può benissimo collimare il sottogronda, basta avere a disposizione l'altezza del sottogronda dal riferimento altimetrico a terra.
Normalmente i piani di una casa hanno l'altezza che varia intorno ai 3 metri.
Si confonde il punto di battuta, altrimenti detto Piano di Paragone, con il riferimento altimetrico.
Sono 2 cose nettamente diverse.
Inoltre con un metro laser si può misurare quasi sempre l'altezza della gronda o del punto battuto.
Penso che una minima ispezione al PF battuto si debba fare sempre, almeno una volta, e in quella occasione si misurerà l'altezza del manufatto.
Se si ha l'occasione si predisporrà l'aggiornamento della monografia con questo importante dato.
Nel libretto delle misure si inserirà l'altezza priama coincidente all'altezza del punto di battuta.
I sistemi per migliorarsi la vita ci sono ma è anche importante la qualità di ciò che si fa, ci verrà utile in un secondo momento.

cordialmente



Saggio intervento, ma dimmi: se per avere una monografia standard con fotografia ci hanno dovuto obbligare, cosa ci vorrà per far inserire il dato che tu, giustamente, definisci importante?
Cerchiamo di essere pragmatici, non faccio di tutt'erba un fascio tuttavia non m'illudo che da domani le monografie saranno fatte seriamente - lo sappiamo tutti che fra noi ci sono grandissime teste di c., incapaci di segnalare quale palo ENEL è PF, costringendo il Collega successivo al piano quotato per venirne a capo - per cui tanto vale riferire il dato altimetrico a terra.

P.S.: mi tratterrò, prometto ... anche se, con i tempi che corrono, meglio preparsi a nuovi lavori (esentasse).

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pzero

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 0 -  0 - Inviato: 19 Giugno 2008 alle ore 19:08

"fabio2586" ha scritto:
"pzero" ha scritto:
Bisognerebbe innanzi tutto prendere chi ha istituito (e chi accettato) un riferimento altimetrico sottogronda e...., ma questo è un altro discorso!



Spesso, su fabbricati vecchi e isolati, il sottogronda è l'unico piano orizzontale ben definito.
Può darsi che sia stato il caso di quel pf, e che, chi lo ha istituito abbia fatto la cosa giusta, anche per dare un po' di senso alla parte altimetrica del rilievo catastale.
Poi, se si hanno problemi a riportare le misure dei dislivelli ad un sottogronda, questo sì è un altro discorso...

--Ciao


Puoi dire quello che vuoi, ma da un punto di vista altimetrico un riferimento altimetrico sotto gronda è una severa bestemmia! Se hai mai fatto un piano quotato sai cosa voglio dire.
Anche se a terra c'è solo terra, non ci vuole niente ad inserire una misura da sottogronda (o da qualsiasi punto stabile) e riportarlo ad un piano stabile. I riferimenti altimetrici al piano di paragone dei trigonometrici citati da dioptra servivano proprio a questo. Se si parla di altimetria, il piano di riferimento è sempre la terra.
Operando in questo modo, chi arriva dopo sarà in grado di ricostruirsi il riferimento altimetrico correttamente, indipendentemente da cosa è successo.
Se invece uno ha battuto un sottogronda senza riportare in monografia la misura da sottogronda a terra, non ha fatto un buon servizio. Se a terra cambia qualcosa (visto che non è stabile), il tecnico che arriva dopo non è in grado di accorgersene, e, a meno che non misuri nuovamente con un senza prisma, sbaglia la misura.
Un punto fiduciale deve essere utilizzabile da tutti e con tutti gli strumenti.
Diciamo invece la verità. Chi lo istituisce sottogronda lo fa perchè misura con un senza prisma e gli fa fatica andare sul fiduciale, per quello non prende nemmeno la misura sottogronda. (anche se sarebbe sempre meglio andare nelle vicinanze del fiduciale per accertarsi se è cambiato qualcosa).
Nemmeno se un fiduciale è inaccessibile, andrebbe messo sottogronda, ma, andrebbe spostato (la circolare lo consente, proprio in occasione dell'istituzione del riferimento altimetrico).
guardate ad esempio questi fiduciali : PF11/0190/B507 e PF04/0190/B507 (provincia Firenze, Campi Bisenzio). Che senso hanno? Nessuno, ma almeno sono ricostruibili (sarebbe stato meglio istituirli a terra ed inserire l'altezza dal riferimento, anche se in questi casi c'è l'asfalto, quindi non si capisce proprio il senso)
Guardate poi questo : PF01/0310/L067 (Firenze, Tavarnelle).
Non solo sono costretto ad entrare in casa, ma anche ad attraversarla tutta con gli stivali fangosi ed andare in terrazza!
Una volta istituito, ci voleva molto ad inserire la misura dal riferimento a terra e riportarlo a terra?
Io personalmente non ho problemi, nella macchina ho tutta la strumentazione per tutte le occasioni, ma dobbiamo pensare anche agli altri e, soprattutto, ragionare in termini topografici e non di convenienza del momento.
Tempo fa, per fare uno scherzo, volevamo istituire un fiduciale in piazzale Michelangelo con riferimento altimetrico alle P...E del David di Michelangelo, prima o poi lo faccio.

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pzero

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 0 -  0 - Inviato: 19 Giugno 2008 alle ore 20:21

"rubino" ha scritto:

Ma a chi vogliono prendere in giro? Ma come si possono fare mappe altimetriche con i PF a 250 m e con la possibilità di dare i numeri con l'attendibilità di +o- 50m? Ricordo le immani baggianate che giravano all'epoca negli uffici: "ci dovete dare le quote sui PF!" "vi daremo le curve si livello sulle mappe", ma non scherziamo, l'altimetria è una cosa seria, non si va dicendo in lungo e largo "mettete il riferimento altimetrico sotto la gronda o in cima al campanile così non cambia". Ma se il PIANO DI PARAGONE - perchè così si chiama - è il suolo in corrispondenza di uno spigolo di fabbricato, nè, di grazia, ma mi dite quale immane cataclisma possa variarne il riferimento di + o - 50 m.?



Concordo in parte ma ricordo che la "quota media del rilievo", cioè la quota più o meno 50 metri che va messa in riga zero serve solo per la riduzione delle distanze, mentre le quote vengono calcolate indipendentemente da quel valore se pregeo trova nel libretto pf con riferimento altimetrico.
In sostanza pregeo calcola i dislivelli ( e solo quelli contano, non le quote) e dopo, calcola le quote aggiungendo i dislivelli alle quote dei pf altimetrici che trova nel libretto.

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