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salviotto
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è uno specchietto per le allodole! la VRS tradotto alla lettera Virtuale Reference Station non è altro che una stazione virtuale, ovvero un punto virtuale messo più vicino alla zona di rilievo. Di fatto il vettore che determina le coordinate del punto è generato fra la base più vicina e la tua rover, comunque c'era una discussione molto dettagliata prova a cercarla, inoltre in giro sul web la leica aveva messo un pdf che spiegava molto bene le differenze di tutti gli algoritmi di correzione differenziale. scrivi in google: VRS-MAX-FKP
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geocinel
Carlo Cinelli
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Salviotto La correzione d'area non è uno specchietto per le allodole. Mi meraviglio che due esperti come voi abbiano dei dubbi su questo. Correzione d'area vuol dire anche creazione di un modello di geoide che riesce a limitare le criticità del rilievo nearest. Cordialmente Carlo Cinelli
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uli
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Quindi mi confermi che tutti gli errori dovuti alla lunghezza del vettore vengono ridotti ? Se debbo rilevare una serie di punti sparsi per una lunghezza di 7/8 Km avrei sempre e comunque una base a 4.5 km, quindi deduco che la base "si sposti" e quindi otterrei delle precisioni maggiori proprio grazie alla creazione del modello di geoide ?
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geocinel
Carlo Cinelli
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO (GURU)
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"uli" ha scritto: Quindi mi confermi che tutti gli errori dovuti alla lunghezza del vettore vengono ridotti ? Se debbo rilevare una serie di punti sparsi per una lunghezza di 7/8 Km avrei sempre e comunque una base a 4.5 km, quindi deduco che la base "si sposti" e quindi otterrei delle precisioni maggiori proprio grazie alla creazione del modello di geoide ? Si, in risposta alle tue domande. Se devi rilevare punti sparsi in una lunghezza di 7/8 Km dovresti comunque, per tua maggiore garanzia, rilevare qualche caposaldo IGM per poter affinare le risulatnze del tuo rilievo. Cordialmente Carlo Cinelli
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nik
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PU
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quà potete trovare il documento della leica che spiega le principali differenze tra le metodologie di generazione di correzioni di rete smartnet.leica-geosystems.it/SpiderWeb/D... se ci si collega direttamente a una stazione permanente (modalità NEAREST), senza correzione d'area, più la baseline è lunga più si allungano i tempi di fissaggio e più diminuisce l'accuratezza della misura..... se in rtk abbiamo un'accuratezza di 10mm + 1ppm a 15 km di distanza avremmo 10mm+15mm=25mm =2.5cm siccome di solito l'errore in altimetria è doppio rispetto a quello in planimetria abbiamo i 5cm citati da uli personalmente uso correzione d'area MAX come consigliato da leica e anche a 15km dalla base di riferimento ho riscontrato precisioni inferiore al cm su misure confrontate con la stazione totale. per la postelaborazione più la baseline è corta meglio si riesce a fissare l'ambiguità quindi in certi casi usare la vrs potrebbe fare la differenza a patto che i dati registrati siano buoni e il tempo sufficiente.
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numero
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prato
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Buona guida, anch'io l'ho letta qualche tempo fa "nik" ha scritto:
se ci si collega direttamente a una stazione permanente (modalità NEAREST), senza correzione d'area, più la baseline è lunga più si allungano i tempi di fissaggio e più diminuisce l'accuratezza della misura..... se in rtk abbiamo un'accuratezza di 10mm + 1ppm a 15 km di distanza avremmo 10mm+15mm=25mm =2.5cm siccome di solito l'errore in altimetria è doppio rispetto a quello in planimetria abbiamo i 5cm citati da uli Basta ricordarsi che con le correzioni di rete l'errore in ppm in funzione della distanza si riduce o addirittura si annulla. "nik" ha scritto:
personalmente uso correzione d'area MAX come consigliato da leica e anche a 15km dalla base di riferimento ho riscontrato precisioni inferiore al cm su misure confrontate con la stazione totale. evito sempre di inserire questo tipo di risultanze perchè troppo influenzate da molti fattori (geometria e numero dei satelliti, ecc.) e spesso non ripetibili in tempi diversi "nik" ha scritto:
per la postelaborazione più la baseline è corta meglio si riesce a fissare l'ambiguità quindi in certi casi usare la vrs potrebbe fare la differenza a patto che i dati registrati siano buoni e il tempo sufficiente. Esistono varie modalità di calcolo di baseline in postprocessing (ionofree fixed, wide lane fixed, ionofree float, ecc.), quindi non è detto che la regola sia sempre valida. Geometria e numero dei satelliti prevalgono comunque su queste considerazioni. Per quanto riguarda la vrs io eviteri di usarla, perchè si tratta pur sempre di un punto creato per interpolazione. Io preferisco scaricare i rinex riferiti a stazioni fisiche, magari da più di una per avere ridondanza di misure nel successivo calcolo. saluti
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salviotto
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mi piacerebbe approfondire, forse non mi sono spiegato o forse c'è qualcosa che ho travisato. La VRS che crea l'algoritmo, di fatto non acquisisce osservazioni satellitari dirette che poi "unite" alle osservazioni dirette della rover vanno a formare il vettore di quel punto, giusto? il vettore è comunque sempre determinato dalla nearest al rover, poi per interpolazione l'algoritmo crea il vettore dalla rover alla VRS, in quel senso secondo me è uno specchio per le allodole, nel senso che si la baseline è più corta ma è artificiosa. Che poi la correzione d'area sia più vantaggiosa del nearst lo davo per scontato, ovviamente è una compensazione di rete dove si conosce l'ondulazione geoidica delle cors Quindi vi prego visto anche che la discussione è interessante, vogliate togliermi questo dubbio; in che modo il metodo VRS dovrebbe apportare vantaggi rispetto a un algoritmo i-max? l'ho visto dopo ..... concordo e quoto l'intervento di numero
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uli
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"geocinel" ha scritto: "uli" ha scritto: Quindi mi confermi che tutti gli errori dovuti alla lunghezza del vettore vengono ridotti ? Se debbo rilevare una serie di punti sparsi per una lunghezza di 7/8 Km avrei sempre e comunque una base a 4.5 km, quindi deduco che la base "si sposti" e quindi otterrei delle precisioni maggiori proprio grazie alla creazione del modello di geoide ? Si, in risposta alle tue domande. Se devi rilevare punti sparsi in una lunghezza di 7/8 Km dovresti comunque, per tua maggiore garanzia, rilevare qualche caposaldo IGM per poter affinare le risulatnze del tuo rilievo. Cordialmente Carlo Cinelli Dalla Tua esperienza o da quella di chi sta seguendo questo topic sapreste dirmi, per il rilievo in oggetto, che differenze di risultati possono esserci tra un rilievo con appoggio ai caposaldi IGM, e lo stesso rilievo con semplice proiezione locale e correzione delle quote ellissoidiche utilizzando il modello del geoide EGM2008 ? Il tutto utilizzando sempre strumentazione solo rover con correzione VRS ?
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salviotto
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come fai a usare il modello geoide egm2008?
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uli
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"salviotto" ha scritto: come fai a usare il modello geoide egm2008? Il software di topografia che utilizzo (thopos) permette, tra gli altri, di utilizzare il modello di geoide EGM 96/08. Si sa che essendo un modello globale di ondulazione non da risultati precisi ma può tornare utile quando la precisione altimetrica non è fondamentale.
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uli
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mi dispiace che questo topic non ha avuto seguito. Però ormai sono troppo curioso di sapere quindi prego gli esperti del gps di farsi sentire. In buona sostanza si può affermare che : usando la corezione vrs, avendo smpre una base a 4.5 km viene ridotto drasticamente e definitivamente il problema della lunghezza del vettrore che implica un aumento delle imprecisioni ? e ancora, si puà affermare che anche in caso di rilievi estesi (8,9...10 km) grazie anche al modello di geoide generato dalla vrs, anche i punti più distanti hanno sempre la stessa precisione (1,5 - 2 cm) quindi si può escludere l'apoggio a vertici IGM (a meno di effettuare rilievi di precisione o per controllo, (per precisione intendo superiore a quella generata dalla vrs)) ?
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Emanuele
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Semplificando il discorso, il concetto della rete si basa sulla creazione di un modello a partire dai dati delle singole cors (modello esteso anche all'esterno della rete stessa); il centro di controllo elabora pertanto correzioni "intermedie" tra le stazioni. Quando il rover invia la propria posizione approssimata (NMEA) il software centrale calcola il modello dei bias in un punto che formalizza la stazione virtuale e "l'inizio" del vettore. Siccome gli errori di modello sono funzione della distanza è palese che quanto questa è minore risultani minori anch'essi. Non è poi da sottovalutare la latenza del segnale (anch'essa funzione della distanza) per la quale il rover si trova ad usare correzioni "vecchie" se emanate da una stazione lontana. Non per ultima è fondamentale la visibilità dei satelliti: essendo le correzioni calcolate solo per i satelliti visibili dal rover è possibile che questi non siano gli stessi visti dalla cors. Con la rete il problema è eliminato perchè la vrs e il rover utilizzano sempre gli stessi satelliti (a meno di ostruzioni che sporcano il segnale). Pur aumentando la "facilità" di rilevamento esistono comunque fattori ambientali che possono degradare il segnale e quindi inficiare sul risultato finale. Per quanto inerente l'esecuzione di rilievi con estensione superiore alla solita distanza rover-vrs, il comportamento della vrs è definito dal metodo di trasmissione; il centro di controllo può "seguire" il rover e ricalcolare la vrs oppure mantenerla fissa sino alla successiva inizializzazione del calcolo. Per alcuni anni ho eseguito rilevamenti utilizzando le sole correzioni della mia cors e il degradamento del dato si sentiva. Il collegamento a singola stazione è ancora leggermente diverso dalle soluzioni nearest poichè, per quest'ultime, il calcolo avviene da un server centrale elaborando i dati di tutte le cors in rete per cui si riesce a diminuire parzialmente l'effetto distanza. Sulla questione dei virtual rinex il concetto è anologo. Il rinex è calcolato interpolando le osservazioni delle cors in un punto intermedio pertanto la risoluzione del sistema avviene con un minor numero di epoche. Da prove che ho svolto non ho rilevato degradazione del dato mentre il fissaggio dell'ambiguità (a parità di sqm) avveniva con meno epoche. L'uso di vertici IGM è indipendente dall'uso o meno di una rete. Il rilievo è inquadrato nel SR della rete e, con i grigliati le coordinate sono convertite nel corrispondente modello di geoide. Rilevando un adeguato numero di vertici IGM con doppie coordinate non si fa altro che creare un modello locale di geoide. La precisione (o meglio accuratezza) dell'intero rilievo è quindi dipendente: - dall'accuratezza della misura - dall'accuratezza di "generazione" delle coordinate geoidiche - dalla distribuzione, pesi, ecc degli IGM - dalla posizione del rilevamento all'interno della maglia degli IGM l'utilizzo degli IGM serve "solo" per il passaggio tra SR ma non aumenta l'accuratezza del rilevameno; paradossalmente la diminuisce! Non mi è chiara l'affermazione "modello di geoide generato dalla vrs"
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uli
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Quindi per rilievi estesi se non ho la nessità di effetturare il passaggio di sistema di riferimento, posso proiettare il mio rilievo su un piano assumendo come origine un punto centrale del rilievo ? Il modello di geoide generato dalle stazioni l'ho ripreso da qui. Però mi accorgo adesso che Geocinel si riferiva al metodo della correzione di area e non a VRS (anche se era in risposta a un quesito sulla VRS). "geocinel" ha scritto: Salviotto La correzione d'area non è uno specchietto per le allodole. Mi meraviglio che due esperti come voi abbiano dei dubbi su questo. Correzione d'area vuol dire anche creazione di un modello di geoide che riesce a limitare le criticità del rilievo nearest. Cordialmente Carlo Cinelli
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salviotto
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Emanuele vista la tua eccellente preparazione sull'argomento, ne approfitto: non mi è chiaro il principio con il quale il metodo di calcolo vrs possa apportare benefici? la vrs è una stazione più vicina ok! ma è pur sempre virtuale no? il vettore rover-vrs è artificioso, e deriva dalla triangolazione cors-vrs-rover, mi sbaglio?
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