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Autore Decreto Svipuppo e case rurali

georase

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18 Luglio 2007

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 0 -  0 - Inviato: 25 Giugno 2011 alle ore 12:50

Cari colleghi

come ho potuto appurare da recenti newsletter nella conversione in Legge del Decreto Sviluppo 2011 si parla di introdurre una norma secondo la quale chi è possesore di fabbricati rurali, ed è in possesso dei requisiti di ruralità, entro il 30.09.2011 deve fare richiesta all'Agenzia del Territorio per far si che questa attribuisca all'abitazione rurale la categoria A/6 e agli altri fabbricati la categoria D/10.
A questo punto mi viene da pensare che i nostri cari legislatori, non contenti che il cittadino sia già nella m...a vogliano fare ancora un pò più di confusione in quanto:

1° la questione non era già stata risolta?? come riportava l'articolo del Sole 24ore del 25.03.2011

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Autore Risposta

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 0 -  0 - Inviato: 25 Giugno 2011 alle ore 16:45

semplifichi, permettimi, un passaggio essenziale, che spiega l'insorgere di quest'ultimo caos normativo.

provo a risponderti, inerendomi nei vari punti.

"georase" ha scritto:
Cari colleghi
come ho potuto appurare da recenti newsletter nella conversione in Legge del Decreto Sviluppo 2011 si parla di introdurre una norma secondo la quale chi è possesore di fabbricati rurali, ed è in possesso dei requisiti di ruralità, entro il 30.09.2011 deve fare richiesta all'Agenzia del Territorio per far si che questa attribuisca all'abitazione rurale la categoria A/6 e agli altri fabbricati la categoria D/10.
A questo punto mi viene da pensare che i nostri cari legislatori, non contenti che il cittadino sia già nella m...a vogliano fare ancora un pò più di confusione



e' tutto identificabile nell'iniziativa che l'ANCI ha promosso per incassare l'ICI dal mondo rurale.

in questo caso la paternita' ha un nome e cognome ben preciso: ANCI.

il motivo scatenante sono le due sentenze della Cassazione che identificavano solo come esenti dall'ICI le categorie catastali riconducibili in qualche modo al mondo rurale.

Tutto nasce, pero', al momento della formazione del catasto dei fabbricato, cioe' il tentativo del censimento massivo di tutto il patrimonio immobiliare italiano.

e' stata fatto fatto un decreto che non normava il patrimonio edilizio ma che si riconduceva solo all'aspetto impositivo del problema.

si parla del 1992.

cioe' non si e' regolamentato il mondo rurale che cosi' facendo veniva inserito automaticamente nella base impositiva.

quello di positivo, che l'allora UTE aveva fatto, era stato l'introduzione del concetto soggettivo ed oggettivo dell'accatastamento e della base impositiva.

cioe' era stato individuato non l'immobile, come soggetto impositivo passivo assoggettato alle imposte, ma la persona fisica, o giuridica, che deteneva l'esenzione delle varie imposte.

questo e' stato un grande passo in avanti per l'equita' fiscale nel nostro paese.

ora con le sentenze della Cassazione, invece, si e' tornati al caos precedente.

cioe' si e' spostato di nuovo l'attenzione sull'immobile.

questo significa che oggi c'e' la possibilita' di censire come rurale una villa con piscina, perche' chi censisce ha tutti i requisiti per chiedere ed ottenere la ruralita', per poi assistere ad una vendita successiva ad un soggetto che con il mondo rurale non ha nulla da spartire e che in virtu' dell'originale censimento non paga nulla, ne ICI ne tasse affini.

e questo era quello che succedeva fino al 1992-1993.

il grave e' che anche in questa occasione il mondo politico e' stato succube dell'iniziativa giudiziaria evitando di entrare nel merito e nelle motivazioni delle sentenze

cioe' non ha voluto normare in modo chiaro ed univoco la distinzione tra l'imposizione rurale e quello civile.

e qui, debbo dire che con rammarico, neppure lAdT e' riuscita a difendere quel gran passo di civilta' impositiva che era stata fatta nel lontano 1992-1993, cioe' identificando come impositivo il soggetto titolare del bene giuridico e non la natura del fabbricato.

[quote="georase"] 1° la questione non era già stata risolta?? come riportava l'articolo del Sole 24ore del 25.03.2011

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jema

(GURU)

Iscritto il:
26 Aprile 2007

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2106

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in giro in giro creek

 0 -  0 - Inviato: 25 Giugno 2011 alle ore 19:30

"utente" ha scritto:
semplifichi, permettimi, un passaggio essenziale, che spiega l'insorgere di quest'ultimo caos normativo.

provo a risponderti, inerendomi nei vari punti.

[quote="georase"]Cari colleghi
come ho potuto appurare da recenti newsletter nella conversione in Legge del Decreto Sviluppo 2011 si parla di introdurre una norma secondo la quale chi è possesore di fabbricati rurali, ed è in possesso dei requisiti di ruralità, entro il 30.09.2011 deve fare richiesta all'Agenzia del Territorio per far si che questa attribuisca all'abitazione rurale la categoria A/6 e agli altri fabbricati la categoria D/10.
A questo punto mi viene da pensare che i nostri cari legislatori, non contenti che il cittadino sia già nella m...a vogliano fare ancora un pò più di confusione



e' tutto identificabile nell'iniziativa che l'ANCI ha promosso per incassare l'ICI dal mondo rurale.

in questo caso la paternita' ha un nome e cognome ben preciso: ANCI.

il motivo scatenante sono le due sentenze della Cassazione che identificavano solo come esenti dall'ICI le categorie catastali riconducibili in qualche modo al mondo rurale.

Tutto nasce, pero', al momento della formazione del catasto dei fabbricato, cioe' il tentativo del censimento massivo di tutto il patrimonio immobiliare italiano.

e' stata fatto fatto un decreto che non normava il patrimonio edilizio ma che si riconduceva solo all'aspetto impositivo del problema.

si parla del 1992.

cioe' non si e' regolamentato il mondo rurale che cosi' facendo veniva inserito automaticamente nella base impositiva.

quello di positivo, che l'allora UTE aveva fatto, era stato l'introduzione del concetto soggettivo ed oggettivo dell'accatastamento e della base impositiva.

cioe' era stato individuato non l'immobile, come soggetto impositivo passivo assoggettato alle imposte, ma la persona fisica, o giuridica, che deteneva l'esenzione delle varie imposte.

questo e' stato un grande passo in avanti per l'equita' fiscale nel nostro paese.

ora con le sentenze della Cassazione, invece, si e' tornati al caos precedente.

cioe' si e' spostato di nuovo l'attenzione sull'immobile.

questo significa che oggi c'e' la possibilita' di censire come rurale una villa con piscina, perche' chi censisce ha tutti i requisiti per chiedere ed ottenere la ruralita', per poi assistere ad una vendita successiva ad un soggetto che con il mondo rurale non ha nulla da spartire e che in virtu' dell'originale censimento non paga nulla, ne ICI ne tasse affini.

e questo era quello che succedeva fino al 1992-1993.

il grave e' che anche in questa occasione il mondo politico e' stato succube dell'iniziativa giudiziaria evitando di entrare nel merito e nelle motivazioni delle sentenze

cioe' non ha voluto normare in modo chiaro ed univoco la distinzione tra l'imposizione rurale e quello civile.

e qui, debbo dire che con rammarico, neppure lAdT e' riuscita a difendere quel gran passo di civilta' impositiva che era stata fatta nel lontano 1992-1993, cioe' identificando come impositivo il soggetto titolare del bene giuridico e non la natura del fabbricato.

[quote="georase"] 1° la questione non era già stata risolta?? come riportava l'articolo del Sole 24ore del 25.03.2011

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geosim

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Grosseto

 0 -  0 - Inviato: 26 Giugno 2011 alle ore 17:28

La norma di cui si parla da la netta impressione che chi ha il compito di scriverle (a anche di chi deve farle applicare) non abbia una esatta percezione della reale situazione e delle norme precedenti e questo ritengo sia molto grave. L'impostazione che era stata adottata a seguito dell'istituzione del catasto fabbricati forniva una situazione tutto sommato accettabile: gli immobili venivano censiti secondo le loro effettive caratteristiche nella categoria più consona (e li rimanevano) e l'imposizione fiscale variava a seconda del soggetto che li deteneva con il controllo dei vari enti impositori (comune, agenzia delle entrate ecc.). Il tutto aveva una logica nell'ottica di una corretta gestione del database catastale ma adesso si riparte daccapo. Le difficoltà applicative sono molte, molti comuni non presentano nemmeno nel loro quadro tariffario la categoria A6 e quindi le agenzie dovranno farsi carico della loro istituzione (altro lavoro inutile?) oppure si dovrà trovare un'altra soluzione di comodo. Ci saranno poi situazioni come per esempio in caso di successione nei quali gli eredi dovranno sobbarcarsi la spesa anche di una uletriore variazione catastale (per esempio nel caso di A6 posseduta da imprenditore agricolo che passa ad eredi non in possesso dei requisiti) e rimane il dubbio di cosa fare dei D10 nel caso in cui muti il requisito soggettivo, dove li mettiamo?
Non riesco francamente a comprendere la logica di tutto questo e mi da particolarmente fastidio che noi dobbiamo trovarci sempre in queste situazioni di incertezza che si ripercuotono nella nostra professione e nei rapporti con i nostri clienti.
Comunque buon lavoro.

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dioptra

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 0 -  0 - Inviato: 26 Giugno 2011 alle ore 20:52

Salve

Scusate l'intromissione ma:
gli Ordini professionali non possono andare a dire a questi fessi che scrivono le leggi di stare attenti e tenere conto della situazione reale e delle sue implicazioni?
Sembra di assistere alla promulgazione di norme che non sono state pensate per niente, anzi sono state pensate da un insulso ignorante.

cordialmente

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geobax

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Iscritto il:
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Biella

 0 -  0 - Inviato: 27 Giugno 2011 alle ore 08:26

Riporto:

v tr semplificare facilitare agevolare snellire rendere semplice o più semplice.

Non mi pare ci sia anche confondere, stravolgere.... ma qualcuno si ricorda ancora cosa significa "accatastare"? autocertificare che il fabbricato ha mantenuto requisiti di ruralità per almeno cinque anni? non mi pare sia sufficiente per censire un fabbricato in A/6 se non altro mancano i requisiti soggettivi (bastano 5 anni anche per quelli?) e il criterio di ordinarietà base del concetto di accatastamento (art. 6 dpr 1142/49) dove l'abbiamo buttato? un'autorimessa in D/10???!!!: bello scempio normativo (l'art. 8 stesso dpr? nonchè l'art. 28 L. 1231/46?)

Perchè l'Agenzia del Territorio non si fonde con quella dell'Entrate e facciamo che farla finita? La Cassazione ha emesso due sentenze catastalmente senza senso, ma fa parte di questo Alto Organo Istituzionale qualcuno che ci capisca qualcosa di catasto?

Un'altra nota a margine, visto come vanno le cose anche per il Nuovo Catasto Terreni, facciamo che correggere ache l'art. 1 Legge 68 del 2 febbraio 1960 e togliamo l'Amministrazione del Catasto dagli Organi Cartografici dello Stato per rispetto della storia: fare un passo indietro a volte è doveroso e sinonimo d'onestà intellettuale. Certo che a sentir parlare l'Alemanno per televisione non balza certo in mente l'onestà intellettuale...

Però, nell'onestà intellettuale di Calderoli cosa volete che voglia dire "semplificare": buttare nel cesso una montagna di normativa vecchia!! ma dei vecchi è la saggezza, quando i giovani sono solo degli stolti. Certo un'opera d'arte la Sua: in edilizia ora abbiano CIA, SCIA, DIA, PdC... prima avevamo Autorizzazione Edilizia e Concessione Edilizia: alla faccia della semplificazione! bravi, complimenti!

fine dello sfogo: torno al lavoro anche perchè con tutta la loro semplificazione noi ci mettiamo il quadruplo a capire come diavolo impostare i Ns. lavori.
gentile dioptra, mi sai ancora dire cosa sono gli ordini professionali?!? Ah, già quelli che per darci lavoro fanno le convenzioni gratuite con l'AdT... beh a noi ci regalano il gilettino modello "ANAS", quando regaliamo a loro il timbro professionale?

buon lavoro e guardiamo al ns futuro "semplificato" con immutata speranza...

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dioptra

(GURU)

Iscritto il:
10 Aprile 2003

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Piove di Sacco(PD) dioptra@dioptra.it (Autore OK_Pregeo)

 0 -  0 - Inviato: 27 Giugno 2011 alle ore 08:33

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