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Bergamo catasto ad ostacoli |

irlanda
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28 Maggio 2005
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:oops: spiegatemi come mai a Bergamo è difficilissimo presentare una pratica senza che questa venga sospesa almeno una volta.....motivi assurdi, provate per credere..io ho rinunciato da tempo non presento piu' pratiche le faccio presentare ad altri per non mangiarmi il fegato.....spiegatemi come mai non esiste una normativa unica per la presentazione delle pratiche visto che varia da citta' a citta'... per il momento a Bergamo un doc.fa passa dopo 2 o 3 tentativi..
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Risposta |

zenith
Iscritto il:
27 Agosto 2006
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Padova
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...dipende da che tipo di errori fate quando presentate le pratiche in catasto...no :?:
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irlanda
Iscritto il:
28 Maggio 2005
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13
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non essere ridicolo prova chiedere ai colleghi ....e vedrai cosa ti rispondono i tecnici non possono interpretare a loro modo la normativa... :evil:
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Eliomas
Iscritto il:
21 Dicembre 2005
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"irlanda" ha scritto:
per il momento a Bergamo un doc.fa passa dopo 2 o 3 tentativi.. Consòlati, non è solo a Bergamo che succede questo. Ogni Docfa è come un esame, anzi peggio: ci si siede a tavolino per 40-45 minuti e si viene esaminati da un impiegato ignorante (mi pemetto di usare questa parola, non a titolo gratuito, ma perchè riscontro che non conosce normative e circolari, e così io armato di stampe cerco di fargliele capire). In tutto questo tempo si dibatte e cerco di spiegare com'è la pratica: ogni volta che c'è qualche particolarità, qualcosa che esce fuori "dall'ordinario" assisto a panico e confusione, cerco di spiegare le circolari e va ancora più in crisi (dovrebbero pagare me, che spiego quello che non sanno). Così mi manda a parlare con un dirigente: qualche mezz'ora di fila, rispiegare tutto quanto, trovare i riscontri, e..... risposta: si va bene fatto così. Purtroppo sono arrivate le 12,25 e ahimè hanno chiuso le casse, non posso nemmeno appellarmi a quei 5 minuti perchè il portavalori ha ritirato il contante. Non mi resta che tornare il giorno dopo (mi astengo dai discorsi su tempo perso e benzina, parcheggio), e trovo un altro impiegato. Così devo stare altri 40 minuti a illustrare la pratica (io ci metto 10 minuti a fare un Docfa, disegni a parte), ma, forte del colloquio col dirigente del giorno prima, riesco a fugare tutte le scene di panico e la pratica è inserita. Così posso ritornare a casa: quasi quasi si conclude con mia madre che chiede "E allora? com'è andata?" .... Ah.... vecchi tempi quando si studiava!!!! Ciao
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analemma
Iscritto il:
31 Luglio 2006
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Seriate (BG)
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Sono di Bergamo e ti dirò che non è così difficile farsi approvare un docfa; chiaramente a Bergamo ci sono degli usi che probabilmente non ci sono a Brescia; questo dipende da 3 motivi: 1) i catasti di Bergamo e Brescia non comunicano tra loro 2) le normative non sono in grado di normare tutte le possibili ipotesi e combinazioni 3) se esce una nuova normativa da Roma, non è automatico che a Bergamo o a Brescia la applichino Comunque sono in accordo con te sul fatto che non ci deve essere differenza nel presentare una pratica ad Aosta piuttosto che a Caltanisetta; ma quando il catasto passerà agli 8103 Comuni, le cose miglioreranno in tal senso ?
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Eliomas
Iscritto il:
21 Dicembre 2005
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"analemma" ha scritto:
Comunque sono in accordo con te sul fatto che non ci deve essere differenza nel presentare una pratica ad Aosta piuttosto che a Caltanisetta; ma quando il catasto passerà agli 8103 Comuni, le cose miglioreranno in tal senso ? Credo, anzi spero, che la frase "il catasto passerà ai comuni" sia solo un eufemismo. Mi spiego: ciò che io immagino è che i comuni faranno solo da tramite per la raccolta delle pratiche e la consultazione. Spero che ci sarà un organismo centrale, o delle strutture tecniche convenzionate che valuteranno la correttezza delle pratiche e l'inserimento definitivo. Non penso che i comuni, soprattuttto quelli piccoli abbiano valida competenza in ambito catastale; già non la hanno in ambito urbanistico... Quando stavo in Abruzzo vivevo in un paesino di 1800 abitanti, il sindaco era il direttore dell'ufficio postale (e unico impiegato, quindi quando era al comune, la posta era chiusa), all'ufficio tecnico c'era 1 ingegnere abbastanza capace, ma che non poteva fare tutto quanto. Risultato: quasi tutte le pratiche (concessioni, condoni, gestione urbanistica, adempimenti tecnici vari...) erano affidate a consulenti esterni, la maggior parte liberi professionisti anche di fuori zona che praticamente lavoravano "a contratto". Per concludere, la validità del cosidetto "catasto ai comuni" dipenderà essenzialmente da chi sarà a "metterci le mani sopra". Se l'intento sarà quello di rendere completo e fruibile uno strumento di gestione fiscale e del territorio, sarà cosa ben fatta; altrimenti sarà solo una di quelle mega-torte da divorare secondo il consueto malaffare italiano. Ciao, e speriamo bene Elio
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